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Honda VFR1200F DCT, un test insieme

di Riccardo Matesic e Stefano Borzacchiello. Foto di Massimiliano Serra il 27/06/2012 in Moto & Scooter

I nostri forumisti hanno organizzato un incontro a Roma che ci ha permesso di trascorrere un bel weekend in moto. Per l'occasione abbiamo sottoposto al loro giudizio l'ammiraglia della Casa giapponese. Ecco i loro pareri

Honda VFR1200F DCT, un test insieme
Incontrarsi dal vivo e macinare chilometri insieme su strade bellissime. Questo è lo spirito con cui è nata la Motocarbonara, un appuntamento organizzato dai forumisti di dueruote.it che si è svolto a Roma. Per non farci sfuggire l'opportunità di incontrare i nostri lettori virtuali ci siamo aggregati anche noi della redazione, sfruttando l'evento per iniziare a coinvolgerli nelle nostre prove. Un riconoscimento che dopo anni di militanza sul forum crediamo si meritino.
Per l'esperimento abbiamo scelto una moto davvero particolare e per certi versi discussa, la Honda VFR1200F DCT, la prima sport-touring con trasmissione automatica, una soluzione tecnica innovativa che vede per la prima volta la doppia frizione e il cambio gestiti dalla centralina elettronica. E di fronte a questa piccola rivoluzione molti, spesso per sentito dire, storcono il naso credendo che si tratti di un semplice variatore da scooter. Vero? Abbiamo cercato di dare una risposta alla domanda coinvolgendo i nostri forumisti e trasformandoli per l'occasione in veri tester.
Honda VFR1200F DCT, un test insieme

Lanciato l'appello sul Forum, il tam-tam per raccogliere le iscrizioni e organizzare l'evento dura oltre un mese. Alla fine, dopo centinaia di post e mail arriva il gran giorno. Tutti si ritrovano con le proprie moto un venerdì sera a Roma. E noi ci siamo con la VFR!

Per chi non la conoscesse facciamo un breve ripasso. Questa moto è il fiore all'occhiello della gamma Honda: motore a quattro cilindri a V di 76° da 173 CV, telaio in alluminio e una qualità costruttiva elevata. Il modello DCT ha la stessa ciclistica della versione con cambio manuale, il C-ABS e soprattutto monta un sofisticato sistema di trasmissione elettronica che consente di cambiare le marce scegliendo fra tre modalità: Drive, Sport e Manual.
Le prime due sono interamente comandate dalla centralina elettronica, la terza, invece, consente al pilota di inserire e scalare le marce mediante due pulsanti situati sul blocchetto sinistro. Quando si accende il motore, il cambio si posiziona in folle, occorre quindi scegliere la modalità di guida dal blocchetto di destra e in automatico si innesta la prima marcia. Può sembrare complesso, ma nella pratica il sistema è immediato, come ci confermeranno i forumisti.

E l'emozione di incontrarsi è palpabile. Battute e abbracci non si contano e, con un tour della città in notturna, la Motocarbonara prende il via. Il gruppo si muove ordinato, l'atmosfera è magica: non fa freddo, il cielo è limpido e Roma è più bella che mai. Andrea, alias Multistrangola, l'organizzatore, conosce tutte le viuzze del centro storico e fa da cicerone. Mentre la pattuglia viaggia per le vie della capitale la VFR catalizza gli sguardi e suscita la curiosità di tutti. Ad ogni semaforo i nostri compagni di viaggio ci chiedono che effetto faccia guidare senza le leve di frizione e cambio. "La proverete anche voi - ci tocca ripetere - abbiate pazienza!".

Intanto la città scorre sotto le nostre ruote e, quando ci fermiamo per ammirare San Pietro, nasce spontanea l'idea della foto di apertura del servizio pubblicato sul giornale, con i forumisti intenti a illuminare la VFR con i fari delle loro moto. Il tour è senza soste, passiamo dal Colosseo a Monte Mario e la notte vola.

300 posson bastare

Honda VFR1200F DCT, un test insieme

Il giorno seguente le facce sono tirate dal sonno e dal freddo del mattino, ma i tenaci forumisti sono pronti per il tour: destinazione l'Appennino a est di Roma. Sono oltre trenta le moto in ballo, con la presenza di amici del Multiforum ad aiutare con un servizio staffetta per tenere il gruppo unito.

Vicovaro, Orvinio, il Lago del Turano... il giro prosegue e le moto scorrono in fila ordinata. Ai bivi tutti si aspettano e quando ci si trova a guidare con persone che hanno lo stesso ritmo, ognuno si sente a suo agio. Peccato che l'asfalto sporco nasconda insidie: Stillerman, uno degli ultimi arrivati nel Forum, scivola e infila la sua moto sotto il guardrail. Pochissimi danni per fortuna e come per magia da una borsa degli attrezzi salta fuori una chiave che sembra fatta apposta per smontare la barriera. Si sfila la moto, si rimonta la lama metallica, scappa una risata collettiva e il tour prosegue fra curve e tornanti.

La sosta per il pranzo è a Subiaco dove ad attendere il gruppo c'è uno dei moderatori storici, Duca72, venuto in macchina per incontrare gli amici del web. Se non è amicizia questa! Fra una tappa e l'altra i nostri motocarbonari si alternano alla guida della VFR e iniziano a scambiarsi opinioni; i preconcetti verso la trasmissione automatica cadono via via che la moto passa di mano in mano. Da San Vito Romano a Monte Guadagnolo, si gode un panorama stupendo: alla guida del gruppo si mette un'autorità femminile del forum, Chiara Valentini, che conosce queste strade meglio di chiunque e tutto fila liscio fino alla fine.

Alla sera in hotel sono tutti stanchi, ma felici ed entusiasti. Il gruppo è amalgamato, omogeneo. E la cena a base ovviamente di carbonara, amatriciana e pajata aiuta l'atmosfera conviviale. Non manca il vino dei Castelli... ma solo per chi non guida. La prima Motocarbonara è tutta qui. Una cosa semplice, un'uscita in moto fra amici seguita da una cena. A giochi fatti resta la soddisfazione di essere riusciti a creare un evento di due giorni tra amici... virtuali.

Restano i quattro neoacquisti del Forum, le cinque pagine di commenti, il blog, il report spassoso di Logan (costretto a dormire a casa di Multistrangola, che "russa con le marce... cambiando tonalità"). Resta il proprietario del ristorante che chiede preoccupato se un gruppo di motociclisti farà troppo rumore. "Scherza? Fra noi ci sono fior di professionisti, avvocati, medici, giornalisti...".

E resta il racconto dei forumisti che hanno provato la VFR1200F DCT.

Ecco il loro verdetto.

Honda VFR1200F DCT, un test insieme

Logan: "Ci tocco bene!"
Sul Forum ho letto che avrei potuto provare la VFR ma temevo la sua potenza, il peso e soprattutto la sella alta. Invece… La seduta è bassa e da fermo la moto è ben bilanciata e anche dal mio metro e sessanta riesco a spostarla con facilità. Per me, che guido un comodo Bandit 1200 S, la posizione di guida è un po' troppo sportiva. L'ho trovata lenta negli inserimenti in curva, mentre è molto precisa nell'impostare la traiettoria. Il motore tira tanto e sopra ai 6000 giri è una bestia! Certo è che guidandola aggressiva il peso si fa sentire e la VFR richiede impegno; fa quello che le chiedi ma devi imporglielo.

Snikt: "Il V4 è così fluido"
Ho una Stelvio, ma ad abituarmi alla posizione in avanti del VFR ci ho messo poco: in sella si ha la sensazione di essere abbracciati alla moto e di massimo controllo. Il V4 ha un'erogazione fluida. Il primo impatto è stato scioccante: "andare a vuoto" con la mano sinistra che cerca la frizione prima di partire disorienta. Guardi la pedalina sinistra e manca una leva... e adesso? Poi imposti Drive col selettore alla manopola destra e dai gas e... mi sono ricreduto. Ho scoperto un gusto diverso di guidare potendo sempre disporre della marcia giusta al momento giusto. I freni poi sono potenti e l'ABS fa il suo dovere. Avessi i soldi, la comprerei.

Multibifi: "Meglio in modalità Sport " Avevo molti preconcetti, ma dopo averla provata ho cambiato idea e l'ho trovata divertente e intuitiva. La modalità Drive forse è eccessivamente morbida e fluida e ho avuto la sensazione che snocciolasse le marce fin troppo velocemente. In modalità Sport la preferisco: infatti, il cambio marcia avviene a regimi più elevati. Il motore ha un doppio carattere e mi ricorda un po' il VFR VTec: fino ai 5000-6000 giri spinge, poi si sente la potenza vera. In modalità manuale la cambiata è velocissima e i comandi sono davvero pratici. La trovo comoda e bella, specie in questa livrea bianca.

Desmofilland: "Si guida molto più sicuri"
Non dover pensare a cambiare le marce permette di concentrarsi di più sull'entrata in curva e nella guida. La mappatura Sport è la mia preferita, ma ho apprezzato di più i pulsanti sul manubrio. Al via non ho avuto difficoltà ad abituarmi all'assenza della frizione. Pensavo fosse meno agile e invece ci ho preso subito la mano anche su queste strade così tortuose.

Multilupo: "Cambia dove lo farei io"
L'ho trovata eccezionale! In Sport cambiava quando l'avrei fatto io e i freni sono una bomba. All'inizio, la partenza senza frizione mi ha lasciato perplesso, ma dopo pochi metri ci si abitua e lasci far tutto a lei. Pensavo fosse come uno scooterone, mi sbagliavo alla grande. In città userei la modalità Drive, ma su queste strade tutte curve ho preferito lasciare la modalità Sport: c'è più gusto nella guida e ti rilassa. Ci si gode la strada e ci si diverte maggiormente anche ad affrontare un percorso che non si conosce. Non è poco!

Multistrangola: "Una coperta corta"
Da una moto votata anche al turismo mi aspettavo più comfort e protezione e una posizione di guida più rilassata. Nelle manovre alle basse andature senza la frizione l'ho trovata poco pratica da gestire in particolare nelle svolte strette. Guidarla mi ha divertito un sacco: usare i comandi del cambio sul manubrio e sentire le marce che entrano in rapida successione è una goduria. Mi resta solo il dubbio che con scarsa aderenza non si riesca a modulare bene l'erogazione del gas, in queste situazioni la presenza della leva della frizione secondo me è ancora indispensabile.

Stefano GR: "Che frenata potente!"
Mi sono bastate due curve per trovarla facilissima. Non avere la leva della frizione mi ha messo un po' di paura solo all'inizio. In Drive inserisce le marce troppo rapidamente e ho preferito, anche alle basse andature, la Sport. Quando si innesta la prima, si sente un leggero stacco. Ottimi i freni che hanno un gran mordente: per fortuna c'è l'ABS che nelle frenate decise evita il bloccaggio. Mia moglie non si è trovata comoda con le maniglie ma ha trovato la sella più comoda di quella della nostra Fazer.

Il commento di "Mastic"

Honda VFR1200F DCT, un test insieme

Della VFR1200F DCT affascinano la tecnologia e la qualità costruttiva. Ha un assetto sportivo con un motorone che spinge fortissimo, ma che non esalta: non è tagliente come quello dell'Honda CBR1100XX che posseggo. Il cambio funziona bene: la modalità D è azzeccata per scorrere sulle strade extraurbane in modo molto tranquillo, visto che innesta marce piuttosto lunghe che limitano la trazione.

In città zoppica, perché mantiene il motore a un regime di giri troppo basso mentre in salita si "siede". La modalità S sposta le cambiate di marcia a circa 5500/6000 giri garantendo trazione in percorrenza e un buon freno motore in ingresso curva. Nei tornanti mantiene però la cattiva abitudine di scalare quando si riapre il gas.

Alla fine la soulzione migliore è quella dei paddle sul manubrio. Il sistema rimane un po' brusco quando si parte da fermi e mette in crisi l'assetto se ci si trova su fondi scivolosi, dove servirebbe la capacità di far pattinare la frizione per muoversi senza perdere aderenza o equilibrio.

DCT: elettronica su tutto

Honda VFR1200F DCT, un test insieme

Il nucleo del DCT (Dual Clutch Transmission) è la doppia frizione che gestisce separatamente gli ingranaggi delle marce dispari e di quelle pari. Questo è possibile grazie all'albero primario del cambio che in realtà si compone di due alberi distinti, uno interno all'altro e collegati alle due frizioni coassiali che lavorano dentro alla stessa grossa campana.

Il vantaggio di questa soluzione risiede nella possibilità di ridurre al minimo le fasi "passive" legate all'inevitabile disinserimento della frizione, necessario per passare da un rapporto all'altro: questo limite è superato in quanto il sistema consente di tenere ingranati due rapporti contemporaneamente e di far intervenire prima una frizione (aprendo i dischi) poi l'altra (serrandoli) per passare dalla marcia inferiore a quella superiore (viceversa in fase di scalata). Quindi, mentre una frizione trasmette il moto al primario del cambio, l'altra - aperta e solidale all'altro albero primario "passivo" – permette di ingranare il rapporto inferiore o superiore senza interrompere il flusso di coppia che si trasmette dall'albero motore alla finale a cardano passando per i due alberi del cambio.

Le due frizioni sono azionate da due pompe dell'olio a loro volta gestite da un'elettronica molto sofisticata: tutta la trasmissione è infatti sovrintesa dalla centralina in funzione di svariati parametri e degli input che arrivano dal pilota. Lo stesso vale per l'innesto dei vari ingranaggi ad opera delle forcelle messe in movimento da un tamburo azionato a sua volta da un motore elettrico passo-passo.

Le prestazioni rilevate per la Honda VFR1200F DCT

Honda VFR1200F DCT, un test insieme

Modalità Drive/Sport
Acceleraz. 0-400 m: 12,3/11,4 (s) - 191,7/209,6 (km/h)
Acceleraz. 0-1000 m: 21,7/20,8 (s) - 240,2/246,7 (km/h)
Acceleraz. 0-130 km/h: 6,0/5,1 (s) - 115,7/87,8 (m)
Prova sorpasso 80-130 km/h: 6,0/5,7 (s) - 171,5 161,5 (m)
Frenata 130-80 km/h: 2,4 (s) - 75,7 (m)
Frenata 50-0 km/h: 2,4 (s) - 24,0 (m)
Peso in ordine di marcia con serbatoio pieno: 275,5 kg

Notevole la differenza di prestazioni in accelerazione tra la modalità di cambiata automatica Drive e quella Sport: il gap è dell'ordine di un secondo sia sui 400 m sia sui 1000 m. Stupiscono invece i valori rilevati nella modalità Manual, praticamente coincidenti con quelli registrati nella Sport ad indicare l'ottima logica di funzionamento della centralina elettronica.

Sfoglia la gallery della Motocarbonara con la VFR1200F DCT

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