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Moto & Scooter
Stuart Garner: la Norton corre
di Alan Cathcart, foto di Kyoichi Nakamura
il 22/12/2010 in Moto & Scooter
L'imprenditore inglese che sta rilanciando il più glorioso marchio britannico fa il punto sui progressi produttivi, commerciali e prepara il rientro nelle competizioni
Il ritorno della Norton è in fase di accelerazione, con Stuart Garner (l'uomo d'affari inglese che nel 2008 ha acquisito il più importante marchio motociclistico del Regno Unito dalla precedente proprietà americana) che in soli 18 mesi è riuscito a far ripartire l'azienda grazie alla nascita della nuova Commando 961, per la quale gli ordini provenienti da tutto il mondo aumentano di giorno in giorno.
Garner, 41 anni, possiede un autentico impero economico, fatto di business engineering, distribuzione di prodotti per bambini, allevamento di animali selvaggi in Sud Africa e produzione di fuochi d'artificio in Gran Bretagna. Nato e cresciuto a Derby, a soli cinque chilometri da Donington Park, dove ha impiantato lo stabilimento della Norton, ha coltivato la passione per le moto fin da ragazzo, possedendo vari modelli sportivi, come le Suzuki RG 250/500 e le Yamaha RD 250/350, oltre a una Kawasaki ZX-6R. Nel 2006, poi, Stuart ha acquistato una percentuale della Spondon, azienda locale specializzata nella realizzazione di telai per moto che in passato ha costruito quello della Norton con motore Wankel, capace di battere la concorrenza giapponese vincendo il titolo Superbike britannico 20 anni fa. Poi, nell'aprile 2008, Garner ha firmato un contratto per l'utilizzo del marchio Norton con l'intento di produrre una nuova generazione di esemplari con motore rotativo. Un accordo che ha portato all'acquisto definitivo nel mese di ottobre dello stesso anno.
Eppure, nonostante la grande rapidità con cui Garner e la sua squadra (composta per la maggior parte da ex dipendenti Triumph) hanno messo in produzione la Commando 961 e i giudizi entusiastici di chi ha avuto la possibilità di provarla, Garner ha già attirato su di sé alcune critiche, soprattutto su internet, circa la lentezza nella consegna delle Commando, facendo sorgere nel popolo del web il dubbio che questo ritardo sia dovuto a una mancanza di capitale. Tuttavia, le recenti voci relative all'intenzione da parte della casa britannica di partecipare al campionato del mondo MotoGP a partire dal 2012 smentiscono di fatto questa ipotesi, avvalorando viceversa quella secondo cui la Norton vuole "correre" ancor prima di "camminare"!
La possibilità di intervistare Garner all'interno dello stabilimento di Donington, mentre i suoi dipendenti erano impegnati a pieno regime nella produzione della Commando, ha dato a Stuart la possibilità di replicare a tali critiche, oltre che di rivelare i suoi piani circa alcuni nuovi modelli Norton previsti nell'immediato futuro.
Eppure, nonostante la grande rapidità con cui Garner e la sua squadra (composta per la maggior parte da ex dipendenti Triumph) hanno messo in produzione la Commando 961 e i giudizi entusiastici di chi ha avuto la possibilità di provarla, Garner ha già attirato su di sé alcune critiche, soprattutto su internet, circa la lentezza nella consegna delle Commando, facendo sorgere nel popolo del web il dubbio che questo ritardo sia dovuto a una mancanza di capitale. Tuttavia, le recenti voci relative all'intenzione da parte della casa britannica di partecipare al campionato del mondo MotoGP a partire dal 2012 smentiscono di fatto questa ipotesi, avvalorando viceversa quella secondo cui la Norton vuole "correre" ancor prima di "camminare"!
La possibilità di intervistare Garner all'interno dello stabilimento di Donington, mentre i suoi dipendenti erano impegnati a pieno regime nella produzione della Commando, ha dato a Stuart la possibilità di replicare a tali critiche, oltre che di rivelare i suoi piani circa alcuni nuovi modelli Norton previsti nell'immediato futuro.
Alan Cathcart - La Norton del nuovo corso ha fatto molta strada in poco tempo, tant'è che, nonostante la produzione della Commando proceda a ritmo spedito, le richieste superano comunque le capacità dell'azienda. Quanti esemplari sono stati costruiti fino a ora?
Stuart Garner - Abbiamo già consegnato circa 100 moto e ne vengono prodotte circa 10 la settimana. In pratica, siamo in ritardo di un paio di mesi rispetto ai nostri piani. Questo perché alcuni nostri fornitori non hanno rispettato i tempi di consegna di alcuni pezzi fondamentali. Adesso, però, abbiamo sistemato le cose e saremo di nuovo allineati con la "tabella di marcia" entro la fine dell'anno.
AC - E' corretto affermare che, forse, siete stati colti un po' di sorpresa dall'incredibile successo che la Commando 961 ha riscosso dopo la sua presentazione al Salone di Birmingham?
SG - Assolutamente sì. È stato incredibile vedere una moltitudine di persone circondare costantemente la nostra moto per tutta la durata della manifestazione. In quei dieci giorni, infatti, abbiamo venduto un sacco di Commando e da quel momento in poi le richieste sono letteralmente decollate. Attualmente abbiamo circa 700 -800 ordini da evadere, provenienti soprattutto dal Regno Unito, ma al momento dell'accettazione abbiamo fatto presente a tutti che ci sarebbe stato un ritardo nelle consegne, anche se stiamo cercando di accelerare i tempi. Di sicuro, ciò non avverrà prima del 2011, anche se questo non sembra scoraggiare i nostri clienti e la cosa, in un certo senso, non può che farci piacere. Come detto, comunque, stiamo facendo del nostro meglio per velocizzare le consegne…
AC - Pertanto, se un cliente intende cquistare una Commando adesso, quanto deve aspettare?
SG - Almeno fino al prossimo febbraio. Questo vale dopo l'aumento della produzione che, a partire dal 2011, sarà di 30-40 moto a settimana. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di realizzare circa 2000 unità in un anno.
AC - È vero che la fornitura del motore ha rappresentato il problema principale nell'avviamento della produzione?
SG - È stato uno dei problemi principali, soprattutto negli ultimi tempi, quando il numero degli ordini è cresciuto a tal punto che l'accordo iniziale che avevamo per la fornitura dei motori non era più sufficiente a coprire la domanda. Per il momento, stiamo producendo la versione SE, caratterizzata dalle ruote in fibra di carbonio e da una tiratura di soli 200 esemplari, dopo di che passeremo alla versione Sport con cerchi a raggi. I primi esemplari verranno consegnati in Inghilterra, dove ci sono i clienti che stanno aspettando da più tempo, poi inizieremo a spedire all'estero. Spero solo che la gente capisca che stiamo facendo del nostro meglio per velocizzare la produzione, senza sacrificare in alcun modo la qualità.
Stuart Garner - Abbiamo già consegnato circa 100 moto e ne vengono prodotte circa 10 la settimana. In pratica, siamo in ritardo di un paio di mesi rispetto ai nostri piani. Questo perché alcuni nostri fornitori non hanno rispettato i tempi di consegna di alcuni pezzi fondamentali. Adesso, però, abbiamo sistemato le cose e saremo di nuovo allineati con la "tabella di marcia" entro la fine dell'anno.
AC - E' corretto affermare che, forse, siete stati colti un po' di sorpresa dall'incredibile successo che la Commando 961 ha riscosso dopo la sua presentazione al Salone di Birmingham?
SG - Assolutamente sì. È stato incredibile vedere una moltitudine di persone circondare costantemente la nostra moto per tutta la durata della manifestazione. In quei dieci giorni, infatti, abbiamo venduto un sacco di Commando e da quel momento in poi le richieste sono letteralmente decollate. Attualmente abbiamo circa 700 -800 ordini da evadere, provenienti soprattutto dal Regno Unito, ma al momento dell'accettazione abbiamo fatto presente a tutti che ci sarebbe stato un ritardo nelle consegne, anche se stiamo cercando di accelerare i tempi. Di sicuro, ciò non avverrà prima del 2011, anche se questo non sembra scoraggiare i nostri clienti e la cosa, in un certo senso, non può che farci piacere. Come detto, comunque, stiamo facendo del nostro meglio per velocizzare le consegne…
AC - Pertanto, se un cliente intende cquistare una Commando adesso, quanto deve aspettare?
SG - Almeno fino al prossimo febbraio. Questo vale dopo l'aumento della produzione che, a partire dal 2011, sarà di 30-40 moto a settimana. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di realizzare circa 2000 unità in un anno.
AC - È vero che la fornitura del motore ha rappresentato il problema principale nell'avviamento della produzione?
SG - È stato uno dei problemi principali, soprattutto negli ultimi tempi, quando il numero degli ordini è cresciuto a tal punto che l'accordo iniziale che avevamo per la fornitura dei motori non era più sufficiente a coprire la domanda. Per il momento, stiamo producendo la versione SE, caratterizzata dalle ruote in fibra di carbonio e da una tiratura di soli 200 esemplari, dopo di che passeremo alla versione Sport con cerchi a raggi. I primi esemplari verranno consegnati in Inghilterra, dove ci sono i clienti che stanno aspettando da più tempo, poi inizieremo a spedire all'estero. Spero solo che la gente capisca che stiamo facendo del nostro meglio per velocizzare la produzione, senza sacrificare in alcun modo la qualità.
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AC - I motori della Commando continueranno a essere acquistati da un fornitore esterno?
SG - Visti i problemi che abbiamo avuto precedentemente, abbiamo deciso di spostare la produzione dei motori al nostro interno. La Norton ha bisogno di gestire in proprio un elemento così importante per l'allestimento del veicolo, anche se non è detto che possa farlo pur avvalendosi comunque di un fornitore esterno, in modo da contare su due linee di produzione parallele e raggiungere così le 40 unità a settimana.
AC - Nel 2011, la produzione della Commando SE sarà già terminata. Ciò significa che la gamma Norton consisterà soltanto nelle versioni Sport e Café Racer?
SG - No, ci sarà una terza versione. Sarà pronta tra poco tempo e rappresenterà una variante molto diversa rispetto alle altre Commando, pur sfruttando lo stesso motore e lo stesso telaio. In azienda la chiamiamo Urban, ma non è detto che questo sia il nome definitivo. Si tratta di una versione dal look più moderno, grazie a un diverso serbatoio, nuove plastiche, un po' di fibra di carbonio e così via. Una moto da usare tutti i giorni, in grado di affrontare il tratto casa-lavoro, traffico compreso, e di dare soddisfazione anche nel finesettimana, durante il classico giro fuoriporta. Avrà un manubrio più alto, una sella biposto, e potrà trasportare anche eventuali bagagli. AC - Due anni fa, quando avete completato l'acquisto della Norton, tra i vostri obiettivi c'era anche quello di realizzare prodotti non necessariamente legati allo stile retrò. Pertanto, adesso che la produzione della Commando è stata avviata, siete pronti a fare il prossimo passo, ovvero cimentarvi nella progettazione di una moto moderna spinta da una motorizzazione inedita?
SG - Certo. Come molti sanno, i tempi necessari allo sviluppo di un nuovo propulsore sono piuttosto lunghi, anche se per un'azienda relativamente piccola come la Norton l'attesa è minore. Servono comunque almeno 18 mesi per produrre un "piattaforma" completamente nuova e immetterla sul mercato, perciò dobbiamo iniziarne lo sviluppo adesso se vogliamo essere pronti nel 2012.
AC - Che tipo di propulsore andrà ad equipaggiare questa nuova gamma?
SG - Sarà un V4 di 1000 cc che verrà sviluppato per modelli con prestazioni e caratterizzazioni estetiche diverse, in modo da ottimizzare gli investimenti necessari per la progettazione, come è già stato fatto da altri costruttori europei.
AC - La cilindrata massima sarà di 1000 cc oppure potrà arrivare anche oltre, così da allargare ulteriormente la gamma attraverso prodotti ancor più diversificati tra loro?
SG - Stiamo ancora considerando questo aspetto, ma non abbiamo ancora preso una decisione definitiva in merito. Ho parlato con i nostri tecnici e mi hanno spiegato che, a differenza di un bicilindrico, un V4 non può passare da 1000 a 1200 cc semplicemente aumentando il valore dell'alesaggio, ma va praticamente rifatto ex-novo. Pertanto, al momento in cui verranno decise le specifiche del propulsore, dovremo stabilirne il dimensionamento in virtù dell'eventuale aumento di cilindrata. Al momento, tra l'altro, non è stato neppure stabilito quale sarà l'angolo compreso tra i cilindri, anche se dovrebbe essere tra i 72° e i 75°.
SG - Visti i problemi che abbiamo avuto precedentemente, abbiamo deciso di spostare la produzione dei motori al nostro interno. La Norton ha bisogno di gestire in proprio un elemento così importante per l'allestimento del veicolo, anche se non è detto che possa farlo pur avvalendosi comunque di un fornitore esterno, in modo da contare su due linee di produzione parallele e raggiungere così le 40 unità a settimana.
AC - Nel 2011, la produzione della Commando SE sarà già terminata. Ciò significa che la gamma Norton consisterà soltanto nelle versioni Sport e Café Racer?
SG - No, ci sarà una terza versione. Sarà pronta tra poco tempo e rappresenterà una variante molto diversa rispetto alle altre Commando, pur sfruttando lo stesso motore e lo stesso telaio. In azienda la chiamiamo Urban, ma non è detto che questo sia il nome definitivo. Si tratta di una versione dal look più moderno, grazie a un diverso serbatoio, nuove plastiche, un po' di fibra di carbonio e così via. Una moto da usare tutti i giorni, in grado di affrontare il tratto casa-lavoro, traffico compreso, e di dare soddisfazione anche nel finesettimana, durante il classico giro fuoriporta. Avrà un manubrio più alto, una sella biposto, e potrà trasportare anche eventuali bagagli. AC - Due anni fa, quando avete completato l'acquisto della Norton, tra i vostri obiettivi c'era anche quello di realizzare prodotti non necessariamente legati allo stile retrò. Pertanto, adesso che la produzione della Commando è stata avviata, siete pronti a fare il prossimo passo, ovvero cimentarvi nella progettazione di una moto moderna spinta da una motorizzazione inedita?
SG - Certo. Come molti sanno, i tempi necessari allo sviluppo di un nuovo propulsore sono piuttosto lunghi, anche se per un'azienda relativamente piccola come la Norton l'attesa è minore. Servono comunque almeno 18 mesi per produrre un "piattaforma" completamente nuova e immetterla sul mercato, perciò dobbiamo iniziarne lo sviluppo adesso se vogliamo essere pronti nel 2012.
AC - Che tipo di propulsore andrà ad equipaggiare questa nuova gamma?
SG - Sarà un V4 di 1000 cc che verrà sviluppato per modelli con prestazioni e caratterizzazioni estetiche diverse, in modo da ottimizzare gli investimenti necessari per la progettazione, come è già stato fatto da altri costruttori europei.
AC - La cilindrata massima sarà di 1000 cc oppure potrà arrivare anche oltre, così da allargare ulteriormente la gamma attraverso prodotti ancor più diversificati tra loro?
SG - Stiamo ancora considerando questo aspetto, ma non abbiamo ancora preso una decisione definitiva in merito. Ho parlato con i nostri tecnici e mi hanno spiegato che, a differenza di un bicilindrico, un V4 non può passare da 1000 a 1200 cc semplicemente aumentando il valore dell'alesaggio, ma va praticamente rifatto ex-novo. Pertanto, al momento in cui verranno decise le specifiche del propulsore, dovremo stabilirne il dimensionamento in virtù dell'eventuale aumento di cilindrata. Al momento, tra l'altro, non è stato neppure stabilito quale sarà l'angolo compreso tra i cilindri, anche se dovrebbe essere tra i 72° e i 75°.
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AC - La prima Norton a quattro cilindri sarà dunque una supersportiva?
SG - Per il momento non lo sappiamo neanche noi. Ad ogni modo, si tratterà di una sportiva carenata oppure di una streetfighter. Il marchio Norton è famoso per la sua caratterizzazione sportiva e i futuri modelli rispetteranno senz'altro questa tradizione. Le competizioni rappresentano un elemento fondamentale per la nostra strategia, perciò aspettatevi dei prodotti che riflettano la nostro indole racing, come accade da oltre 100 anni…
AC - Avete dunque intenzione di sviluppare un V4 da 1000 cc per gareggiare nella categoria Superbike?
SG - Ci siamo confrontati con l'area commerciale su questo punto. Bisogna tenere conto del fatto che siamo una casa costruttrice relativamente piccola, che non ha interesse a ingrandirsi oltremisura. Partecipare alle competizioni per moto derivate di serie rappresenta fondamentalmente una forma di pubblicità per il relativo modello stradale. Pertanto, se il nostro obiettivo è quello di vendere a una ristretta cerchia di clienti la nuova Norton con motore V4, non credo che la partecipazione al Mondiale Superbike rappresenti per noi un investimento vantaggioso. Quindi, ferma restando l'intenzione di impegnarci in ambito agonistico, visto che fa parte della storia del marchio Norton, non ci rimangono che due alternative: la MotoGP e le corse stradali, come il Tourist Trophy e il GP di Macao, che pur non avendo la stessa copertura della Superbike hanno sempre avuto un ruolo fondamentale per questo brand, fin da quando Rembrandt Fowler ha vinto la prima edizione del TT, nel 1907, a bordo di una Norton. La nostra intezione, infatti, è quella di arrivare a vincere di nuovo sull'Isola di Man.
AC - La vostra partecipazione alle corse stradali avverrà con la NRV588 dotata di motore rotativo, con la quale Michael Dunlop ha corso nel 2009 senza troppa fortuna, o con la nuova V4?
SG - Con nessuna delle due. Abbiamo un nuovo motore rotativo basato su un progetto che non ha nulla a che vedere con il precedente. Questo propulsore è stato creato internamente alla Norton da Paul Hunt e verrà testato al banco nelle prossime settimane. È caratterizzato da due rotori e da una cilindrata di 700 cc, secondo quanto stabilito dai regolamenti FIM, che prevedono un rapporto di 1,7:1 tra i motori tradizionali e quelli rotativi. Pertanto, quando i bicilindrici potevano arrivare fino a 1000 cc noi eravamo costretti a non superare i 588, mentre adesso che sono stati portati fino a 1200 cc ci possiamo spingere fino a 700. Se le prestazioni fornite da questa unità saranno quelle che ci aspettiamo, la Norton tornerà a calcare l'asfalto dei circuiti stradali già a partire dal 2011 e il Tourist Trophy non potrà che rappresentare l'evento più importante in calendario.
SG - Per il momento non lo sappiamo neanche noi. Ad ogni modo, si tratterà di una sportiva carenata oppure di una streetfighter. Il marchio Norton è famoso per la sua caratterizzazione sportiva e i futuri modelli rispetteranno senz'altro questa tradizione. Le competizioni rappresentano un elemento fondamentale per la nostra strategia, perciò aspettatevi dei prodotti che riflettano la nostro indole racing, come accade da oltre 100 anni…
AC - Avete dunque intenzione di sviluppare un V4 da 1000 cc per gareggiare nella categoria Superbike?
SG - Ci siamo confrontati con l'area commerciale su questo punto. Bisogna tenere conto del fatto che siamo una casa costruttrice relativamente piccola, che non ha interesse a ingrandirsi oltremisura. Partecipare alle competizioni per moto derivate di serie rappresenta fondamentalmente una forma di pubblicità per il relativo modello stradale. Pertanto, se il nostro obiettivo è quello di vendere a una ristretta cerchia di clienti la nuova Norton con motore V4, non credo che la partecipazione al Mondiale Superbike rappresenti per noi un investimento vantaggioso. Quindi, ferma restando l'intenzione di impegnarci in ambito agonistico, visto che fa parte della storia del marchio Norton, non ci rimangono che due alternative: la MotoGP e le corse stradali, come il Tourist Trophy e il GP di Macao, che pur non avendo la stessa copertura della Superbike hanno sempre avuto un ruolo fondamentale per questo brand, fin da quando Rembrandt Fowler ha vinto la prima edizione del TT, nel 1907, a bordo di una Norton. La nostra intezione, infatti, è quella di arrivare a vincere di nuovo sull'Isola di Man.
AC - La vostra partecipazione alle corse stradali avverrà con la NRV588 dotata di motore rotativo, con la quale Michael Dunlop ha corso nel 2009 senza troppa fortuna, o con la nuova V4?
SG - Con nessuna delle due. Abbiamo un nuovo motore rotativo basato su un progetto che non ha nulla a che vedere con il precedente. Questo propulsore è stato creato internamente alla Norton da Paul Hunt e verrà testato al banco nelle prossime settimane. È caratterizzato da due rotori e da una cilindrata di 700 cc, secondo quanto stabilito dai regolamenti FIM, che prevedono un rapporto di 1,7:1 tra i motori tradizionali e quelli rotativi. Pertanto, quando i bicilindrici potevano arrivare fino a 1000 cc noi eravamo costretti a non superare i 588, mentre adesso che sono stati portati fino a 1200 cc ci possiamo spingere fino a 700. Se le prestazioni fornite da questa unità saranno quelle che ci aspettiamo, la Norton tornerà a calcare l'asfalto dei circuiti stradali già a partire dal 2011 e il Tourist Trophy non potrà che rappresentare l'evento più importante in calendario.
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AC - Quali sono le strategie in merito alla MotoGP? Tra gli addetti ai lavori, c'è chi sostiene che la Norton potrebbe addirittura debuttare nel 2012.
SG - Diciamo che è una questione di priorità. Come ho detto prima, Norton rappresenta un marchio profondamente legato alle competizioni. Al momento, però, è troppo presto per un impegno da parte nostra nel campionato del mondo. Non dimentichiamoci che la Norton del nuovo corso ha solo due anni di vita! La nostra attenzione deve essere concentrata sulla consegna delle moto ai clienti che ci hanno supportato con i loro ordini, versando un acconto. Poi, ci sarà tempo per pensare al campionato del mondo. È un mondo cui la Norton appartiene e dobbiamo senz'altro fare in modo di tornare a farne parte nei prossimi anni. Abbiamo le risorse giuste per farlo, grazie anche ai numerosi specialisti locali impegnati in Formula 1. Inoltre, non dimentichiamoci che possediamo la Spondon, che si occuperà della parte ciclistica.
AC - Per quanto riguarda il motore, invece, verrà progettato internamente o affiderete questo compito a un partner esterno, come Ilmor o Cosworth, ad esempio?
SG - Per il nostro V4 verrà probabilmente assunto internamente all'azienda uno specialista inglese. Il fatto che quest'ultimo lavori dentro la Norton rappresenta un aspetto fondamentale. Un conto, infatti, è fare una moto con il motore Ilmor, il telaio Suter e un adesivo Norton appiccicato sul serbatoio, un altro è realizzare una vera Norton al 100%.
AC - La Dorna vi ha dato delle garanzie in merito alla vostra eventuale partecipazione alla MotoGP nel 2012?
SG - Sì, abbiamo parlato con Carmelo Ezpeleta e ci è stato detto che avremo la possibilità di schierare due piloti per cinque anni a partire dal 2012. Si tratta di un'ottima cosa, perché ci verrebbero riconosciuti gli stessi diritti dei team ufficiali, tuttavia mi preme sottolineare il fatto che è ancora molto presto per parlarne.
AC - Quando verrà presa una decisione definitiva in merito?
SG – Al più presto. Procrastinare troppo significherebbe non avere il tempo per sviluppare la moto.
AC - Correre nella MotoGP comporta delle spese notevoli. Come riuscirete a finanziare questa operazione?
SG - È chiaro che le vendite della Commando, da sole, non basteranno. Però da qui al 2012 immetteremo sul mercato altri modelli e il nostro volume d'affari, dunque, crescerà. Ad ogni modo, non intendiamo puntare sulle corse a tutti i costi. Se ci sarà la possibilità di farlo senza problemi di budget, bene, altrimenti non intraprenderemo questa strada.
AC - Basterebbe trovare uno sponsor…
SG - Beh, in realtà non è così facile. Oggigiorno, un'azienda non è più disposta a sborsare un sacco di soldi semplicemente per attaccare il proprio adesivo su una moto da corsa. Chi investe pretende molto di più. Ad ogni modo, stiamo la vorando anche su questo aspetto e abbiamo già dei contatti che potrebbero portare a una partnership tra il marchio Norton e altre importanti realtà.
AC - Al di là del fatto che non volete partecipare in forma ufficiale al campionato del mondo Superbike, è ipotizzabile un supporto da parte vostra nei confronti di un team schierato nel BSB o nell'AMA?
SG - In teoria sì, ma solo con persone di nostra fiducia.
SG - Diciamo che è una questione di priorità. Come ho detto prima, Norton rappresenta un marchio profondamente legato alle competizioni. Al momento, però, è troppo presto per un impegno da parte nostra nel campionato del mondo. Non dimentichiamoci che la Norton del nuovo corso ha solo due anni di vita! La nostra attenzione deve essere concentrata sulla consegna delle moto ai clienti che ci hanno supportato con i loro ordini, versando un acconto. Poi, ci sarà tempo per pensare al campionato del mondo. È un mondo cui la Norton appartiene e dobbiamo senz'altro fare in modo di tornare a farne parte nei prossimi anni. Abbiamo le risorse giuste per farlo, grazie anche ai numerosi specialisti locali impegnati in Formula 1. Inoltre, non dimentichiamoci che possediamo la Spondon, che si occuperà della parte ciclistica.
AC - Per quanto riguarda il motore, invece, verrà progettato internamente o affiderete questo compito a un partner esterno, come Ilmor o Cosworth, ad esempio?
SG - Per il nostro V4 verrà probabilmente assunto internamente all'azienda uno specialista inglese. Il fatto che quest'ultimo lavori dentro la Norton rappresenta un aspetto fondamentale. Un conto, infatti, è fare una moto con il motore Ilmor, il telaio Suter e un adesivo Norton appiccicato sul serbatoio, un altro è realizzare una vera Norton al 100%.
AC - La Dorna vi ha dato delle garanzie in merito alla vostra eventuale partecipazione alla MotoGP nel 2012?
SG - Sì, abbiamo parlato con Carmelo Ezpeleta e ci è stato detto che avremo la possibilità di schierare due piloti per cinque anni a partire dal 2012. Si tratta di un'ottima cosa, perché ci verrebbero riconosciuti gli stessi diritti dei team ufficiali, tuttavia mi preme sottolineare il fatto che è ancora molto presto per parlarne.
AC - Quando verrà presa una decisione definitiva in merito?
SG – Al più presto. Procrastinare troppo significherebbe non avere il tempo per sviluppare la moto.
AC - Correre nella MotoGP comporta delle spese notevoli. Come riuscirete a finanziare questa operazione?
SG - È chiaro che le vendite della Commando, da sole, non basteranno. Però da qui al 2012 immetteremo sul mercato altri modelli e il nostro volume d'affari, dunque, crescerà. Ad ogni modo, non intendiamo puntare sulle corse a tutti i costi. Se ci sarà la possibilità di farlo senza problemi di budget, bene, altrimenti non intraprenderemo questa strada.
AC - Basterebbe trovare uno sponsor…
SG - Beh, in realtà non è così facile. Oggigiorno, un'azienda non è più disposta a sborsare un sacco di soldi semplicemente per attaccare il proprio adesivo su una moto da corsa. Chi investe pretende molto di più. Ad ogni modo, stiamo la vorando anche su questo aspetto e abbiamo già dei contatti che potrebbero portare a una partnership tra il marchio Norton e altre importanti realtà.
AC - Al di là del fatto che non volete partecipare in forma ufficiale al campionato del mondo Superbike, è ipotizzabile un supporto da parte vostra nei confronti di un team schierato nel BSB o nell'AMA?
SG - In teoria sì, ma solo con persone di nostra fiducia.
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AC - Per definire una nuova gamma di prodotti serve una persona che, a partire da una stessa base meccanica, sappia caratterizzare ogni singolo modello. Avete già trovato qualcuno che fa al caso vostro?
SG - Stiamo ancora cercando, ma preferiamo non fare nomi. È fondamentale che la prossima generazione di Norton presenti un'immagine coerente con il marchio e che ogni modello abbia una personalità distinta, tale da essere riconoscibile a prescindere dalla scritta Norton sul serbatoio. Perciò, abbiamo bisogno di persone dotate di grande talento, in grado di conferire al nostro brand lo stile e il fascino che merita.
AC - Per attuare le vostre strategie avrete bisogno di una fabbrica più grande di quella attuale. Pensate di espandere lo stabilimento attuale, oppure di trasferirvi altrove?
SG - La Norton rimarrà a Donington Park. Stiamo già discutendo con Kevin Wheatcroft, il nostro "padrone di casa", circa la possibilità di raddoppiare le dimensioni della fabbrica. Fortunatamente, qui lo spazio non manca e siamo in grado di ampliarci in base a quelle che saranno le nostre future necessità.
AC - Due anni dopo l'acquisizione della Norton da parte vostra, che bilancio è possibile fare in merito al rilancio dell'azienda?
SG - Rispetto alle previsioni, direi che siamo un passo avanti in relazione a dove pensavamo di essere 18 mesi fa. Tutto ciò è stato possibile grazie a un gruppo di persone davvero eccezionali. Tuttavia, abbiamo ancora molta strada da fare. Attualmente siamo in 35, ma nel 2011 saremo circa 50 e continueremo a crescere di pari passo quando ingrandiremo lo stabilimento.
AC - Perciò, la vostra risposta a chi sospettava che la Norton navigasse in cattive acque qual è?
SG - Va detto che il rilancio dell'azienda è avvenuto in un momento particolarmente difficile per l'economica mondiale. Tuttavia, proprio per questo motivo, i fornitori con cui abbiamo a che fare sono particolarmente motivati e praticano prezzi più bassi, perché hanno bisogno di lavorare. Allo stesso tempo, però, trovare una banca disposta a finanziare un'operazione simile alla nostra è come cercare un ago in un pagliaio. Al di là del sottoscritto, infatti, l'unico a investire nella Norton è stato Steve Murray, che adesso lavora con noi come business director. Per come la vedo io, comunque, non è un problema di capitale, ma di disciplina. Se si ha la disciplina necessaria per far funzionare le cose si riesce ad andare avanti, indipendentemente dai soldi, altrimenti no, e noi, fortunatamente, ce l'abbiamo... Anzi, ora siamo addirittura nella posizione di poter accettare nuovi ordini. Mi ritengo quindi soddisfatto dei risultati che abbiamo ottenuto fino ad ora: l'acquisizione del marchio, il trasferimento a Donington, la scelta del gruppo di lavoro e, infine, l'avvio della produzione della Commando. Direi proprio che abbiamo avuto la fortuna di essere sempre nel posto giusto al momento giusto. Adesso, semmai, la questione è riuscire a ripetere le stesse fortunate circostanze per il nostro ingresso in MotoGP…
SG - Stiamo ancora cercando, ma preferiamo non fare nomi. È fondamentale che la prossima generazione di Norton presenti un'immagine coerente con il marchio e che ogni modello abbia una personalità distinta, tale da essere riconoscibile a prescindere dalla scritta Norton sul serbatoio. Perciò, abbiamo bisogno di persone dotate di grande talento, in grado di conferire al nostro brand lo stile e il fascino che merita.
AC - Per attuare le vostre strategie avrete bisogno di una fabbrica più grande di quella attuale. Pensate di espandere lo stabilimento attuale, oppure di trasferirvi altrove?
SG - La Norton rimarrà a Donington Park. Stiamo già discutendo con Kevin Wheatcroft, il nostro "padrone di casa", circa la possibilità di raddoppiare le dimensioni della fabbrica. Fortunatamente, qui lo spazio non manca e siamo in grado di ampliarci in base a quelle che saranno le nostre future necessità.
AC - Due anni dopo l'acquisizione della Norton da parte vostra, che bilancio è possibile fare in merito al rilancio dell'azienda?
SG - Rispetto alle previsioni, direi che siamo un passo avanti in relazione a dove pensavamo di essere 18 mesi fa. Tutto ciò è stato possibile grazie a un gruppo di persone davvero eccezionali. Tuttavia, abbiamo ancora molta strada da fare. Attualmente siamo in 35, ma nel 2011 saremo circa 50 e continueremo a crescere di pari passo quando ingrandiremo lo stabilimento.
AC - Perciò, la vostra risposta a chi sospettava che la Norton navigasse in cattive acque qual è?
SG - Va detto che il rilancio dell'azienda è avvenuto in un momento particolarmente difficile per l'economica mondiale. Tuttavia, proprio per questo motivo, i fornitori con cui abbiamo a che fare sono particolarmente motivati e praticano prezzi più bassi, perché hanno bisogno di lavorare. Allo stesso tempo, però, trovare una banca disposta a finanziare un'operazione simile alla nostra è come cercare un ago in un pagliaio. Al di là del sottoscritto, infatti, l'unico a investire nella Norton è stato Steve Murray, che adesso lavora con noi come business director. Per come la vedo io, comunque, non è un problema di capitale, ma di disciplina. Se si ha la disciplina necessaria per far funzionare le cose si riesce ad andare avanti, indipendentemente dai soldi, altrimenti no, e noi, fortunatamente, ce l'abbiamo... Anzi, ora siamo addirittura nella posizione di poter accettare nuovi ordini. Mi ritengo quindi soddisfatto dei risultati che abbiamo ottenuto fino ad ora: l'acquisizione del marchio, il trasferimento a Donington, la scelta del gruppo di lavoro e, infine, l'avvio della produzione della Commando. Direi proprio che abbiamo avuto la fortuna di essere sempre nel posto giusto al momento giusto. Adesso, semmai, la questione è riuscire a ripetere le stesse fortunate circostanze per il nostro ingresso in MotoGP…
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