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Motore Terra Modena SM 450

il 19/12/2003 in Moto & Scooter

Come promesso alla presentazione del nuovo marchio, è stato svelato il motore progettato dalla HPE di Piero Ferrari e destinato a equipaggiare la futura supermotard dell’azienda. Un motore moderno nelle soluzioni e nei materiali, ancora tutto da sviluppar

Motore Terra Modena SM 450
Il motore è predisposto per l'impiego di avviamento elettrico, il cui sistema di rinvio verso l'albero motore è contenuto nella cartelllla a sinistra del motore. Subito dietro, il coperchio imbullonato che rende estraibile il cambio e, infine, l'all

Come promesso alla presentazione del nuovo marchio, è stato svelato il motore progettato dalla HPE di Piero Ferrari e destinato a equipaggiare la futura supermotard dell?azienda. Un motore moderno nelle soluzioni e nei materiali, ancora tutto da sviluppare, che forse verrà venduto anche sciolto

di Alberto Dell'Orto

Chi l?avrebbe mai detto che a Modena, patria delle quattro ruote più ambite dagli sportivi di tutto il mondo, saremmo stati invitati ad assistere alla nascita di una nuova moto? E chi avrebbe potuto immaginare che dietro a un?operazione simile ci fosse anche la figura di Piero Ferrari, figlio del mitico Drake?
Anche questo è successo, e dopo presentazione del nuovo marchio di Dario Calzavara, uomo che tra le sue esperienze annovera anche quella di direttore della Ricerca&Sviluppo della Pirelli, oltre a un antico legame con il settore F1 della Ferrari, eccoci al cospetto del nuovo motore, progettato dalla HPE di Piero Ferrari sfruttando anche l?esperienza del settore dell?ingegner Riccardo Rosa, vecchia conoscenza del mondo motociclistico (Cagiva GP, Benelli Tornado).
Il nuovo motore, nato per le gare supermotard, ha una cilindrata di 450 cc che lo indirizza alla categoria Sport, e, eventualmente, al cross 4T. In effetti si tratta della classe di cubatura attualmente più gettonata, un?arena dove si picchiano tutti i big della specialità: KTM, Husqvarna, Honda, Yamaha, VOR e Vertemati, e la innovativa ma ancora acerba Aprilia bicilindrica.
La HPE, invece, ha seguito la tradizione per il motore Terra Modena: un monocilindrico dalle linee progettuali molto pulite e pragmatiche, seguite poi da studi geometrici e dimensionali eccezionalmente evoluti, resi possibili da software di progettazione e simulazione di altissimo livello.

Se lo schema generale non mostra velleità rivoluzionarie, il propulsore è stato però pensato per un impiego esasperato, e nonostante ufficialmente l?obbiettivo sia quello di superare le concorrenti di un CV (cioè di raggiungere circa 55-56 CV), in realtà in prospettiva la potenza dovrebbe ufficiosamente poter salire fino a una settantina di cavalli, e i regimi fino a oltre 12.000 giri. Questa è probabilmente la ragione di un dimensionamento del motore che appare generoso, in controtendenza con la miniaturizzazione perseguita soprattutto da altre Case europee, ma è sicuramente la ragione di tutte le altre scelte tecniche. Il motore nasce comunque prevedendo tutte le possibili opzioni di impiego (avviamento elettrico, contralbero), non essendo di principio escluse né l?omologazione stradale, né la fornitura di motori sciolti ad altri marchi.


Il Terra Modena è un monocilindrico pensato da subito per regimi molto alti e per l’impiego in pista. Le misure di alesaggio e corsa sono decisamente superquadre (98 x 59,6 mm, rapporto circa 0,6), e anche se non costituiscono un record in assoluto, sono comunque decisamente inusuali su un mono. Questo permette di utilizzare una biella abbastanza lunga rispetto alla corsa (circa 115 mm), ottenedo così di contenere le accelerazioni del pistone e le spinte laterali, senza creare problemi di altezza eccessiva del gruppo termico. Il pistone, poi, è un forgiato (cioè ottenuto per schiacciamento del metallo in uno stampo, e non per fusione) dotato di due soli segmenti e di un disegno estremamente evoluto. Più tradizionale, invece, l’imbiellaggio, con l’albero scomponibile in tre pezzi uniti per forzamento e la biella monolitica, dotata di estese nervature di irrigidimento e di un cuscinetto a rulli alla testa. La distribuzione è una classica bialbero, realizzata però in modo molto raffinato: il comando è a ingranaggi, tutti alleggeriti in modo estremo, mentre le valvole sono in titanio e i bicchierini dotati di un riporto antiusura e antiattrito di derivazione Formula 1. La testa ha un disegno molto moderno e soprattutto un angolo tra le valvole molto contenuto (ufficialmente "tra 20 e 25°", probabilmente 23), il che sembra limitare un po’ il diametro delle valvole stesse (ufficialmente circa 39 all’aspirazione, dunque non enormi in rapporto all’alesaggio), ma di sicuro contribuisce a creare, nonostante il rapporto di compressione pari a 13, una camera di scoppio geometricamente compatta e dunque efficiente.


Per garantire le prestazioni prefissate i profili delle camme devono obbligatoriamente essere piuttosto "spinti", cioè garantire un’elevata alzata massima e fasi di apertura e chiusura molto rapide. Per non dover montare molle troppo rigide si utilizzano dunque valvole in titanio, che hanno un’inerzia decisamente inferiore a quelle in acciaio di caratteristiche analoghe. La lubrificazione è a carter secco, con due pompe di recupero (probabilmente in carter lavora in leggera depressione) e una di mandata. Soluzione interessante è quella di separare il gruppo del motore dalla trasmissione: il lubrificante è lo stesso, ma di fatto il cambio viene utilizzato come serbatoio separato per l’olio che viene inviato al motore. Nella trasmissione viene impiegata una frizione della STM, dotata di un sistema limitatore di coppia frenante in decelerazione (volgarmente, "antisaltellamento"). Il cambio, che prevede la possibilità di montare sei rapporti, è dotato di coperchio dedicato ed è dunque estraibile. Da segnalare anche l’alimentazione a iniezione a doppio iniettore della EFI e i coperchi esterni in magnesio, che contribuiscono a contenere il peso complessivo, che nelle versione definitiva da gara dovrebbe aggirarsi sui 29 kg. Prossimo appuntamento? Il 18 marzo: motore funzionante e primo assaggio della moto.

Motore Terra Modena SM 450
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