Ducati MY26: cosa arriverà a EICMA?

L’ormai tradizionale “calendario dell’avvento” Ducati di qui a Eicma è l’occasione per lasciare gli occhi dei semplici appassionati in attesa di essere stupiti e mettersi nei panni degli uomini che a Borgo Panigale devono decidere quali prodotti lanciare. Decisioni prese nel corso di meeting risalenti di solito a un paio di anni prima, tra i responsabili tecnici e di prodotto e considerando i dati di vendita di tutti i mercati del mondo, le prospettive, le piattaforme tecniche disponibili e magari la possibilità di svilupparne qualcuna nuova, come il recente mono 698 o il V2 a fasatura variabile.

Non è facile prendere decisioni con anni di anticipo: su quali prodotti investire, quali abbandonare, come evolverà il mercato nazionale e internazionale. Arrivati alla vigilia di Eicma, con le cinque novità principali per il 2026 pensate almeno 2 anni fa, resta solo da decidere in quale ordine presentarle: esercizio che a quanto ci è stato detto in occasione della prima data – venerdì 12 settembre a Misano – non è ancora stato completato.

Ducati 2026: si completa la gamma V2?

Andiamo per esclusione: non ci saranno modelli elettrici, visto che Claudio Domenicali (che ha sempre l’ultima parola su tutto) ha detto di ritenere che la tecnologia non sarà matura prima di fine decennio; il recente stop al campionato MotoE nel quale Ducati aveva peraltro investito sembra confermarlo, anche se da Borgo Panigale fanno sapere che lo sviluppo tecnico proseguirà, in modo da fare esperienza ed essere pronti al momento giusto.

In attesa di quel momento, possiamo considerare che con lo stabilimento di Borgo Panigale già più o meno saturo, sarebbe saggio puntare su modelli che confermino i volumi di vendita correnti con margini maggiori, piuttosto che puntare su bestseller entry-level come furono ad esempio le Monster 600 e 695 o la prima Scrambler. Per questo non ci aspettiamo vere novità con il motore ad aria, anche se proprio Scrambler appare in sofferenza e alla ricerca di una nuova identità, che avrebbe potuto essere la Desert X prima che la scelta di farla diventare un filone autonomo indebolisse (col senno di poi) entrambe le gamme.

Escludendo le moto nuove o appena rinnovate (Panigale V2 e V4, Streetfighter V2 e V4, Multistrada V2 e V4, Diavel V4 e la Desmo 450MX), si direbbe che resti da sfruttare il potenziale dei motori bolognesi più recenti: il V2 890 cc a fasatura variabile non desmo e i due mono 698 Desmo e 450 da cross, del quale si aspetta il fratellino 250. Vediamo come potrebbero essere utilizzati, ipotizzando un calendario delle presentazioni.

12 settembre: Multistrada V4 RS e Diavel V4 RS

La prima data è stata sfruttata per presentare due modelli che, pur con qualche elemento di novità, combinano elementi già visti: il motore V4 Desmosedici Stradale infilato nelle ciclistiche fin qui più lontane dalla sua indole racing: la Diavel e la Multistrada, declinate entrambe in una sportivissima versione RS.

Due modelli di nicchia (entrambe in edizione numerata) e di immagine, importanti per ribadire la supremazia Ducati nel settore delle power cruiser e per rispondere alla sempre maggiore aggressività di BMW in quello delle hyper (hypersport, hypernaked, hyper-crossover) con i suoi modelli della serie M.

23 settembre: Desmo250 MX / Desmo450 EN?

Verso la fine della stagione motocross, potrebbe debuttare il più piccolo Desmo mai realizzato a Bologna: un 250 off-road. Qui il Desmo potrebbe davvero fare la differenza, perché se nella classe 450 (MXGP) la potenza è ormai esuberante, tra le 250 della MX2 anche un solo cavallo in più fa la differenza nelle prestazioni.

Il 250 Desmo, che dovrebbe restare bialbero nonostante i vincoli di spazio, debutterà ovviamente su una cross ciclisticamente gemella della 450 – telaio in alluminio fuso, sospensioni Showa, elettronica al top – ma ci aspettiamo forse già per il 2026 l’arrivo delle varianti enduro, secondo il consueto copione dell’off-road seguito per esempio da Triumph con un anno di anticipo rispetto a Ducati.

7 ottobre: Hypermotard V2

Col nuovo V2 non Desmo potremmo invece vedere la Hypermotard, un vero “long seller” di Borgo Panigale che ha continuato a piacere anche dopo il tramonto del genere motard di grande cilindrata. Visto che il nuovo motore non è più abbinato al classico telaio a traliccio ma al front frame in alluminio, la possibilità più concreta è che venga sviluppato un telaio in tubi per le versioni più “off”, quindi la Hypermotard e la Desert X.

La moto potrebbe chiamarsi “Hypermotard V2” e sopravvivere in questa forma; diversamente, non potendo più beneficiare di sinergie di piattaforma con le altre V2, potrebbe anche scomparire dalla gamma lasciando spazio alla sola 698: più tecnica e meno costosa, quindi più a misura di quel pubblico giovane che anche a Borgo Panigale devono assolutamente attrarre.

23 ottobre: Monster V2

Da Bologna si lasciano scappare che la novità più succosa dovrebbe arrivare già prima di Eicma, nell’appuntamento del 23 ottobre. Negano anche che una nuova Monster possa arrivare come MY26; ma si tratta di un modello troppo importante, a livello sia di immagine che commerciale, e che attualmente sconta non tanto gli anni del progetto – rivoluzionato nel 2021 – quanto il fatto di essere costruito attorno al motore Testastretta 11°, giunto a fine carriera e che resta omologato Euro5 castrando di fatto le vendite del modello.

Un modello che, come dicevamo, pare troppo importante per lasciare un buco nella gamma. La nuova Monster dovrebbe scendere sensibilmente di peso, grazie alle virtù del motore V2 890 (probabilmente in versione “Multistrada” con 115 CV), e magari anche di prezzo, per rilanciare la sfida in un segmento sempre più combattuto e ormai animato dalle ambizioni anche dei concorrenti cinesi. Mentre l’uscita di scena del motore 937 ha significato la morte della Supersport – modello che non pare destinato a tornare a breve sulle scene, nonostante il filone delle sportive stradali mostri segni di risveglio – la Monster 937 ha fatto commercialmente bene, e potrebbe anche condividere il telaio "front" della Streetfighter cambiando telaietto, testa di sterzo, forcellone e sospensioni, anche se le due motorizzazioni diverrebbero forse un po' troppo simili per differenziare a dovere le due naked bolognesi.

Quanto all’estetica, impossibile esprimersi ma la rivoluzione dell’ultima generazione è stata apprezzata dal pubblico più giovane, e pare più probabile che si prosegua su questa linea piuttosto che riprendere in qualche modo le forme della Monster classica.

4 novembre: Panigale V4 R o Desert X

Cosa portare a Eicma, se non un bombardone capace di far alzare i battiti agli appassionati? Magari una Panigale V4 R, con tutta la tecnologia telaistica ed elettronica Ducati più recente ma il motore 999 cc necessario per soddisfare al regolamento SBK. Sarebbe anche l’arma in grado di restituire a Nicolò Bulega quella competitività che pare perduta, più che per demeriti del pilota emiliano, per l’anzianità dell’attuale pacchetto V4 R basato sulla Panigale di penultima generazione.

Oppure si potrebbe completare l'operazione di sostituzione del venerando motore Testastretta 11°, portando il nuovo 890 V2 sulla Desert X. Moto che sicuramente beneficerebbe di un propulsore più leggero, compatto e trattabile, magari anche con un piccolo riposizionamento di prezzo per incoraggiare gli acquirenti che non hanno finora tributato a questo modello il successo di vendite che ci si attendeva quando era stato presentato come concept. E se non arriverà a Eicma, c'è sempre Colonia...