Suzuki GSX-R 1000R 2026: IL RITORNO

Quando apparve la prima GSX-R 1100, nel 1986, non si era mai visto niente del genere. Aveva 130 CV, non lontana da una 500 GP, e una ciclistica tecnica e stabilissima. Suzuki era il marchio più sportivo del momento, offriva anche la RGV 500 Gamma replica delle moto con cui Lucchinelli e Uncini avevano vinto i titoli mondiali 1981 e 1982; di lì a poco sarebbe arrivata la leggenda Kevin Schwantz.

Quell’alone di sportività è rimasto appiccicato addosso a Suzuki anche quando l’orientamento del marchio è cambiato. Pur riuscendo a vincere ancora in 500/ MotoGP (con Kenny Roberts Junior nel 2000 e Joan Mir nel 2020), Suzuki si è spostata sull’Endurance, categoria molto sentita in Giappone; e non a caso la nuova GSX-R1000R, erede di quella prima GSX-R che ne celebra i quarant’anni di vita, è stata presentata al grande pubblico al circuito Paul Ricard, in occasione del Bol d’Or – peraltro vinto dal Team Suzuki Yoshimura SERT.

Proprio la necessità di rientrare nella omologazione Euro 5+, per sviluppare la base che compete ai massimi livelli nel campionato FIM EWC, è alla base di molte delle evoluzioni arrivate su quest’ultima versione. Questo spiega anche la logica degli interventi: evoluzione e non rivoluzione.

Carenatura e telaio

Dal punto di vista estetico la moto è rimasta pressoché invariata e anche il telaio in alluminio è lo stesso della generazione precedente, dato che squadra che vince non si cambia. Piccola variazione al forcellone, che ha il perno posizionato più in avanti per migliorare la stabilità in frenata e in accelerazione.

Tra le novità spiccano le ali in carbonio ai lati della carena. Sono le stesse sviluppate sulla moto endurance CN Challenge per la 8 ore di Suzuka l’anno scorso, e promettono maggiore stabilità alle alte velocità sia in pista che in strada. Notizia positiva per gli amanti delle linee pulite e dello stile racing “classico”: sono state annunciate come optional.

Inedite sono le tre livree celebrative per i 40 anni di GSX-R: bianco-blu (i colori storici), bianco-rosso (che richiama la moto di Schwantz in 500) e giallo-blu (ricordando quella di Troy Corser in SBK). Saranno disponibili solo quest’anno.

Motore: tante novità

Il cuore della moto è il motore DOHC a quattro cilindri in linea raffreddato a liquido da 999,8 cm³ e con fasatura variabile, che sprigiona 195 CV a 13.200 giri/min e una coppia massima di 110 Nm a 11.000 giri/min. Anche se la potenza è leggermente diminuita a causa della normativa EURO 5+, il lavoro dei tecnici Suzuki si è concentrato sia nel sopperire alla diminuzione di cavalleria, sia nel migliorare l’erogazione del motore ad ogni regime.

Per ottenere questo risultato hanno aumentato il rapporto di compressione, attraverso un nuovo disegno del cielo dei pistoni (anche alleggeriti) e un aumento del diametro della valvola di scarico, alla ricerca di una maggior permeabilità del condotto per migliorare l'efficienza di scarico, che a sua volta contribuisce a una maggiore efficienza in aspirazione.

Altre novità si riscontrano in un’evoluzione della fasatura variabile, che garantisce a questo propulsore un’elasticità da primato. Sono stati aggiornati il comando delle valvole, i bilancieri e arriva la doppia iniezione, con set secondario di quattro iniettori che spruzzano carburante dalla parte superiore della scatola dell'aria direttamente nei condotti di aspirazione a regimi più elevati, migliorando l'efficienza di combustione e la potenza massima.

Elemento fondamentale di questo aggiornamento è il nuovo impianto di scarico: presenta un convertitore catalitico ellittico di maggiore capacità, posizionato più vicino al motore per un riscaldamento più rapido, e include un silenziatore più snello in titanio sabbiato.

Elettronica a passo con i tempi

Le principali novità nel comparto elettronico della GSX-R1000R sono raggruppate all'interno del Suzuki Intelligent Ride System (S.I.R.S.), un insieme di sistemi avanzati di assistenza al pilota. È stato sviluppato e ottimizzato per massimizzare le prestazioni sportive con l'obiettivo di aumentare la fiducia nel pilota.

Esso comprende un acceleratore ride-by-wire con tre modalità di guida (A, B, C): la mappa A (Active) fornisce la risposta più reattiva, la B (Basic) offre la stessa potenza massima, ma con una curva più lineare e una risposta più dolce e la C (Comfort) offre la risposta dell'acceleratore più morbida, ideale per lunghe percorrenze, traffico o pioggia.

Nuova è anche la piattaforma IMU a 3 assi e 6 direzioni sviluppata con BOSCH. Con essa comunicano il traction control (impostabile su 10 livelli), l’anti-impennata, il sistema di roll torque control (che calcola l'angolo di piega e la velocità per predeterminare il livello ottimale di potenza in curva, lavorando con il controllo di trazione per maggiore stabilità) e lo Slope Dependent Control System (monitora la posizione della moto tramite l'IMU e ottimizza l'ABS per prevenire il sollevamento della ruota posteriore durante le frenate in discesa, supportando la stabilità in decelerazione). A completare la dotazione elettronica ci sono anche il cruscotto con pannello LCD, launch control, quick-shifter bidirezionale, ABS cornering e una batteria a litio di ultimissima generazione.

L’uscita delle moto è prevista entro la prima metà del 2026, a un prezzo di lancio non ancora definito.