Hornet 1000, spostati: arriva la Kawasaki Z1100

Nel 2025, la lotta nel filone supernaked è stata animata dalla rivalità tra la storica bestseller del segmento, la Kawasaki Z900, e la Honda Hornet 1000, anche lei proposta a un prezzo concorrenziale ma con prestazioni superiori. Kawasaki non si è fatta pregare, e risponde ora con la nuova Z1100, con telaio in alluminio e l'ultimo 4 in linea Euro5+ che avevamo già provato sulla Ninja e sulla Versys.

Intermedia tra la Z900 e la Z H2 sovralimentata, la Z900 trae giovamento dall'adozione del recente quattro cilindri in linea da 1.099 cm³, capace di erogare 136 CV a 9.000 giri con 113 Nm a 7.600 giri contro i 124 CV e 97,4 Nm della Z900. I 150 CV della Hornet 1000 non sono lontani, e soprattutto il motore garantisce - grazie alla maggiore cilindrata e all’ottimizzazione dei condotti di aspirazione che assistono corpi farfallati da 38 mm contro i 36 mm della 900 - una risposta ancora più pronta ai medi regimi, mantenendo al contempo consumi contenuti. Camme, molle valvola e pistoni sono stati rivisti, così come tutti i rapporti del cambio: la quinta e la sesta marcia sono ora più lunghe.

Nuova ergonomia, stessa ciclistica

Anche il volano ha una massa maggiore, e la corsa del pistone è stata allungata di 3 mm rispetto alla vecchia Z1000. Il risultato è una risposta corposa ai medi regimi e prestazioni brillanti agli alti, sempre con la reattività tipica della famiglia Z. Lo scarico adotta uno schema 4-2-1 con pre-camera, contribuendo all’estetica aggressiva e al contenimento delle masse sulla moto. Infine, il pacchetto ergonomico prevede una nuova posizione del manubrio: è avanzata di 13 mm e più larga di 22 mm rispetto al precedente; Kawasaki abbandona quindi la sua classica impostazione con manubrio stretto e arretrato, e siamo curiosi di vedere i reali benefici al feeling di guida.

Alla base della ciclistica delle nuove Z1100 troviamo un telaio in alluminio ad alta rigidità con doppio trave, forcella Showa SFF-BP e monoammortizzatore posteriore con schema horizontal back-link. La Z1100 monta inoltre pinze freno Nissin monoblocco abbinate a dischi da ø 310 mm, per offrire una risposta diretta e precisa a ogni input del pilota.

La versione SE della Z1100 alza ulteriormente l’asticella grazie a un impianto frenante Brembo con pinze monoblocco ad attacco radiale, dischi dedicati e tubazioni in treccia d’acciaio. Il mono posteriore è un Öhlins S46 con precarico regolabile a distanza, che assicura facilità e precisione nella messa a punto. Per il 2026, entrambe le versioni saranno equipaggiate con pneumatici Dunlop Sportmax Q5A.

Connettività, comandi vocali, elettronica completissima

Il cockpit è dominato da una strumentazione TFT a colori da 5”, completamente digitale, che include navigazione turn-by-turn e connettività smartphone integrata. Attraverso l’app Kawasaki Rideology, ogni utente potrà accedere a numerose funzioni, incluso il comando vocale. A bordo delle Z1100 e Z1100 SE non mancano gli aiuti elettronici alla guida.

Le nuove valvole a farfalla elettroniche (ETV) gestite con Ride-By-Wire migliorano il controllo del motore e consentono l’utilizzo del cruise control, oltre al quickshifter bidirezionale (KQS) di ultima generazione. La piattaforma inerziale IMU a 6 assi abilita tecnologie avanzate come il Cornering Management (KCMF), il Traction Control (KTRC), il sistema di frenata integrata (KIBS). Si potrà anche scegliere tra diversi Power Mode selezionabili e Riding Mode integrati: Sport, Road, Rain e Rider, quest’ultimo personalizzabile secondo le proprie esigenze.

La Z1100 resta fedele ai dettami Sugomi, il concetto alla base del design delle Supernaked Kawasaki introdotto per la prima volta nel 2014 proprio con la Z1000. Questo approccio stilistico e progettuale è stato poi sviluppato e affermato con i successivi modelli Z. La nuova Z1100 si distingue per l’aggressivo frontale con fari full LED e una nuova carenatura inferiore. 

La Z1100 base ed SE sarà disponibile soltanto in nero, a un prezzo ancora da comunicare ma che si annuncia competitivo.