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Guidare in Cina: le strade e le leggi

il 04/06/2010 in Moto & Scooter

Nel caotico e pericoloso traffico cinese le moto sono il classico vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro ma le due ruote sono in costante crescita pur tra limiti e restrizioni burocratiche

Guidare in Cina: le strade e le leggi
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Il Celeste Impero ci ha da tempo abituato ai suoi numeri impressionanti per grandezza ed anche in tema di trasporti non fa eccezione, pur con qualche distinguo.
Per quanto sia notevole l'estensione assoluta della rete stradale (poco meno di 1,9 milioni di chilometri che comprendono 34.300 chilometri di strade a scorrimento veloce), questa è spesso concentrata nella fascia costiera e di conseguenza non è del tutto sufficiente a coprire la sconfinata superficie del paese (9,5 milioni di kmq circa).
Per un rapido paragone basti pensare al nostro paese: l'Italia in soli 330.000 kmq ospita 837.493 chilometri di strade e 6.532 chilometri di autostrade.
Detto questo, la "qualità" del traffico è la cosa che più colpisce un visitatore venuto dall'occidente: guidare in Cina potrebbe essere infatti un'esperienza "shoccante", persino per il più indisciplinato degli italiani.
Malgrado la patente sia obbligatoria vige la più totale deregulation e di fatto per le strade cinesi si segue una serie di regole non scritte a cui bisogna abituarsi alla svelta… Se si vuole sopravvivere.
In ogni caso esistono dei limiti di velocità: 30 km/h sulle strade urbane, 70 orari sulle statali/urbane a scorrimento veloce (contraddistinte dalla doppia linea di mezzeria gialla), 100 km/h sulle superstrade e 120 km/h in autostrada.
E non pensiate che questi limiti esistano solo sulla carta: anche in Cina esistono gli autovelox ed un forte eccesso di velocità può costare fino a 240 euro.
Anche lo stato delle strade è piuttosto variabile: le strade statali e comunali spesso versano in cattive condizioni mentre le superstrade e le autostrade sono di ottimo livello sia come impianto sia per i servizi offerti.
Per quanto riguarda le moto la situazione è controversa: il più grande produttore mondiale di due ruote, infatti, pone pesanti limiti alla circolazione, che spesso è addirittura inibita in diverse zone delle città.
E questo senza voler considerare i rischi che si corrono nel caotico traffico cinese, dove spesso l'uso del casco più che una norma di sicurezza è visto come una stranezza.
Le motociclette sono bandite dal centro di Guangzhou, Dongguan, Shenzhen, Zhuhai e Hangzhou, va un po' meglio per Pechino e Shanghai malgrado ci siano alcune restrizioni.
Anche specifiche tecniche dei veicoli devono rispettare norme ben precise: la maggior parte dei motoveicoli non supera i 150 cc e addirittura in alcune città non si possono immatricolare moto di più di 250 cc.
Altrove invece si possono immatricolare anche motociclette di grossa cilindrata, per la maggior parte di importazione e quasi sempre inarrivabili per le tasche del cinese medio. Una soluzione a basso costo è poi rappresentata dagli scooter elettrici: in molte municipalità si possono infatti guidare senza patente ma a volte devono sottostare a limiti di circolazione visto che spesso, al pari delle motociclette, sono utilizzate per compiere scippi o altri reati.
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