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Yard Built Yamaha by Wrenchmonkees

di Alfredo Verdicchio il 12/11/2012 in Moto & Scooter

Prende il via una nuova sfida per i preparatori di tutto il mondo, realizzare special sulla base di moto di Iwata che siano riproducibili - più o meno - da chiunque nel proprio garage oppure acquistando gli appositi kit che verranno realizzati dagli stessi ideatori di queste opere

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Dopo gli esperimenti ipertrofici nati sotto il segno "Hyper Modified" del TMax (di Ludovic Lazareth, Roland Sands e Marcus Walz) e della VMax (Roland Sands, Marcus Walz, Abnormal Cycles e Ludovic Lazareth) la casa dei tre diapason lancia una nuova sfida al mondo dei customizer: realizzare della Yard Built (ovviamente sulla base di moto Yamaha) dalle quali verranno realizzati poi i rispettivi kit di trasformazione.
I primi a raccogliere il guanto di sfida è la danese Wrenchmonkees, nata nel 2008 per iniziativa di per Nielsen e Nicholas Bech, che si sono cimentati nella realizzazione di questa bellissima café racer su base XJR1300.
Una scelta perfetta, perché poche moto si potrebbero adattare al ruolo di una Seventies come la modern classic giapponese, che non ha bisogno nemmeno di essere ricostruita da zero: telaio in tubi c'è, al posteriore non manca una bella coppia di molloni e il motore ad aria così alettato sembra proprio di quei tempi lì.
La trasformazione non è stata comunque semplice, perché se da una parte la coppia di danesi ha mantenuto l'ossatura originale insieme al serbatoio (complimenti per la scelta cromatica del verde oliva opaco) e ha sostituito l'avantreno con piastre e semimanubri realizzati ad hoc per stringere invece forcella e pinze freno della modernissima Yamaha YZF-R1, dall'altra ha ridisegnato il codino, riproducendone uno, rigorosamente monoposto e degno delle moto da corsa degli Anni 70, con tanto di trapuntino in pelle elegantemente rivettato sulla struttura portante.
La difficoltà vera è stata nascondere tutti i cablaggi propri delle modo odierne, celati alla fine all'interno del codone, con la batteria originale sostituita da una più piccola batteria al litio e ben nascosta dietro al motore. In linea con il look delle café racer le scelte relative allo scarico in acciaio dalla classica linea a tromboncino, l'adozione di ruote da 19 pollici all'anteriore e 18 al posteriore e infine, il lavoro di carteggio e sabbiatura operato sul telaio, che ora sfoggia un effetto acciaio bruciato davvero vintage.
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