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Moto & Scooter
Momoto MM1, the Petronas returns
di Matteo Cappella
il 05/09/2012 in Moto & Scooter
Battezzata all'anagrafe come FP1, l'ex-superbike malese torna a sognare un debutto stradale cambiando proprietario e nome. Diversi anche i colori delle carene, ma la sostanza tecnica per gli amanti del "vintage" c'è tutta
Molti appassionati della Superbike si ricordano ancora molto volentieri della Petronas FP1 (acronimo di "Fogarty Petronas 1" ndr), patrocinata appunto da "king" Carl Foggy e guidata da un coraggioso Troy Corser. Moto nota anche per via della discutibile livrea verde marino slavato, ma soprattutto per aver fatto letteralmente fuoco e fiamme dagli scarichi per i circuiti di mezzo mondo. Detto che in pista, nonostante l'impegno degli illustri Corser, McCoy, Walker e non solo, i risultati furono ampiamente sotto le attese. Ovvero solo 2 pole e 2 podi in 2 anni. Troppo poco per il munifico sponsor pretrolifero che nel 2006 disse basta alla sfortunata aventura. Intanto, però, della FP1 ne furono prodotti 150 esemplari, parcheggiati in un box dal 2004 per dimostrare di poter correre nel Mondiale delle derivate di serie, come da regolamento dell'epoca. Peccato che poi di FP1 in strada non se ne videro mai.
Tecnicamente, la versione "street legal" del sogno di Fogarty prevedeva un motore tre cilindri da 988,5 cc e 128 CV, con ciclistica studiata a suo tempo dalla Suter e dotata di sospensioni Ohlins e freni Brembo... assiali! Poca, se non del tutto assente, l'elettronica, per un pacchetto tecnico che all'alba del 2012 non brilla certo per freschezza progettuale, modernità e competitività.
Ma ecco che, con queste premesse e tanto entusiasmo, la casa malese Momoto, fondata dall'ex-pilota malese della SBK Dato' Paduka Aiddie A Ghazlan, ha recentemente deciso di rispolverare le Petronas FP1 (guarda caso nel 2010 in un magazzino inglese erano stati "trovati" 60 esemplari ancora perfettamente imballati) e ribattezzarle Momoto MM1. Fortunatamente scegliendo almeno di rinfrescare le colorazioni, ma lasciando inalterato il design caratteristico della moto. Quindi via libera ad un paio di grafiche più sobrie, su due colorazioni di base nero e bianco. Il massimo del minimo per rilanciare un mezzo dall'indiscusso sapore amarcord. Dove resta inalterato anche lo scarico posteriore, meraviglioso lanciafiamme pronto a terrorizzare chiunque abbia il coraggio di mettersi in scia.
Così la Momoto si dice pronta alla vendita della MM1 in tutto il mondo, oltre che operativa su nuovi progetti, come quello di "scarenare" questa moto per farne una scatenata Café Racer. In attesa di scoprire se l'operazione di marketing avrà successo, e il prezzo dell'oggetto in questione, in rete circola anche un video della presentazione ufficiale della MM1 che potete vedere cliccando qui.
Ma ecco che, con queste premesse e tanto entusiasmo, la casa malese Momoto, fondata dall'ex-pilota malese della SBK Dato' Paduka Aiddie A Ghazlan, ha recentemente deciso di rispolverare le Petronas FP1 (guarda caso nel 2010 in un magazzino inglese erano stati "trovati" 60 esemplari ancora perfettamente imballati) e ribattezzarle Momoto MM1. Fortunatamente scegliendo almeno di rinfrescare le colorazioni, ma lasciando inalterato il design caratteristico della moto. Quindi via libera ad un paio di grafiche più sobrie, su due colorazioni di base nero e bianco. Il massimo del minimo per rilanciare un mezzo dall'indiscusso sapore amarcord. Dove resta inalterato anche lo scarico posteriore, meraviglioso lanciafiamme pronto a terrorizzare chiunque abbia il coraggio di mettersi in scia.
Così la Momoto si dice pronta alla vendita della MM1 in tutto il mondo, oltre che operativa su nuovi progetti, come quello di "scarenare" questa moto per farne una scatenata Café Racer. In attesa di scoprire se l'operazione di marketing avrà successo, e il prezzo dell'oggetto in questione, in rete circola anche un video della presentazione ufficiale della MM1 che potete vedere cliccando qui.
Momoto MM1, the Petronas returns
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