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Ducati 450 Desmo Silver Shot Gun

a cura di Stefano Borzacchiello, con la collaborazione di Fabrizio Di Bella il 28/10/2009 in Moto & Scooter

Ecco la storia del restauro maniacale di una "perla bolognese", nata nel 1971 e tornata a correre dopo trent'anni

Ducati 450 Desmo Silver Shot Gun
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Questa è la storia di una Ducati 450 Desmo del 1971. Una moto prodotta in serie, seppur per un solo anno, e che uno sguardo distratto potrebbe bollare come special. La 450 è invece un'autentica perla nel suo genere e, come leggerete, non è solo un modo di dire.
L'idea del restauro parte dal desiderio di Vincenzo, il suo proprietario, di tornare ad usarla come un tempo. Del resto la piccola monocilindrica di Borgo Panigale per lui, attualmente residente in Lussemburgo, significa il ritorno alle radici, essendo nato in Belgio da genitori italiani, emigrati da Bergamo.

Chi ha detto che le Ducati più affascinanti sono bicilindriche?

Trattandosi di un modello raro, prodotto solo per un anno proprio per la difficoltà di realizzare la caratteristica verniciatura argento a grana grossa (da qui il soprannome "Silver shot-gun" ovvero "Pallottola d'argento"), il restauro di questa moto è stato condotto all'insegna della massima originalità.
In oltre trent'anni di permanenza all'estero, diversi particolari della 450 come il serbatoio, lo scarico e i pneumatici, sono stati sostituiti con altri simili agli originali, mentre altre componenti come gli steli della forcella, i raggi, la sella e l'intero impianto elettrico si trovavano ad un livello di usura irrimediabile.
Sulla base di una completa documentazione dell'epoca (più affidabile delle foto di moto restaurate ai nostri giorni) si è quindi provveduto a reperire tutti i ricambi originali necessari.
Siccome la moto verrà utilizzata di nuovo tutti i giorni e non sarà tenuta in un salotto, la sicurezza e il corretto funzionamento di ogni parte sono stati tenuti in considerazione quanto la ricerca dell'originalità. Così i cavi, le guaine, la frizione, le ganasce dei freni, le sospensioni e i comandi sono stati sostituiti e nessun dettaglio è stato trascurato, con l'obiettivo di riportare la moto allo stesso livello di efficienza che aveva quando ha lasciato la fabbrica.
Per questo motivo, ad esempio, gli steli della forcella che erano già stati rettificati e ricromati in precedenza, sono stati sostituiti con ricambi nuovi, reperiti fortunosamente come fondo di magazzino, mentre lo scarico è stato replicato con precisione maniacale.
Il restauro, lungo e meticoloso, è durato circa tre mesi, durante i quali si è anche dovuto resistere alla tentazione dell'"over-restoring", ovvero la deprecabile abitudine che consiste nel voler migliorare o "abbellire" un dettaglio, in genere lucidando o cromando quello che in origine era solamente sabbiato.
Facendo quindi riferimento alle immagini di una rivista dell'epoca, dove veniva ritratta una moto fornita direttamente dalla Ducati, ogni particolare, anche quello apparentemente insignificante, è stato restaurato o riprodotto.
La vernice, nel cui impasto sono mescolate grosse scaglie di mica che creano un riflesso spettacolare quando vengono poste sotto la luce del sole, è costata una follia - ben 500 euro al chilo - ma rispetto a tante maldestre imitazioni che si vedono in giro, non c'è davvero paragone. E tenete conto che le foto non rendono del tutto l'effetto di questo "metalflake".
L'unico particolare che la distingue dall'originale e di cui visivamente è impossibile accorgersene, sono i raggi in acciaio inossidabile, scelti per resistere al pessimo clima del Lussemburgo.
Per il resto i cerchi, la forcella, le piastre e altre parti sono state "solamente" levigate e lucidate a specchio con grande pazienza, fino a cancellare tutti i segni lasciati dall'usura del tempo e dagli agenti atmosferici
L'aspetto prestazionale, infine, ha ricevuto la dovuta attenzione e dopo le varie prove effettuate dal team della Classic Farm Motorcycles di Bienno si può tranquillamente affermare che oggi questo Desmo 450 non va meno di quando era nuovo, anzi!

Epilogo

Quest'estate Vincenzo, il proprietario, è arrivato in auto dal Lussemburgo a Bienno in Valcamonica con il fratello e dopo essersi ripreso dalla sorpresa per la perfezione del restauro ha esclamato: "È come nuova, anzi forse è meglio!". Poi si è commosso visibilmente e ha festeggiato la fine dei lavori con un lauto pranzo. Dopodiché ha inforcato il casco e gli occhialoni ed è partito rombando.
Nei giorni seguenti ha scritto una lettera, non una mail, dicendo che l'unico inconveniente dalla moto è stato… la rottura della lampadina del faro. Poca cosa, ma è come è successo che fa sorridere. Vincenzo, infatti, non ha resistito alla tentazione di "tirare il collo" alla 450 come faceva da ragazzo, e il risultato è stata una lampadina fulminata dalla vibrazioni…poco male: succedeva anche negli Anni 70!
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