Con la nuova CB1000R Honda ha ridefinito il concetto di maxinaked: non più moto derivata nell'aspetto e nella concezione dalle sportive, ma capace di introdurre un elemento retrò e classico che dà quel tocco di personalità in più. Nonostante il sensibile salto in avanti da parte della Casa giapponese, però, la "vecchia" CB1000R mantiene ancora oggi, sia nell'estetica sia nei contenuti, una grande modernità.

Primo atto nel 2008

La moto, che ha debuttato in Italia nel 2008, è sempre stata ritenuta un fulgido esempio di progetto ben riuscito. Basta vedere il numero di aggiustamenti che la naked ha avuto nella sua carriera, pari allo zero. Solo qualche revisione cromatica ed estetica nei tre model year (fatta eccezione per l'introduzione dell'ABS dal 2009) testimoniano la bontà di un mezzo che ha conquistato quasi 8mila motociclisti in Italia. Certo, negli ultimi anni la vastissima gamma Honda ha messo leggermente in ombra la CB1000R, che per i primi quattro anni di vita commerciale ha sempre venduto almeno 1.000 esemplari all'anno.

Era però nell'aria che Honda volesse dare nuova linfa a questo modello, il cui destino era già chiaro lo scorso anno quando il motore non era stato adeguato agli standard di emissioni Euro4. Eppure, nonostante la poca promozione di cui ha beneficiato negli ultimi anni, la CB1000R si è sempre difesa bene, rappresentando un caposaldo nel mercato delle naked.

La storia della Honda CB1000R

Disegnata dal centro stile italiano di Honda e assemblata nella fabbrica abruzzese di Atessa, la CB1000R aveva dalla sua un motore quattro cilindri in linea raffreddato a liquido da 998 cc. Si trattava della vecchia unità motrice della CBR "addolcita" e rimappata in modo tale da esprimere il suo carattere pieno e brioso ai medi regimi. Un motore fluido ai bassi e dall'erogazione lineare che rendeva la CB1000R una moto divertente per i piloti più esperti (in fondo i 125 CV a 10mila giri si facevano sentire) ma allo stesso tempo una "bestia" fruibile anche dai motociclisti meno esperti, così come dalle donne. A suo favore giocava anche la posizione in sella, con le braccia poco caricate sul manubrio e con il pilota ben inserito nella sagoma della moto.

Se cercate una Honda CB1000R usata ecco cosa controllare

Sul fronte dell'usato, è facile trovare in circolazione esemplari con un elevato chilometraggio sulle spalle. I 60-70mila km sono una soglia ancora accettabile se è stata fatta una buona manutenzione di base: "Difficile trovare in giro esemplari usati su pista - dice Giuseppe Macchion, concessionario Honda a Legnano (MI) - inoltre il quattro cilindri regge bene l'usura, perché era pensato per non girare forte in alto". L'unica attenzione da mettere in pratica al momento dell'acquisto? Verificare che il telaio non sia stato maltrattato troppo dal precedente proprietario: "Controllate sempre il cannotto di sterzo, nella zona sotto al fermo della forcella: se riscontrate dei segni, significa che la moto ha preso qualche colpo di troppo. In quel caso lasciate perdere", suggerisce il nostro esperto. Decisamente contenuto infine il costo della manutenzione: sono previsti tagliandi ogni 10mila km (a circa 180 euro ciascuno) mentre ogni 80mila conviene dare una registrata alla distribuzione.