Moto & Scooter
Honda USA: tre esercizi di stile
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Nel reparto "Research&Developement", ovvero "ricerca e sviluppo" della Honda USA, tre designer hanno realizzato altrettante special, partendo dalla consolidata base tecnica della VT1300, confermando che c'è ancora tanto margine per le nuove idee
l designer dell'R&D della Honda USA hanno creato questa serie di tre special sulla base tecnica della Honda VT1300: si tratta di tre prototipi arditi ed in linea con le tendenza del customizing internazionale, denominati Furious Hardtail, Sabre Switchblade e Stateline Slammer.
La prima è un chopper rigido visibilmente proteso in avanti e dotato del canonico pneumatico posteriore oversize. La seconda è una streetfighter e la terza, la Sateline Slammer, è una bagger con impianto hi-fi da 500 watt!
Furious Hardtail
Furious Hadrtail è un chopper rigido realizzato a partire dalla Honda VT1300 Fury, una custom già abbastanza aggressiva e dunque già di per sé un'ottima base di partenza.
Il designer Nick Renner ha preso questa motocicletta e le ha somministrato una iniezione di stile old school, a partire dalla nuova verniciatura metalflake e proseguendo con modifiche drastiche alla ciclistica che ne hanno fatto un'autentica show bike.
Il telaio di serie ha subito la modifica dell'inclinazione del cannotto che è stato letteralmente "tirato" fino a 45°, ben 7° in più rispetto alla versione standard, mentre la ruota anteriore da 21" è stata sostituita con una da 23", eliminando il parafango.
Il manubrio è stato sostituito da un drag bar di diametro importante, dotato di passaggi interni dei cablaggi, per una maggiore pulizia estetica; il motore è stato rivisto nella disposizione di alcuni particolari come la batteria e il filtro dell'aria, sempre per dare maggior rilievo estetico al glorioso bicilindrico.
Il fender posteriore, montato sul telaio rigido, "calza" attillato sulla grande ruota da 20" a cinque razze, accanto alla quale scorrono i due scarichi, neri e protesi verso l'alto.
Di serie il serbatoio, già sufficientemente aggressivo nella sua forma allungata.
Il designer Nick Renner ha preso questa motocicletta e le ha somministrato una iniezione di stile old school, a partire dalla nuova verniciatura metalflake e proseguendo con modifiche drastiche alla ciclistica che ne hanno fatto un'autentica show bike.
Il telaio di serie ha subito la modifica dell'inclinazione del cannotto che è stato letteralmente "tirato" fino a 45°, ben 7° in più rispetto alla versione standard, mentre la ruota anteriore da 21" è stata sostituita con una da 23", eliminando il parafango.
Il manubrio è stato sostituito da un drag bar di diametro importante, dotato di passaggi interni dei cablaggi, per una maggiore pulizia estetica; il motore è stato rivisto nella disposizione di alcuni particolari come la batteria e il filtro dell'aria, sempre per dare maggior rilievo estetico al glorioso bicilindrico.
Il fender posteriore, montato sul telaio rigido, "calza" attillato sulla grande ruota da 20" a cinque razze, accanto alla quale scorrono i due scarichi, neri e protesi verso l'alto.
Di serie il serbatoio, già sufficientemente aggressivo nella sua forma allungata.
Switchblade
La Switchblade, dal carattere estremamente aggressivo è un progetto di Edward Birtulescu che l'ha disegnata pensando alle gare di accelerazione sulla Drag Strip; sfrutta telaio e motore della VT 1300 ma è stata rivista in ogni dettaglio. La linea è caratterizzata da un baricentro estetico molto basso e da dettagli di chiara impostazione racing.
Le sovrastrutture, minimaliste, sono in fibra di carbonio e sono ispirate al mondo della MotoGP. Il codino è molto corto e aderente alla ruota posteriore, la forcella è rovesciata e regolabile, i semimanubri bassi e la strumentazione digitale integra il sistema di navigazione GPS. I cerchi, anch'essi in carbonio, sono da 21" l'anteriore e da 18" il posteriore, abbinati a poderosi dischi a margherita flottanti. Le sospensioni Ohlins possono essere regolate su tre set-up: cruise, sport e race, agendo su un registro posto sotto la sella.
Il bicilindrico a "V" raffreddato a liquido è stato verniciato nello stesso colore nero del filtro dell'aria.
Il retrotreno è fortemente caratterizzato dalla presenza di un forcellone monobraccio abbinato alla trasmissione finale a catena (tipo 535) e dalla coppia di terminali di scarico corti e in carbonio, rivolti verso l'alto.
Le sovrastrutture, minimaliste, sono in fibra di carbonio e sono ispirate al mondo della MotoGP. Il codino è molto corto e aderente alla ruota posteriore, la forcella è rovesciata e regolabile, i semimanubri bassi e la strumentazione digitale integra il sistema di navigazione GPS. I cerchi, anch'essi in carbonio, sono da 21" l'anteriore e da 18" il posteriore, abbinati a poderosi dischi a margherita flottanti. Le sospensioni Ohlins possono essere regolate su tre set-up: cruise, sport e race, agendo su un registro posto sotto la sella.
Il bicilindrico a "V" raffreddato a liquido è stato verniciato nello stesso colore nero del filtro dell'aria.
Il retrotreno è fortemente caratterizzato dalla presenza di un forcellone monobraccio abbinato alla trasmissione finale a catena (tipo 535) e dalla coppia di terminali di scarico corti e in carbonio, rivolti verso l'alto.
Stateline Slammer
La "Slammer" sfrutta la stessa base meccanica degli altri prototipi (VT 1300) ma vuole reinterpretare in modo ardito il tema "bagger", ovvero le moto di ispirazione turistica dotate di valigie integrate con la scocca. Erik Dunshee ha scelto una carenatura avvolgente da montare sulla forcella upside-down, molto inclinata e abbinata al cerchio anteriore da 23" (fasciato da un parafango particolarmente esteso). All'intyerno del cruscotto è installata la strumentazione elettronica che integra un sistema multimediale con GPS.
Le sospensioni posteriori pneumatiche possono essere regolate sulla massima altezza con escursione di 6" (152,4 mm), oppure essere ribassate fino alla corsa minima di 2,25" (57,1 mm).
L'impianto frenante anteriore è stato modificato montando un disco in materiale composito e una pinza a sei pistoncini.
La carenatura, artigianale, è ampia e protettiva nella zona anteriore, dove un esteso cupolino sovrasta il gruppo ottico circolare fiancheggiato da due proiettori ausiliari; le sovrastrutture si fanno affilate al retrotreno, dove si trovano le borse rigide realizzate in un sol pezzo con il parafango, che strizza l'occhio alle linee delle auto americane degli anni Cinquanta. Nascosti all'interno di una di queste borse, sagomate in modo da nascondere i terminali di scarico, si trovano un subwoofer e un amplificatore che pompano l'impianto stereo fino a 500 watt.
La moto è stata impreziosita da una verniciatura bicolore che abbina il nero metallico satinato al nero perlato.
Le sospensioni posteriori pneumatiche possono essere regolate sulla massima altezza con escursione di 6" (152,4 mm), oppure essere ribassate fino alla corsa minima di 2,25" (57,1 mm).
L'impianto frenante anteriore è stato modificato montando un disco in materiale composito e una pinza a sei pistoncini.
La carenatura, artigianale, è ampia e protettiva nella zona anteriore, dove un esteso cupolino sovrasta il gruppo ottico circolare fiancheggiato da due proiettori ausiliari; le sovrastrutture si fanno affilate al retrotreno, dove si trovano le borse rigide realizzate in un sol pezzo con il parafango, che strizza l'occhio alle linee delle auto americane degli anni Cinquanta. Nascosti all'interno di una di queste borse, sagomate in modo da nascondere i terminali di scarico, si trovano un subwoofer e un amplificatore che pompano l'impianto stereo fino a 500 watt.
La moto è stata impreziosita da una verniciatura bicolore che abbina il nero metallico satinato al nero perlato.
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