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Shifty 900, la moto col cuore della Fiat 127

Redazione
dalla Redazione il 12/08/2022 in Moto & Scooter
Shifty 900, la moto col cuore della Fiat 127
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Un salto indietro nel tempo: alla fine degli Anni 70 un tecnico padovano realizzò una moto sfruttando il motore della Fiat 127. Una storia tutta da ricordare

Una moto col cuore di auto. Oppure un'auto/moto. Oppure... fate voi. Quello che è certo è che la Shifty 900 rappresenta uno dei tanti esempi del genio italiano che, negli scorsi decenni, epoche decisamente pionieristiche, permetteva a chiunque - o quasi - di realizzare un sogno. Prendete ad esempio Ugo Grandis, un tecnico padovano che, alla fine degli Anni 70, decise di realizzare una maximoto col motore... della Fiat 127.

La sua idea non era peregrina: approfittando sia della grande diffusione della 127, sia del crescente desiderio di maximoto, Grandis pensò di vendere la sua moto senza motore, decisamente più economica di qualunque altra concorrente e, quando serviva, trasferirci (to shift, inglese) il motore della propria automobile.

L'idea di Grandis aveva un suo perché, in anni nei quali comprare una maxi giapponese era un lusso per pochi. E, approfittando della semplicità meccanica della Fiat 127, lo stesso tecnico realizzò un manuale per trapiantare il motore della 127 dall'auto alla moto con relativa facilità.

 

COM'ERA FATTA

La Shifty 900 aveva, come detto, il motore della Fiat 127: la moto poteva nascere sia senza di esso, sia con propulsore installato e quindi pronta all'uso. Si trattava di un 4 cilindri in linea da 903 cc con 45 CV di potenza, con valvole in testa e albero a camme laterale. I carburatori erano dei Weber 30 IBA 22. Il cambio in blocco era a 4 marce sincronizzate. Il comparto freni vedeva un doppio disco anteriore, e un tamburo posteriore. Il telaio era un doppia culla continua in tubi d'acciaio, con forcella telescopica e doppio ammortizzatore posteriore; i cerchi erano entrambi da 18 pollici. Il peso non era da poco: parliamo di 269 chili a secco. La velocità massima invece era di 170 km/h, mentre i consumi dichiarati erano di 5 litri/100 km.

La moto, interamente realizzata da Grandis, era un riuscito mix di componenti presi a prestito da altri modelli di maxi dell'epoca: telaio e sovrastrutture erano originali, mentre la sella è della Benelli 750 Sei, avantreno e retrotreno erano presi a prestito dalla Laverta 750 SF, mentre le marmitte erano della Moto Guzzi 1000 SP. La strumentazione, invece, era la stessa della Fiat 127.

 

ALTERNE (S)FORTUNE

L'idea di Grandis, per quanto folkloristica, interessò più i giornali di settore che gli appasionati: tra il 1977 e il 1982 furono solo una settantina gli esemplari che uscirono dalla sua officina di Busa di Vigonza. Nonostante lo scarso successo commerciale, l'epopea della Shifty è rimasta una chicca per intenditori: ancora oggi ne circolano alcuni esemplari in Italia, perfettamente funzionanti. Grandis - scomparso nel 1998 - ne sarebbe fiero.

 

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