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Kawasaki Z750R: ora è perfetta

di Alfredo Verdicchio e Stefano Gaeta il 14/12/2010 in Moto & Scooter

Presentata ufficialmente alla stampa la versione cattiva della naked più amata. Rinnovata la ciclistica, migliorati i freni. Ricco il catalogo optional

Kawasaki Z750R: ora è perfetta
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C'è chi ha scritto che la Kawasaki Z750R avrebbe avuto un motore con ancora più cavalli. Altri sostenevano che avrebbe avuto un telaio nuovo o addirittura un'estetica ancora più spigolosa, ispirata alla sorellona Z1000.
La Z750R di tutto questo non ha nulla. Esteticamentre, infatti, la moto è rimasta praticamente la stessa, tranne per piccoli dettagli (frecce, pedane racing in alluminio, copricatena, manopole) e soprattutto il frontale dal design rivisto, più spigoloso, con due piccole "bocche" alla base, una unghia di cupolino e i fari con due "bolle" ai lati in stile Ninja ZX6R.
Accattivante nella sua livrea bicolore nero-verde, ad attirare gli sguardi di tutti i presenti sono soprattutto le novità relative alla ciclistica.
Spicca subito il nuovo avatreno derivato dalla Z1000, con una nuova forcella a steli rovesciati da 41 mm e regolabile su entrambi gli steli sia nel precarico della molla sia nell'idraulica in estensione. Aggiornato anche l'impianto frenante che ai dischi a margherita già presenti nella versione standard affianca nuove pinze
ad attacco radiale a quattro pistoncini contrapposti con tubi in treccia e pompa radiale, tutto marcato Nissin.
Passando al posteriore non si può non notare l'indedito forcellone
in allumino che si presenta con un design moderno e molto più aggressivo del vecchio "scatolato". Anche l'ammortizzatore è diverso, con serbatoio separato e il leveraggio rivisto nella progressione di funzionamento.
Per quanto riguarda il telaio, invece, nel disegno rimane lo stesso ma riceve una modifica all'attacco del cannotto di sterzo. Invariato il motore che riconferma i suoi 105,6 CV e le sue ottime doti di erogazione, molto lineare.
Come ogni sportiva che si rispetti, anche la "R" potrà godere di una lista completa di accessori (visibili in foto sulla moto nera), dallo scarico Akrapovic, alla sella scamosciata, ai tamponi paramotori e altri ancora.
La Kawasaki Z750R, disponibile nelle colorazioni Flat Ebony e Candy Lime Green-Ebony e anche in versione con ABS, sarà in vendita a fine anno. Il prezzo è ancora in via di definizione.
Kawasaki Z750R: ora è perfetta
Corre l'anno 2004 quando Kawasaki lancia sul mercato la nuda di media cilindrata che ben presto si rivelerà un grande successo commerciale in Italia e in molti paesi europei: la Z750.
Un successo che porta la naked giapponese a diventare la moto più venduta sul mercato italiano per ben due anni. E come spesso succede, il grande successo commerciale stimola l'inventiva dei produttori di accessori after-market. Ben presto nascono club di appassionati del modello, uniti dalla passione per la moto e concordi sui suoi principali difetti: le sospensioni.
Ecco spiegato l'avvento della nuova Z750R, riconoscibile a prima vista dalla versione standard (che resta in listino) per il faro più ampio, le pinze del freno anteriore ad attacco radiale e il forcellone in alluminio.
Ad occhi più smaliziati salta all'occhio anche la forcella con gli steli in color bronzo regolabile in entrambi i gambali per avere un anteriore rigoroso e simile a quello delle versioni più sportive di Kawasaki.
Tutto il setting delle sospensioni è ora decisamente più votato al rigido e a farne le spese è, ovviamente, il comfort. Ma alla Z750 così "kittata" le si perdona anche questo visto che in cambio si è ottenuto una vera fun-bike: divertimento puro ad un prezzo piuttosto interessante: 8590 euro, 900 euro in più del modello base; 9190 euro per la versione con ABS, che pesa anche circa 3 chili in più.
Stabile e precisa, il suo habitat naturale sono le strade tutte curve, dove risulta solo un poco lenta nei cambi di direzione più veloci per il peso non proprio contenuto: sono 224 i chili dichiarati in ordine di marcia.
Il motore è esattamente identico a quello della Z750 standard e di birra ne ha più che a sufficienza per divertire, e molto. Il quattro in linea di Akashi gira sornione ma sempre pulito e lineare sotto i 3000 giri, regime dal quale poi dà inizio a un crescendo vigoroso e piacevolmente progressivo.
Via una marcia dietro l'altra e la media di Akashi fa strada che è un piacere. Qualche vibrazione la si avverte sulle pedane e il manubrio, ma solo quando si gira in alto dove, però, difficilmente viene voglia di spingersi.
La posizione in sella calza a pennello per chi resta intorno a un metro e 80 d'altezza, mentre per i più alti ci vorrebbero le pedane un poco più distanti dal piano di seduta: nonostante questo, segnaliamo che il loro riposizionamento aiuta non poco nella guida sportiva.
Un plauso al sistema ABS che, a differenza di quello già provato sulla versione "base", è risultato poco invasivo anche nella guida più spinta, dove ha evidenziando pochissime pulsazioni alla leva anche quando abbiamo forzato apposta le frenate.
Per gli incontentabili del tuning, poi, Kawasaki mette a disposizione per la Z750R anche una serie d'accessori per accrescere ancora più l'aggressività di questa piccola streetfighter: scarico Akrapovic, puntale, copertura in carbonio per la carrozzeria, specchietti, sella in vellutino bicolor e tanto altro ancora.
Kawasaki Z750R: ora è perfetta
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