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Le 5 naked medie più attese del 2024

Carlo Pettinato il 14/12/2023 in Moto & Scooter
Le 5 naked medie più attese del 2024
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Un ventaglio di cilindrate che spaziano dai 500 a 900 cc, per diverse interpretazioni di uno stesso concetto. C’è chi innova e chi bada al sodo, ma per tutte abbiamo grandi aspettative

Per anni sono state loro le regine del mercato, moto adatte un po’ per ogni occasione e per tanti impieghi differenti, dalla gita al mare al trasferimento urbano, dalla “scannata” sui passi sino, perché no, alla pistata occasionale. Sono le naked di media cilindrata: comode, sfruttabili, ragionevolmente pratiche, il giusto compromesso tra comfort e sportività.

Se negli ultimi tempi il vento tira forte in direzione crossover e adventure, le case continuano a sfornare proposte per tutti i segmenti, e quello delle naked non fa eccezione. Ad EICMA 2023 abbiamo visto più di qualche novità, anche particolarmente interessanti. Alcune sono solo aggiornamenti di modelli già in vendita, altre sono proposte completamente nuove, ma tutte per gli ostinati stradisti che non vogliono arrendersi ad acquistare una due ruote con il manubrio alto.

Abbiamo dunque fatto una selezione di quelli che, secondo noi, sono i modelli di moto naked di media cilindrata più attesi dal grande pubblico in vista della stagione 2024

TUTTI I RICAMBI ORIGINALI E I DISEGNI TECNICI DEI MIGLIORI MARCHI SU MOTONLINE
<div class='descrGalleryTitle'>Moto Morini Corsaro 750</div><div class='descrGalleryText'><p>Iniziamo col botto, perché lei, assieme alla sorella carenata, è stata forse la <b>moto più ammirata</b> di tutto il salone. È uno di quei modelli completamente nuovi, rinati dopo anni di silenzio. La <b>Corsaro 750 </b>si sviluppa attorno ad un bicilindrico a V di 90° con carter secco e albero contro rotante, che in un’epoca di propulsori paralleli è più che mai benvenuto. I bicilindrici paralleli hanno tanti bei pregi, ma il carattere e il sound di un <b>motore a V</b> non si possono imitare. I cc sono 749 e i cavalli 96, ma sarà disponibile anche in versione depotenziata per patenti A2.&nbsp;</p>
<p>Interessante non solo il motore, ma tutta la moto. Il <b>telaio è una struttura ibrida</b> con una parte frontale e superiore pressofusa in alluminio abbinata ad un traliccio in acciaio che corre ai lati del cilindro posteriore. L’equipaggiamento è di livello, con forcella e mono regolabili, <b>freni anteriori Brembo </b>con dischi flottanti da 320 e pinze ad attacco radiale; il peso in ordine di marcia è inferiore ai 200 kg. L’impatto estetico è decisamente all’altezza: distintivo, aggressivo, bilanciato. Il prezzo rimane per ora sconosciuto.</p>
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Moto Morini Corsaro 750

Iniziamo col botto, perché lei, assieme alla sorella carenata, è stata forse la moto più ammirata di tutto il salone. È uno di quei modelli completamente nuovi, rinati dopo anni di silenzio. La Corsaro 750 si sviluppa attorno ad un bicilindrico a V di 90° con carter secco e albero contro rotante, che in un’epoca di propulsori paralleli è più che mai benvenuto. I bicilindrici paralleli hanno tanti bei pregi, ma il carattere e il sound di un motore a V non si possono imitare. I cc sono 749 e i cavalli 96, ma sarà disponibile anche in versione depotenziata per patenti A2. 

Interessante non solo il motore, ma tutta la moto. Il telaio è una struttura ibrida con una parte frontale e superiore pressofusa in alluminio abbinata ad un traliccio in acciaio che corre ai lati del cilindro posteriore. L’equipaggiamento è di livello, con forcella e mono regolabili, freni anteriori Brembo con dischi flottanti da 320 e pinze ad attacco radiale; il peso in ordine di marcia è inferiore ai 200 kg. L’impatto estetico è decisamente all’altezza: distintivo, aggressivo, bilanciato. Il prezzo rimane per ora sconosciuto.

<div class='descrGalleryTitle'>Kawasaki Z 7 Hybrid</div><div class='descrGalleryText'><p>Senza dubbio la più innovativa del lotto, la <b>Z 7 Hybrid</b> è in realtà parente stretta della Ninja 7 Hybrid che è già stata provata questo autunno. Le due sorelle Kawasaki, in effetti, sono le prime moto ibride di sempre, con l’unione di un <b>motore termico da 451 cc</b> e 58 cavalli e di uno <b>elettrico da 9 kW</b>. La Z 7 Hybrid non è stata, come la Ninja, provata, ma le caratteristiche sono le medesime e le riassumiamo di seguito.&nbsp;&nbsp;</p>
<p>Può funzionare in tre differenti modalità: <b>totalmente elettrica</b>, con cambio automatico e autonomia massima di 12 km; <b>Eco-Hybrid</b>, ibrida vera e propria, con cui ottimizza spinta e consumi e sfrutta al meglio l’abbinamento tra i due motori, qui con possibilità di scegliere tra cambio automatico e manuale (manuale nel senso stretto del termine perché si aziona non con il piede ma con levette a manubrio). Infine, la<b> modalità Sport</b>, ancora ibrida ma orientata alla performance invece che alla riduzione dei consumi; è qui disponibile la <b>funzione E-Boost</b>, per tirare fuori il massimo da entrambi i motori per 5 secondi, portando la Z ad una spinta vicina a quella di un 1.000. La Z 7 Hybrid sarà disponibile dalla primavera 2024, il prezzo non è ancora stato comunicato.</p>
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Kawasaki Z 7 Hybrid

Senza dubbio la più innovativa del lotto, la Z 7 Hybrid è in realtà parente stretta della Ninja 7 Hybrid che è già stata provata questo autunno. Le due sorelle Kawasaki, in effetti, sono le prime moto ibride di sempre, con l’unione di un motore termico da 451 cc e 58 cavalli e di uno elettrico da 9 kW. La Z 7 Hybrid non è stata, come la Ninja, provata, ma le caratteristiche sono le medesime e le riassumiamo di seguito.  

Può funzionare in tre differenti modalità: totalmente elettrica, con cambio automatico e autonomia massima di 12 km; Eco-Hybrid, ibrida vera e propria, con cui ottimizza spinta e consumi e sfrutta al meglio l’abbinamento tra i due motori, qui con possibilità di scegliere tra cambio automatico e manuale (manuale nel senso stretto del termine perché si aziona non con il piede ma con levette a manubrio). Infine, la modalità Sport, ancora ibrida ma orientata alla performance invece che alla riduzione dei consumi; è qui disponibile la funzione E-Boost, per tirare fuori il massimo da entrambi i motori per 5 secondi, portando la Z ad una spinta vicina a quella di un 1.000. La Z 7 Hybrid sarà disponibile dalla primavera 2024, il prezzo non è ancora stato comunicato.

<div class='descrGalleryTitle'>Honda CB 650 R</div><div class='descrGalleryText'><p>Lei è sempre una Honda CB 650 R, ma porta con sé la <b>frizione Honda e-clutch</b>, novità decisamente importante lanciata dalla casa giapponese in tempi recentissimi. Tuttavia, non una prima assoluta: un sistema simile si era già visto in passato sulla Yamaha FJR 1300. Ad ogni modo, questo sistema di frizione attuata elettronicamente vuole porsi come una sorta di alternativa economica alle trasmissioni a doppia frizione DCT, con la previsione di applicazioni potenzialmente ad ogni fascia di prezzo, con l’obiettivo di rendere l’<b>uso della moto più facile per tutti</b>.&nbsp;&nbsp;</p>
<p>Il suo funzionamento è tutto sommato semplice: il cambio è di tipo tradizionale a 6 marce, ma il cervello elettronico della moto è in grado di <b>azionare autonomamente la frizione</b>, basandosi su una serie di dati rilevati dai sensori in ogni momento. In altre parole, la moto si trasforma in una specie di scooter: ci si ferma senza prendere in mano la frizione e allo stesso modo si parte. La e-clutch di Honda non è in alcun modo un cambio automatico, lei non decide né innesta un rapporto, si limita ad aprirsi e chiudersi senza l’intervento del pilota.</p>
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Honda CB 650 R

Lei è sempre una Honda CB 650 R, ma porta con sé la frizione Honda e-clutch, novità decisamente importante lanciata dalla casa giapponese in tempi recentissimi. Tuttavia, non una prima assoluta: un sistema simile si era già visto in passato sulla Yamaha FJR 1300. Ad ogni modo, questo sistema di frizione attuata elettronicamente vuole porsi come una sorta di alternativa economica alle trasmissioni a doppia frizione DCT, con la previsione di applicazioni potenzialmente ad ogni fascia di prezzo, con l’obiettivo di rendere l’uso della moto più facile per tutti.  

Il suo funzionamento è tutto sommato semplice: il cambio è di tipo tradizionale a 6 marce, ma il cervello elettronico della moto è in grado di azionare autonomamente la frizione, basandosi su una serie di dati rilevati dai sensori in ogni momento. In altre parole, la moto si trasforma in una specie di scooter: ci si ferma senza prendere in mano la frizione e allo stesso modo si parte. La e-clutch di Honda non è in alcun modo un cambio automatico, lei non decide né innesta un rapporto, si limita ad aprirsi e chiudersi senza l’intervento del pilota.

<div class='descrGalleryTitle'>Yamaha MT-09</div><div class='descrGalleryText'><p>La <b>MT-09 </b>è un modello conosciuto e stra conosciuto, tra l’altro al limite della premessa iniziale di “naked medie”. Per il 2024 Yamaha ha pensato ad un bel lifting, che se non ne stravolge il concetto, le dona comunque nuova linfa vitale. La <b>MT a tre cilindri</b> propone nuove sovrastrutture, il serbatoio è stato ridisegnato, e una posizione di guida inedita, con l’obiettivo di offrire maggiore libertà di movimento in sella. Il manubrio è più basso, le pedane sono più arretrate e rialzate: meno motardona, <b>più naked vera e propria</b>. È nuova anche tutta l’estetica, con un frontale anteriore che ricorda e non poco la maschera dell’armatura di Iron Man.&nbsp;</p>
<p>Rivisti l’airbox, il <b>cambio elettronico</b>, di terza generazione, l’impianto frenante anteriore, che prevede ora una pompa radiale Brembo. Il comparto sospensioni non cambia in modo sostanziale: la forcella è sempre una Kayaba rovesciata da 41 mm ma con una nuova taratura; il mono, sempre firmato KYB, guadagna leveraggi con una cinematica differente. <b>Aggiornata l’elettronica</b>, con più parametri personalizzabili e un nuovo display da 5”. La MT-09 2024 sarà disponibile dal prossimo marzo al prezzo di 11.159 euro chiavi in mano, anche in versione 35 kW.</p>
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Yamaha MT-09

La MT-09 è un modello conosciuto e stra conosciuto, tra l’altro al limite della premessa iniziale di “naked medie”. Per il 2024 Yamaha ha pensato ad un bel lifting, che se non ne stravolge il concetto, le dona comunque nuova linfa vitale. La MT a tre cilindri propone nuove sovrastrutture, il serbatoio è stato ridisegnato, e una posizione di guida inedita, con l’obiettivo di offrire maggiore libertà di movimento in sella. Il manubrio è più basso, le pedane sono più arretrate e rialzate: meno motardona, più naked vera e propria. È nuova anche tutta l’estetica, con un frontale anteriore che ricorda e non poco la maschera dell’armatura di Iron Man. 

Rivisti l’airbox, il cambio elettronico, di terza generazione, l’impianto frenante anteriore, che prevede ora una pompa radiale Brembo. Il comparto sospensioni non cambia in modo sostanziale: la forcella è sempre una Kayaba rovesciata da 41 mm ma con una nuova taratura; il mono, sempre firmato KYB, guadagna leveraggi con una cinematica differente. Aggiornata l’elettronica, con più parametri personalizzabili e un nuovo display da 5”. La MT-09 2024 sarà disponibile dal prossimo marzo al prezzo di 11.159 euro chiavi in mano, anche in versione 35 kW.

<div class='descrGalleryTitle'>Benelli Tornado Naked Twin 500</div><div class='descrGalleryText'><p>Lei è probabilmente <b>la più convenzionale</b> tra le moto qui trattate, nessuna strana soluzione elettronica né frazionamenti o architetture particolari. Il nome che ripesca dal cilindro è però caro a molti ed è <b>parte della storia Benelli</b>. La nuova Tornado in versione naked, ricordiamo che ci sono anche le carenate con lo stesso nome, è mossa dal fortunato bicilindrico parallelo della TRK 502, rivisto in qualche dettaglio per adattarsi alla nuova destinazione d’uso e aggiornato alla normativa Euro 5+, che la pone all’estremo opposto del segmento “naked medie” rispetto alla Yamaha MT-09. Il telaio è un <b>traliccio in acciaio</b> ed è abbinato a forcellone tradizionale senza leveraggio progressivo per il mono. All’avantreno si trova una forcella rovesciata da ben 50 mm e i freni prevedono un impianto anteriore con dischi da 320 mm e pinze radiali a quattro pistoncini.&nbsp;</p>
<p>Della nuova Tornado, più che le soluzioni tecniche conservative (dalla parte di oriente da cui proviene non abbiamo ancora visto vera innovazione, laggiù si bada al sodo e a prezzi aggressivi), colpisce il <b>design caratteristico</b>, con un frontale ricco con proiettore DRL e una particolare forma a T, fanale posteriore integrato nelle frecce e una <b>presenza scenica generale</b> che non tradisce i soli 500 cc. Sarà disponibile nel primo semestre del 2024 ad un prezzo ancora non comunicato.</p>
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Benelli Tornado Naked Twin 500

Lei è probabilmente la più convenzionale tra le moto qui trattate, nessuna strana soluzione elettronica né frazionamenti o architetture particolari. Il nome che ripesca dal cilindro è però caro a molti ed è parte della storia Benelli. La nuova Tornado in versione naked, ricordiamo che ci sono anche le carenate con lo stesso nome, è mossa dal fortunato bicilindrico parallelo della TRK 502, rivisto in qualche dettaglio per adattarsi alla nuova destinazione d’uso e aggiornato alla normativa Euro 5+, che la pone all’estremo opposto del segmento “naked medie” rispetto alla Yamaha MT-09. Il telaio è un traliccio in acciaio ed è abbinato a forcellone tradizionale senza leveraggio progressivo per il mono. All’avantreno si trova una forcella rovesciata da ben 50 mm e i freni prevedono un impianto anteriore con dischi da 320 mm e pinze radiali a quattro pistoncini. 

Della nuova Tornado, più che le soluzioni tecniche conservative (dalla parte di oriente da cui proviene non abbiamo ancora visto vera innovazione, laggiù si bada al sodo e a prezzi aggressivi), colpisce il design caratteristico, con un frontale ricco con proiettore DRL e una particolare forma a T, fanale posteriore integrato nelle frecce e una presenza scenica generale che non tradisce i soli 500 cc. Sarà disponibile nel primo semestre del 2024 ad un prezzo ancora non comunicato.

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