Non c’è nessun dubbio: in Casa Triumph la moto dell’anno è – senza timore di essere smentiti – la Trident 660, un mezzo che ha convinto da subito sia per i suoi contenuti tecnici sia per la sua linea, un punto di incontro ben riuscito tra tradizione e modernità. Se già da fermo la Trident 660 (GUARDA IL VIDEO) ha sedotto tanti appassionati in un lampo, anche a livello dinamico l’inglesina ha saputo strappare applausi fin dalla prima presa di contatto, grazie a un mix ben riuscito di semplicità  - grazie a una ciclistica immediata – e personalità, che deriva in primis dal motore tre cilindri, un’unicità nel mondo delle medie di 600/700 cc (GUARDA IL VIDEO DELLA COMPARATIVA 2, 3 E 4 CILINDRI).

Sciocco sarebbe stato, in casa Triumph, non pensare di declinare tale progetto ad altre tipologie di moto, per più motivi. Il primo: quelli che stiamo vivendo non sono più tempi di “unicità di prodotto”, come poteva accadere per esempio qualche decennio fa, ma di “piattaforme” ed “economie di scala”. Il secondo: il mondo delle crossover è quello che, più di tutti, vive un periodo di fermento senza pari.

DA NAKED A CROSSOVER

E partendo da questi principi, a Hinckley, hanno lavorato sodo: sulla base della Trident 660 nasce oggi la Tiger Sport 660. Un’operazione tanto semplice quanto intelligente. Del resto in Inghilterra devono aver fatto un ragionamento naïf, che suona pressappoco così: "Se un colosso industriale come Yamaha sta sbaragliando il mercato con un prodotto come la Tracer 7 - che condivide la piattaforma della naked MT-07 - perché non buttarci, anche noi, in un segmento che, a quanto pare, piace sempre di più?”.

Il risultato, nelle prime immagini non definitive diffuse dall’Inghilterra, ci fa comunque intuire forme e proporzioni di quella che sarà la crossover media di Casa Triumph. Contenuti e scheda tecnica ancora non si conoscono, ma ci dobbiamo aspettare lo stesso tre cilindri della naked (81 CV a 10.250 giri e 64 Nm a 9.750 giri) e i medesimi contenuti che in questa categoria non si erano ancora visti, come il Ride-by-wire con due mappe integrate con il traction control disattivabile e il display TFT con connettività smartphone. Con molta probabilità la coppia massima sarà espressa a un regime di giri inferiore, a tutto vantaggio del piacere di guida quando si viaggia carichi e in coppia. Sul fronte della ciclistica potrebbe esserci una sella leggermente più alta, abbinata a un manubrio accoppiato a riser visibilmente più alti. Il telaio dovrebbe rimanere la già conosciuta unità in tubi di acciai - con forcellone a banana in alluminio - e medesimo dovrebbe essere anche lo schema delle sospensioni a marchio Showa. Non sappiamo se i valori di interasse resteranno identici, ma non guasterebbe avere un forcellone un po' più lungo a tutto vantaggio della stabilità, anche perché la sella pare essere più ampia e il codone è già dotato di attacchi integrati per borse rigide in plastica.

AMPIA CARENA

Se i due convogliatori ai lati del radiatore sono gli stessi, nella parte superiore la Tiger Sport 660 è dotata di estesa carena con aggressivo profilo a becco (che ricorda vagamente quello della Tiger Sport 1050) e di un parabrezza che, a quanto a pare, pare essere abbastanza esteso. Cambia completamente il portatarga, di tipo tradizionale e ancorato al codone, ora dotato di due ampie maniglie per il passeggero.

Con la 660 si allarga la famiglia delle Tiger Sport, già disponibile anche nella versione di 850. La Tiger Sport 660 si vedrà nella sua livrea definitiva nella prima quindicina di ottobre e avrà come rivale numero uno la Yamaha Tracer 7, oltre alla Kawasaki Versys 650, entrambe con ruote da 17”.

Sarà interessante capire il posizionamento di prezzo, che pensiamo possa essere più vicino ai 9mila che ai 10mila euro, anche perché la 850 parte da 11.600 euro. Come da tradizione Triumph dobbiamo aspettarci una marea di accessori originali (GUARDA QUELLI PER LA TRIDENT 660), ma per avere tutti i dettagli non ci resta che attendere. Ben arrivata “piccola” Tiger Sport.