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Special: Old Rust by Kanaka, il bello della ruggine

testo e foto Cristiano Morello il 26/08/2015 in Moto & Scooter

C'è chi si tinge i capelli di bianco perché il sale-pepe fa figo... come George Clooney. E c'è chi dà una patina di ossidazione a una bella guzzona per farla sembrare ancora più vintage. Ma dove finiremo?

Special: Old Rust by Kanaka, il bello della ruggine
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La storia della nostra nuova moto è questa. Un pomeriggio di fine febbraio Michele Praderio, il proprietario di Kanaka, mi chiama e mi invita nella sua officina per farmi vedere la sua ultima creatura. Al mio arrivo con orgoglio mi spiega il suo progetto e attraverso le sue parole e il grande entusiasmo che solo i veri "artigiani del ferro" riescono a trasmetterti, provo ad immaginarmi questo nuovo gioiellino di sartoria meccanica che sta per vedere la luce.

La moto che ho davanti a me è ancora tutta da costruire e, nonostante i pezzi siano sparsi qua e là per tutta l'officina, è già abbastanza chiaro che il risultato finale sarà sorprendente.
L'occhio mi cade subito sul serbatoio e sulla sua particolare verniciatura; Micky ne va particolarmente fiero, credo sia proprio il suo asso nella manica. Tempi di consegna, per il futuro proprietario di quella che era una Moto Guzzi 1100 Sport del 1996, fine aprile, inizi di maggio. La vita, però, ci riserva sempre delle sorprese... o meglio la sorpresa la facciamo noi a Michele, perché dopo una riunione con la redazione per decidere la nuova "special" da pubblicare, viene diramato un vero e proprio diktat: "Basta con le scrambler, ne abbiamo fatte fin troppe. È ora di una bella sportiva, una cafe racer. Vedi tu. L'importante è che abbia i manubri bassi!". E così si decide di mettere proprio questa, la Old Rust by Kanaka.

Ho chiamato Michele, che subito ha accolto la notizia con grande entusiasmo... nonostante questo significasse fare le ore piccole in officina (week-end compresi) e darci dentro con la moto! Quindi tempi stretti per i ragazzi di Kanaka, Michele Praderio e Giorgio Ripamonti, che da quella chiamata in poi hanno lavorato giorno e notte per assemblare, costruire e terminare la moto. E non nascondo che a volte mi sono fischiate le orecchie.

Ma chi è il fortunato proprietario della Old Rust? Si chiama Alberto Marengoni, titolare del ristorante e concept store Areadocks di Brescia. La particolarità di questo locale è che tutto ciò che è esposto al suo interno - quindi mobilio, moto, quadri, abbigliamento - è rigorosamente in vendita. Inutile dirvi che lui è un appassionato di moto e che all'interno del suo spazio potete trovarne alcune esposte.

Un'altra curiosità? Alberto è un ex rugbista professionista, tra le varie squadre in cui ha giocato figura la mitica Rugby Milan con cui, negli anni Novanta, ha vinto ben quattro titoli nazionali. E per uno con un fisico così, per uno con due mani forti così, ci voleva una moto da uomini veri, un bel Guzzone.
Il punto forte di questa cafe racer è senza dubbio la finitura del serbatoio, del codone e del cupolino. Qui Kanaka ci ha davvero stupito, meritandosi un bel trenta e lode. Si tratta, infatti, di ruggine vera e propria, un'ossidazione del metallo ottenuta impiegando particolari solventi. Acido, acqua e sale miscelati con piglio da stregone provocano un'ossidazione quasi immediata. A fermare il processo interviene poi un carrozziere "connivente", che applica uno strato di trasparente. Dicono sia stato un vero lavoraccio.

Good idea, bravi ragazzi. Il risultato è favoloso e la scelta di questo particolare trattamento dà un tocco vintage alla moto. A completare l'opera il fanalino posteriore di una moto inglese degli anni Sessanta, cerchi verniciati di nero a polvere e le due teste della Guzzi (un tempo dello stesso colore del motore) oggi nere goffrate. Geniale anche la soluzione utilizzata per il codone, che impiega il serbatoio di una vecchia MotoBi. Il vantaggio è triplice: su di esso sono stati ricavati una nicchia in cui sistemare la sella per il passeggero, due tabelle portanumero (su cui spicca un bel numero 2) e al suo interno anche il vano per la batteria.

Per abbellire il retrotreno, il codone è stato forato in tre punti da entrambi i lati. I fori sono stati dotati di una rete metallica nel tentativo di dare quel tocco racing che non guasta mai. Possiamo dire che l'obiettivo è ampiamente raggiunto. Altro trenta e lode per i ragazzi di Kanaka.

Continuiamo con le modifiche della Old Rust: le due marmitte sono state costruite artigianalmente dalle mani esperte di Michele Praderio e poi rivestite nella prima parte con un nastro di color bianco. Il sound che sprigiona il doppio scarico è pieno, cupo al punto giusto e canta che è un piacere. Il cupolino della Guzzi, sempre opera artigianale dei Kanaka boys, è in metallo: le dimensioni sono notevoli e le saldature a vista. Anche la piastra che regge la strumentazione è costruita artigianalmente. E siamo al parafango anteriore.

A noi sinceramente non è piaciuto il colore che è di un bianco che stacca un po' troppo rispetto all'effetto ruggine di tutta la moto; durante lo shooting abbiamo scoperto che il giudizio è condiviso, unica opinione contraria quella di Michele. Per concludere l'opera i Kanaka hanno riesumato una loro passione e cioè un vecchio Volkswagen Maggiolino anni Sessanta da cui hanno preso un faro per posizionarlo sulla parte anteriore della Old Rust. Ecco cosa ci piace dei costruttori di queste moto, il tempo e la passione che mettono nel realizzare questi particolari, che rendono unica la loro "creatura" e che danno prova di grandi doti artistiche e manuali.
Special: Old Rust by Kanaka, il bello della ruggine
Assetto modello asse da stiro. Motore bicilindrico a V con due pistoni così. E due valvole dentro ogni cilindro. Ecco l'identikit delle più fascinose Moto Guzzi con i manubri bassi. Quelli che hanno rivaleggiato (soprattutto con certe Ducati) nel segmento delle "sportive all'italiana". Dure da far girare, ma stabili come rocce. La Moto Guzzi 1100 Sport è una delle ultime di questa preziosa razza in via d'estinzione. La sua linea pura è ancora oggi elegantissima.

Il suo motore da 90 CV a 7.800 giri stantuffa come una locomotiva. Commercializzata nel 1994 a 16.500.000 lire, oggi vale pressoché la stessa cifra, circa 8.000 euro. Quasi un peccato farne una special.
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