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BMW R nineT, se la special è di serie

di Christian Cavaciuti il 17/10/2013 in Moto & Scooter

La roadster (in copertina su Dueruote attualmente in edicola) raccontata da Edgar Heinrich, direttore del design di BMW. Che ci svela anche alcuni retroscena

BMW R nineT, se la special è di serie
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C'è stato un lungo momento, dalla metà degli anni Novanta e per tutto lo scorso decennio, in cui il design BMW è stato in mano a due americani: il vulcanico Chris Bangle per la parte auto e il più pacato David Robb per la parte moto. È stato un decennio di grande rinnovamento dell'immagine BMW sia a due che a quattro ruote, e di altrettanti grandi successi commerciali. Ma il tempo passa, e le aziende per sopravvivere devono rinnovarsi: ecco allora che lo stile di Monaco torna in mani europee: l'olandese Adrian Van Hoydoonk per le quattro ruote e il tedesco Edgar Heinrich per le due ruote. Heinrich, 55 anni ben portati, è in carica da poco più di un anno e ha già varato due progetti fondamentali come la BMW R 1200 GS a liquido e ora la roadster NineT.

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Edgar, con il tuo predecessore David Robb abbiamo avuto molte discussioni. Una volta ci disse che il design delle auto alterna periodi di forme tonde a periodi di forme affilate, e che questa regola vale praticamente da sempre. Dato che sotto David ha prevalso il trend delle forme affiliate, asimmetriche e personali, cosa dobbiamo aspettarci ora sotto la tua direzione?
"Io e David abbiamo lavorato insieme per anni, fin dal 1993 (Edgar ha però lavorato in Bajaj dal 2009 al 2012 ndR), e in modo sempre produttivo, con un bello scambio di idee. E negli ultimi anni della sua gestione ero capo del Vehicle Design, per cui già solo per questo non dovete aspettarvi cambiamenti radicali… In realtà il paragone tra design auto e design moto non è così immediato, perché il mercato moto è composto da molti segmenti, in ciascuno dei quali valgono regole diverse. Non si può per esempio dire in generale che le linee affilate siano automaticamente sinonimo di sportività. Per questo ormai da molto tempo cerchiamo di avere linguaggi formali specifici, ad esempio l'aspetto della GS, grezzo e tecnico, è molto diverso da quello della RT, aerodinamica e confortevole. Più che le regole generali, conta in che segmento sei e cosa vuoi esprimere".

Veniamo allora a quello che volete esprimere. In campo automobilistico, è evidente come BMW si stia spostando da un'impronta sportiva a un'impronta più eco-hi-tech. Questo trend resterà appannaggio dei veicoli elettrici o contagerà anche quelli convenzionali?
"In futuro l'area della mobilità urbana, già oggi molto sviluppata, avrà una fisionomia ancora più delineata e indipendente. Io sono convinto che un veicolo elettrico debba comunicare la sua diversità da subito, fin dall'aspetto: specie se, come la nostra auto i3 o il C evolution, è un veicolo pensato per essere elettrico. Se lo è tecnicamente, deve esserlo anche stilisticamente. Dall'altra parte però, ci sarà sempre chi vede il lato divertente del trasporto, e per loro ci saranno moto come la NineT".


Parliamo allora della NineT. È un caso che abbiate voluto celebrare il novantesimo anniversario con una moto di questo genere?
"Un po' sì! (ride). In realtà l'idea della NineT non è molto nuova: nasce da una special che un ragazzo del nostro team aveva fatto per sé. Da quella è nata la concept Lo Rider del 2008, e poi la R 1200 NineT. Per un designer, del resto, l'idea della customizzazione è in un certo senso ovvia: è quello che tutti noi facciamo tutti i giorni (o tutte le notti) con le nostre moto. Ma si sposa perfettamente con la tendenza moderna verso l'individualismo, e il 90° anniversario era una coincidenza appropriata, anche perché giustificava il fatto di riappropriarsi di tanti nostri stilemi storici".

La moto è in effetti sorprendente per la cura che le avete riservato. Ricordiamo solo una moto altrettanto curata nella vostra storia: la R 1200 C, gran bell'oggetto che però non riscosse troppo favore, perché?
"È vero, anche la R 1200 C era raffinata e andava un po' nella direzione della NineT, pur con obiettivi diversi. Non ha avuto il successo che speravamo, è vero, ma forse perché non è arrivata al momento giusto. Avremmo dovuto crederci di più, tenerla in gamma più a lungo: tanta gente la cerca ancora oggi".

Qual è l'elemento della NineT di cui sei più orgoglioso?
"La possibilità di customizzarla. È veramente qualcosa di nuovo, qualcosa di moderno: è come i sistemi operativi aperti dei computer e dei telefoni, che lasciano spazio alla creatività di chi vuole sviluppare qualcosa di suo. Ed è stata una sfida tecnologica notevole".

Ultima domanda: adesso c'è la R NineT che è un po' il riassunto della vostra storia. Ma se dovessi scegliere una BMW da spedire su Marte per far capire ai marziani qual è l'essenza del marchio, manderesti la NineT o la GS?
"Manderei la R5 del 1937! Su quella moto ci sono già tutti gli elementi che stanno al cuore del marchio BMW".
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