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Yamaha FJR 1300: pronta per partire

di Stefano Gaeta il 23/10/2012 in Moto & Scooter

La maxitourer di Iwata cambia vestito e non solo: sfoggia il controllo di trazione e la doppia mappatura ed è in arrivo anche la versione AS che, al cambio robotizzato, abbinerà le sospensioni semi-attive. Già disponibile a 17.690 euro

È un periodo di fermento nel settore delle maxitourer: le Case sgomitano e la Yamaha ha ritenuto fosse arrivato il momento di mettere mano alla propria globe-trotter, la FJR1300.


Lanciata nel 2001, la maxi di Iwata ha subito diverse evoluzioni fino al 2006, anno in cui alla versione standard di affiancò la AS, dotata di cambio servoassistito che permette di cambiare rapporto senza l'utilizzo della frizione.
Risultato? 95.000 esemplari venuti nel mondo, un successo concentrato soprattutto nei mercati nordeuropei. Ma oggi, come dicevamo, la FJR si evolve: la linea della carenatura è più moderna e meno squadrata, come il design del frontale e del gruppo ottico anteriore, ora caratterizzato da due aggressive file di led, mentre il parabrezza è dotato (di serie) della regolazione elettrica.
E ora scopriamola!
Yamaha FJR 1300: pronta per partire
La FJR 1300 A è già disponibile presso i concessionari al prezzo di 17690 euro

Le maxitourer non sono proprio delle libellule e la FJR, con 289 kg di peso in ordine di marcia (col serbatoio pieno) non fa eccezione: meno male, quindi, che le masse siano ben centrate e che la sella non sia troppo alta, così anche i piloti di statura media riescono a poggiare saldamente i piedi a terra rendendo più sicure le manovre da fermo.

Abbiamo provato la versione A, ossia quella dotata di trasmissione di tipo tradizionale. Già dai primi chilometri, nel congestionato traffico cittadino di Madrid, la FJR è maneggevole e le borse laterali (di serie e in tinta con la carrozzeria), aderenti al corpo della moto, non rendono impacciati gli slalom tra le auto.

Come è normale per una granturismo, la FJR 1300 dà il massimo sulle strade ad alto scorrimento. Veloce, stabile e protettiva, coccola il pilota con dotazioni di alto livello tra le quali un nuovo cruise control facilissimo da utilizzare.
Dopo un tratto di superstrada iniziamo a inerpicarci in montagna tra ampi curvoni dall'asfalto pressoché perfetto. Qui la FJR 1300 chiede di essere condotta in maniera rotonda, senza forzare le discese in piega e gli ingressi in curva: la signora non gradisce le maniere forti, insomma. Trattandola come una sportiva, infatti, vengono alla luce alcuni limiti della ciclistica, in particolare la forcella scarsamente frenata (soprattutto nel ritorno idraulico) e l'ammortizzatore posteriore che "pompa" quando la superficie stradale non è perfettamente liscia.

Difetti sui quali interveniamo alla prima sosta, registrando la forcella e posizionando su "hard" il selettore del precarico posteriore: la moto si mostra da subito molto più docile e precisa, comunicando al pilota maggiore confidenza.

Il fascino della FJR 1300 è il suo motore!

Yamaha FJR 1300: pronta per partire
Dai primi mesi del 2013 sarà disponibile la versione AS, prima moto giapponese dotata di sospensioni a controllo elettronico. Oltre che del sistema di cambio semiautomatico ulteriormente perfezionato. Costerà 19690 euro

Il motore ha una schiena da lottatore di Sumo: con 138 Nm di coppia a 7000 giri la spinta non manca mai, anche se l'elettronica gioca il suo ruolo nell'imbrigliare i 146 CV di potenza massima. L'apertura ideale dei corpi farfallati viene infatti gestita dall'acceleratore elettronico YCC-T (Yamaha Chip Controlled Throttle) che, dialogando con la centralina, stabilisce la corretta miscela aria-benzina.

La doppia mappatura è una delle maggiori novità della FJR my 2013: agendo sul blocchetto destro si può scegliere tra la mappa T, più morbida, e la S, più sportiveggiante ma certamente non cattiva. Anzi, chi si aspetta progressioni furibonde potrebbe restare un po' deluso.
Nuovo anche il controllo di trazione TCS (disinseribile), davvero poco invasivo, al punto che, pur affrontando le curve con decisione, non abbiamo mai visto la spia accendersi per segnalare il suo intervento.
Il cambio è in linea col carattere turistico della moto e va usato in maniera fluida, senza forzarlo. Diversamente, ricambia con qualche lieve impuntatura ed innesti un po' troppo contrastati. Morbida e modulabile la frizione.

Arrivati in alta montagna, cominciamo una lunga discesa che ci permette di testare l'impianto frenante, dotato di ABS non disinseribile. La prima parte della frenata è un po' troppo brusca: avremmo preferito un attacco più progressivo anche se, a bilanciare la situazione, pensa un antibloccaggio efficace e correttamente tarato. Ci godiamo gli ultimi chilometri di autostrada in totale relax, grazie al parabrezza sollevato al massimo e al cruise control impostato alla velocità codice, per non vederci recapitare in Italia sgradite cartoline firmate dalla polizia iberica.
Il motore gira sornione poco sotto i 5000 giri e le vibrazioni sono praticamente nulle: questo sì che significa viaggiare coccolati.
E adesso non vediamo l'ora di provare la versione con cambio robotizzato e sospensioni semiautomatiche.

Guarda la gallery!

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