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Moto Guzzi V7 Racer

di Andrea Padovani, foto di Alessio Barbanti il 29/09/2010 in Moto & Scooter

Una moto d'alti tempi con dettagli da special e fascino indiscutibile. Questa edizione della V7 è un gustoso salto nel passato, nel look ma anche nella guida, che si può fare al prezzo di 9490 euro c.i.m.

Moto Guzzi V7 Racer
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Un salto indietro nel tempo. Questo è la Moto Guzzi V7 Racer. Un mondo di cura maniacale e soluzioni da special. Anche questo è la V7 Racer. Insomma, anche se la tecnologia è datata, le soluzioni meccaniche non proprio all'ultimo grido, questa bicilindrica sa farsi notare alla grande e regalare soddisfazioni nella guida. Purché sia tranquilla e moderata. L'abbiamo scoperto in una breve presa di contatto sulle strade che disegnano il Montello, a pochi chilometri da Montebelluna.
Ma prima di salirci sopra l'abbiamo osservata, perché la Racer merita davvero: sviluppata sulla base tecnica della V7, nulla di nuovo quindi, questa "special di serie" è arricchita di una lista di dettagli che fanno brillare gli occhi per qualità e gusto.
Le verniciature spesse e ben abbinate valorizzano i tanti dettagli degni di nota: dai mozzi ruota al serbatoio cromato ornato da cinghia di pelle, passando per i fianchetti spazzolati, il cupolino e il coprisella del passeggero, entrambi con evocativa tabella porta numero. Per non parlare delle pedane in lega leggera di tipo racing, i supporti dei terminali di scarico o la coppia di ammortizzatori regolabili con ammortizzatore del gas separato. Il tutto coronato da una targhetta numerata posta sulla piastra superiore di sterzo.
Ma non è di certo per le doti dinamiche si acquista la V7 Racer: fin dal primo approccio si capisce che questa nuda va gustata con calma. Il motore gira sornione, il peso si sente e la sensazione è di guidare una moto di un'altra epoca. In sella infatti ci si ritrova con i semimanubri spioventi in mano, il busto moderatamente reclinato in avanti e le pedane basse e centrate: la posizione di guida insomma si adatta perfettamente allo stile della moto che, come era logico attendersi – non stuipisce per prestazioni. Una marcia dietro l'altra, con la lancetta del contagiri che balla tra i 3000 e i 5000 e il gioco è fatto: oltre non serve spingere, non ha senso, visto che il bicilindrico ha dato tutto o quasi.
Tra le curve il peso un po' si sente anche se il baricentro basso aiuta nei cambi di direzione: se si azzarda qualche manovra aggressiva però, la ciclistica "d'epoca" non aiuta, scomponendosi e ribellandosi, ma sempre in maniera moderata. Ma il gusto di pennellare le traiettorie ripaga con gli interessi di questi limiti. Che vanno tenuti sempre a mente.
Limiti che emergono anche in frenata: d'altronde non è nata per staccare la V7 Racer. Il discone anteriore da 320 non è supportato adeguatamente dalla forcella che entra facilmente in crisi. Meglio usare anche il disco posteriore accompagnando l'azione fin dentro alla curva.
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