Moto & Scooter
Moto Guzzi V7 Classic e Cafè
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La Casa di Mandello rilancia i suoi modelli vintage dedicati ai motociclisti che cercano stile, un design unico e non solo prestazioni. In vendita a 8140 euro chiavi in mano
Quando ci si avvicina alla Moto Guzzi V7 la prima cosa da fare è cancellare dalla mente i ricordi lasciati dalla guida di altre moto per evitare paragoni fuorvianti.
La V7 è una moto unica nel panorama motociclistico contemporaneo. Un modello destinato a una nuova generazione di motociclisti metropolitani: attenti al design, al marchio sul serbatoio e - più che alle prestazioni pure - all'emozione che solo una moto retrò può trasmettere. I puristi delle due ruote possono anche storcere il naso ma è evidente che la famiglia dei motociclisti si sta allargando.
La V7 è una moto unica nel panorama motociclistico contemporaneo. Un modello destinato a una nuova generazione di motociclisti metropolitani: attenti al design, al marchio sul serbatoio e - più che alle prestazioni pure - all'emozione che solo una moto retrò può trasmettere. I puristi delle due ruote possono anche storcere il naso ma è evidente che la famiglia dei motociclisti si sta allargando.
Guarda la gallery e i video della Moto Guzzi V7 Classic e Cafè
Derivata nella ciclistica dalla celebre Breva, la V7 - nell'allestimento Classic con manubrio largo, sella biposto e scarico basso o in quello più sportivo Cafè con semimanubri, sella monoposto e scarichi alti - è una moto nata principalmente per gli spostamenti cittadini. E infatti la Moto Guzzi V7 nel traffico si rivela sorprendentemente maneggevole e poco affaticante da condurre.
In sella, oltre a sentirsi "fuori dal tempo" per via della linea retrò, delle tante cromature e della strumentazione, si ha subito tutto sottocontrollo: il serbatoio si stringe fra le gambe con disinvoltura e i piedi si appoggiano a terra saldamente.
Le pedane sono centrate, alla giusta altezza e rivestite in gomma per ridurre le vibrazioni.
Le sospensioni, dalla taratura morbida, filtrano bene le asperità del fondo stradale e il livello di comfort in città è più che buono su una nuda. Anche in coppia il comfort è soddisfacente con il passeggero che siede allo stesso livello di chi guida ed è minimamente esposto alle turbolenze.
Il motore bicilindrico a V di 90° Guzzi da 744 cc, caratterizzato da un sound unico, è pacioso e poco potente con i suoi 50 CV che oggi su una settemmezzo sono poca cosa. Le sue prestazioni incarnano lo spirito della moto, prende i giri senza fretta e trasmette ad ogni accelerata le tipiche vibrazioni del motore Guzzi.
In sella, oltre a sentirsi "fuori dal tempo" per via della linea retrò, delle tante cromature e della strumentazione, si ha subito tutto sottocontrollo: il serbatoio si stringe fra le gambe con disinvoltura e i piedi si appoggiano a terra saldamente.
Le pedane sono centrate, alla giusta altezza e rivestite in gomma per ridurre le vibrazioni.
Le sospensioni, dalla taratura morbida, filtrano bene le asperità del fondo stradale e il livello di comfort in città è più che buono su una nuda. Anche in coppia il comfort è soddisfacente con il passeggero che siede allo stesso livello di chi guida ed è minimamente esposto alle turbolenze.
Il motore bicilindrico a V di 90° Guzzi da 744 cc, caratterizzato da un sound unico, è pacioso e poco potente con i suoi 50 CV che oggi su una settemmezzo sono poca cosa. Le sue prestazioni incarnano lo spirito della moto, prende i giri senza fretta e trasmette ad ogni accelerata le tipiche vibrazioni del motore Guzzi.
Come dicevamo, la V7, in particolare nell'allestimento Classic, in città è piacevole da guidare e anche nelle manovre da fermo, pur non essendo una piuma con i suo 198 kg in ordine di marcia, non mette in soggezione nemmeno una ragazza e si rivela molto maneggevole.
Nell'uso urbano l'unico appunto va fatto al cambio, duro negli innesti e impreciso quando si tratta di trovare la folle, mentre la frizione è morbida da tirare.
Nei frequenti stop&go fra i semafori, l'impianto frenante risulta sempre modulabile. Il rovescio della medaglia arriva quando si vuole alzare un po' il ritmo nella guida: allora emerge che la potenza dell'impianto è scarsa e bisogna tirare con decisione la leva per ottenere delle decelerazioni appaganti. Meglio quindi continuare ad andare a passeggio, anche fuori città. Lo stesso concetto può essere applicato al comportamento delle sospensioni che non sono tarate per una guida aggressiva dove mostrano presto qualche limite.
Nell'uso urbano l'unico appunto va fatto al cambio, duro negli innesti e impreciso quando si tratta di trovare la folle, mentre la frizione è morbida da tirare.
Nei frequenti stop&go fra i semafori, l'impianto frenante risulta sempre modulabile. Il rovescio della medaglia arriva quando si vuole alzare un po' il ritmo nella guida: allora emerge che la potenza dell'impianto è scarsa e bisogna tirare con decisione la leva per ottenere delle decelerazioni appaganti. Meglio quindi continuare ad andare a passeggio, anche fuori città. Lo stesso concetto può essere applicato al comportamento delle sospensioni che non sono tarate per una guida aggressiva dove mostrano presto qualche limite.
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