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info: https://www.dueruote.it/news/moto-scooter/2014/12/27/gilera-nordwest-600-troppo-avanti-.html
Moto & Scooter

Gilera Nordwest 600: troppo avanti!

Né enduro né stradale, ma il meglio di entrambe. Agli inizi degli anni novanta la Casa di Arcore interpretò a suo modo il concetto dell'allora neonato supermotard, rivestendolo con un abito accattivante. Ma forse era troppo presto

La Gilera Nordwest debuttò nel 1990 e rimase in produzione fino alla chiusura della fabbrica di Arcore nel 1993. Oggi, a distanza di oltre vent'anni, la sua linea, opera del celebre designer Luciano Marabese, non è affatto invecchiata e anche il suo motore monocilindrico è ancora al passo coi tempi
Il collezionista Matteo Milone insieme alla sua fidata Gilera Nordwest
Ci sono moto che non invecchiano… Anzi, che col passare degli anni acquisiscono un fascino che al debutto non avevano, come nel caso della Gilera Nordwest 600 che oggi al suo passaggio cattura più sguardi di certe moto contemporanee. Forse, quando esordì all'inizio degli Anni 90, era troppo avanti per essere compresa e oggi si gode quella celebrità che a suo tempo non riscosse. Del resto non era una supersportiva, non era un'enduro… doveva essere la moto totale, ma ad una generazione di motociclisti cresciuta con categorie ben definite, quell'ibrido non scaldò il cuore, nonostante le buone recensioni apparse sulla stampa specializzata. Ora vogliamo fare un passo indietro, per capire come è nata la progenitrice delle supermotard stradali.
Il progetto Nordwest nacque nella primavera del 1990 dall'estro dell'ingegner Federico Martini, direttore tecnico Gilera, contaminato dalle idee del responsabile allo sviluppo Romolo Ciancamerla, che dopo aver visto le prime supermotard in Corsica, propose l'idea di farne una in serie: fu una scommessa. L'idea piacque ai piani alti, a patto però che il budget per realizzarla fosse contenuto. Il team nato intorno alla Nordwest accettò la sfida, sfruttando quello che già c'era ad Arcore.

Il telaio, il forcellone e tutte le plastiche furono mutuate dalla RC 600 C nota come Cobra dal nome del progetto), anche se il gruppo ottico trapezoidale era quello montato sui modelli della RC destinati al mercato francese. Con l'enduro condivideva anche il motore quattro tempi, il celebre Bi 4 da ben 53 CV. Un mono all'avanguardia che vantava accorgimenti pregiati per la categoria, come la distribuzione a doppio albero con comando a cinghia dentata. Il parafango era ripreso dalla sportiva 125 SP-02, dal quale derivano anche le pinze dei freni, mentre la forcella upside-down era quella progettata per la Saturno 500 e richiese solo nuove piastre. Furono invece fatti ad hoc dalla Grimeca i cerchi di tipo stradale a tre razze. Anche le gomme furono una novità: la Nordwest montava di primo equipaggiamento i Pirelli MT-60RR, pneumatici stradali con un accenno di tassello. Una scelta che ribadiva l'intento di creare qualcosa di mai visto: un mezzo in grado di affrontare qualsiasi percorso.

Il grosso lavoro fatto dal team di Arcore fu poi definire l'assetto, adattando le sospensioni a un telaio nato per un'enduro al fine di conferire alla moto una grande maneggevolezza e tanta rapidità nello scendere in piega, senza che però si perdesse la stabilità nei curvoni veloci; uno dei problemi maggiori da risolvere - ci ha raccontato Romolo Ciancamerla - fu il fatto che, per rendere reattivo l'anteriore dovettero controbilanciare la grande tendenza a un forte sottosterzo alle basse velocità. Alla fine avanzando la piastra di sterzo si trovò il miglior compromesso, ma del resto, non potendo modificare il telaio, di meglio non si poté fare. I primi test diedero però la conferma di essere sulla buona strada.

I collaudatori, piloti impegnati nelle gare di velocità nazionali, tornavano impressionati dalle performance della Gilera; esaltati di aver sverniciato, sulle curve intorno al lago di Como, smanettoni in sella Il racconto della genesi di questa moto trasuda una passione di altri tempi. Una passione contagiosa che ci ha spinto ad accendere la macchina del tempo per sa lire in sella alla Nordwest e verificare con mano quello che ci è stato raccontato. Decidiamo così di cercarne una ben conservata. E grazie agli amici del Moto Club Gilera 4T entriamo in contatto con Matteo Milone, che ne possiede una in buono stato. Ha poco più di 30.000 km e lui stesso dopo averla scovata nel box di un amico ferma da anni, si limita solo a farle la manutenzione, tanto è ancora robusta. "Potete farci di tutto!" ci dice Matteo usciti dal suo garage. "D'accordo, se si può giocare, non ci tiriamo indietro" replichiamo e andiamo spediti alla ricerca di una strada tortuosa. Se quello che ci hanno detto è vero, ci sarà da divertirsi!

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Guidare la Nordwest oggi non è un salto nel tempo, anzi. La posizione di guida è ben ideata e il manubrio largo dà una sensazione di controllo elevato. Anche le pedane consentono di sentire la moto e di indirizzarla dove si vorrebbe. Ci si ricorda di essere alla guida di una moto degli Anni 90 solo quando si guarda la strumentazione. Piccola, squadrata, completamente analogica, sente il peso del tempo, così come i comandi sul manubrio. Trovata la strada, affrontiamo il percorso come fossimo in sella a una moto nuova e, la "vecchia" Nordy, così la chiamano i suoi appassionati, non delude... Per lei gli anni sembrano essersi fermati. Il suo mono ha ancora carattere da vendere e nonostante sotto sia un po' vuoto, quando si spalanca l'acceleratore in allungo supera i 160 km/h.

Nel misto all'inizio va capita, ma una volta presa la mano il divertimento non è da meno. Per quel poco che l'abbiamo guidata, ci vien naturale pensare che moto ben più potenti ancora oggi su un percorso tutto curve farebbero fatica a tenere il suo passo. Anche i freni, seppure non abbiano la grinta di un impianto moderno, hanno un bel mordente. Mentre ci sfoghiamo la Nordwest ci asseconda, nonostante l'età non ha il fiato lungo e affronta anche un breve tratto in off-road senza scomporsi. Alla fine avevamo ragione: la Nordwest era davvero avanti. Se ora state fantasticando di trovarne una, cercate bene: con un po' di fortuna, con meno di 1.500 euro si trova ancora... buona caccia! Vai alla gallery, clicca qui!

Il collezionista, Matteo Milone
Matteo Milone, classe 1966, proprietario della Gilera Nordwest che vedete in queste pagine, non è solo un collezionista a cui piace contemplare e coccolare le sue bellezze sul cavalletto. È un appassionato che le sue moto le usa appena può: dalle strade della Val Trebbia, a quelle della Corsica, ai deserti della Tunisia. Ma il viaggio lungo, quello vero, deve ancora farlo e chissà che non scelga proprio la fidata Nordwest per quest'avventura. Fu folgorato subito da questa moto, ma le loro strade si incontreranno solo vent'anni dopo: "La prima Nordwest l'ho vista nei pressi di Monza nel 1992. In quel periodo stavo spendendo cifre da capogiro per arredare la casa e chiesi alla mia futura moglie se si potesse risparmiare qualcosa sui comodini e farci stare nel cifrone anche una moto. La risposta la puoi immaginare... Adesso - commenta ridendo - ho la Nordwest, altre sette moto e… una moglie in meno". Per le monocilindriche degli Anni 90 Matteo ha poi un culto speciale, oltre alla Nordwest nel suo garage ci sono una splendida Suzuki DR Djebel 650, una Gilera RC 600 C e soprattutto tutti i pezzi necessari per trasformarla nella versione più estrema, la replica di quella che ha partecipato alla Dakar con ottimi risultati.

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Epoca: Gilera Norwest 600
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