Moto & Scooter
Aprilia Amico 50: le origini del mito
L’Aprilia Amico 50 è stato il primo scooter prodotto in grande serie dalla casa di Noale. Grazie ad alcune caratteristiche, all’epoca, uniche, è riuscito a fare breccia nel mercato e a diventare una pietra miliare nel mondo degli scooter, superando perfino le aspettative di Aprilia stessa, come ammesso successivamente anche dal compianto Ivano Beggio. Scopriamo su Dueruote.it la sua storia e le sue caratteristiche
Il periodo storico in cui è stato lanciato ha indubbiamente contribuito alla sua fortuna. Siamo alla fine degli anni’80, le strade delle città e delle campagne italiane pullulano ancora di Vespe, che scorrazzano lasciando dietro di sé nuvole biancastre di miscela bruciata. In questo fertile contesto, il mercato degli scooter stava vivendo una profonda trasformazione, che affondava le sue radici nell’estremo oriente. Di ritorno da un viaggio in Giappone, infatti, l’indimenticato patron di Aprilia, Ivano Beggio, notò come nel Sol Levante si erano già diffusi scooter con trasmissione automatica a variatore, telaio in tubi e carrozzeria in plastica, con lo Yamaha Booster e l’Honda Dio a guidare la rivoluzione.
Fu l’impulso necessario per iniziare la progettazione di uno scooter con queste caratteristiche. Infatti, i vantaggi di questa soluzione erano molteplici. In primis, il telaio in tubi consentiva una maggiore leggerezza complessiva ed una posizione più centrale del motore, con benefici in termini di bilanciamento e dinamica di guida. Inoltre, la carrozzeria in plastica, rispetto ad una stampata in lamiera, permetteva una maggior libertà di design, incontrando in questo modo le esigenze di un pubblico giovanissimo, che richiedeva la possibilità di personalizzare il proprio scooter in modo rapido ed economico.
Infine, l’industrializzazione di questa tipologia di scooter non prevedeva la necessità di grandi ammortamenti, consentendo una maggiore flessibilità produttiva.
L’Amico 50, dunque, non è stato solo il primo scooter prodotto dalla casa di Noale, ma, insieme al Piaggio Sfera, è anche stato il primo scooter europeo con telaio in tubi e carrozzeria in plastica. In pratica, ha gettato le fondamenta su cui sono state edificate le più oscure fantasie di qualsiasi adolescente nato fra gli anni ’80 e ’90, cresciuto a pane e miscela, che hanno preso, successivamente, le forme proibite di un Phantom o di un ZIP, piuttosto che di un Aprilia SR, il quale ha raccolto i concetti tecnici dell’Amico 50, elevandoli al livello superiore.
APRILIA AMICO 50: LEGGERO, PRATICO, PERSONALIZZABILE
Inserito nel già citato telaio in tubi di acciaio, trova posto il super collaudato motore monocilindrico Minarelli verticale da 49,3 cc, ovviamente a due tempi ad ammissione lamellare, raffreddato ad aria con alimentazione a carburatore (i tempi del sistema Ditech sono ancora lontani).
Il vivace propulsore bolognese contribuisce alla leggerezza complessiva, con il peso che si fermava a soli 71 kg a secco. Questo valore, abbinato a cerchi in lega leggera da 10”, con pneumatici di misure 100/90, lo rende un campione di agilità nel traffico cittadino.
Il comparto sospensioni prevede all’anteriore una forcella a biellette, con due ammortizzatori idraulici e dispositivo antiaffondamento, mentre al posteriore è presente un monoammortizzatore.
L’impianto frenante poteva prevedere, all'anteriore, alternativamente un disco da 155 mm o un freno a tamburo da 110 mm, che invece è una costante al posteriore.
Considerato l’ampio pubblico a cui si rivolgeva l’Amico, Aprilia si assicurò di non trascurarne l’aspetto pratico. Tanto per cominciare, con l’altezza sella posta a 760 mm da terra, risulta facile per chiunque poggiare i piedi a terra con facilità. Inoltre, grazie al miscelatore separato, si evitano calcoli e scuotimenti vari ogni volta che ci si ferma dal distributore. A tal proposito, il serbatoio della benzina ha una capacità di 7 litri.
In aggiunta, oltre ad essere dotato di doppio avviamento, sia elettrico che a pedale, Aprilia lo aveva equipaggiato con alcuni piccoli dettagli che ne rendevano l’utilizzo quotidiano più fluido, come l’orologio digitale sul cruscotto, la luce di cortesia nel vano sottosella e la pedana piatta.
Tra gli accessori erano presenti un antifurto elettrico, parabrezza, bauletto e il cavo corazzato “Body Guard”.
Il design è figlio degli anni ’90, con linee morbide e arrotondate: la sezione posteriore della carrozzeria è di forma ogivale ed incorpora i gruppi ottici, tutto l’opposto del frontale che invece integra i gruppi ottici nel manubrio e si compone di uno scudo anteriore a scivolo, che funge anche da parafango. L'ampia sella è raccordata al portapacchi, che in alcune versioni è in tinta con il resto della carrozzeria.
APRILIA AMICO 50: DALLA PRESENTAZIONE AL NUOVO MILLENNIO
L'Amico, nel corso di tutti gli anni '90, è rimasto sostanzialmente simile a sé stesso: le versioni che si sono susseguite e talvolta sovrapposte, infatti, hanno riguardato più che altro variazioni estetiche o di colorazioni, oppure l'introduzione di nuovi accessori.
La prima serie dell'Amico 50 fu presentata al pubblico per la prima volta nel novembre del 1990, e fu messa in produzione subito dopo. Il prezzo, convertito in euro, era pari a € 1683.
Nel 1992 fu realizzata la versione catalizzata, la LK, che introduceva anche nuove varianti grafiche, insieme alla LX. Nella stessa direzione andavano le versioni GL e GLE, presentate al pubblico nel 1993. La versione GL si distingueva per linee più moderne, con l'introduzione di prese d'aria e di un piccolo cupolino montato sopra il manubrio, oltre che per la presenza di una cinghia di trasmissione trapezoidale. Nello stesso anno fu proposto anche l'allestimento Sport.
Nell 1994, invece, debuttò l'allestimento Business, pensato per il commuting quotidiano ed equipaggiato con colorazioni più sobrie.
Il cambiamento più significativo avvenne però nel 1996, con l'introduzione della versione FD, che portava in dote linee lievemente più tese e spigolose. Il nuovo millennio, però, si stava inesorabilmente avvicinando, e con esso le linee morbide e poco aggressive dell'Amico stavano cominciando a diventare obsolete. Infatti, la FD fu l'ultima versione dell'Amico, che uscì definitivamente dai listini nel 2001.
Erano gli anni in cui la popolarità degli scooter sportivi stava esplodendo definitivamente, con l'Amico che, semplicemente, non riusciva più a tenere il passo, né dal punto di vista tecnico, né dal punto di vista estetico. I nuovi "Cinquantini", infatti, avevano il motore orizzontale raffreddato a liquido, caratteristiche che permettevano di mantenere il baricentro più basso e di incrementare le prestazioni. Le ruote inoltre crebbero nel diametro, diventando da 12" o 13", ed anche le linee si fecero molto più aggressive, ricercate e sportive; in pratica, gli scooter da 50 cc stavano diventando delle "race replica" in miniatura.
È chiaro che il nostro Amico aveva ben poco da dire in questo contesto, ma gli va riconosciuto che, con la sua semplicità e forse perfino involontariamente, ha saputo inizialmente trasformare e poi cavalcare in maniera definitiva il mondo degli scooter, rendendolo, oltre che un passaporto per la libertà, una rampa di lancio per migliaia di ragazzi verso il più ampio e affascinante mondo delle due ruote. In fondo, se siamo qui, appassionati, lo dobbiamo anche ad un Amico.
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