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Yamaha WR125 X & R: le moto da grandi

di Nicola Andreetto il 03/04/2009 in Moto & Scooter

Dopo il successo della YZF-R125, la Casa di Iwata completa l'offerta di ottavo di litro di "nuova generazione" con l'endurina e la motard

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Non ci sono solo consolle, pc e videogame, al centro degli interessi degli adolescenti italiani ritorna prepotentemente il desiderio delle due ruote. A dirlo non siamo noi, ma sono i numeri di un mercato che - anche se in affanno - premia le centoventicinque con un immatricolato che non si vedeva da tanto tempo, stabilizzato al momento sul 7% dell'intero venduto. Merito di un rinato interesse di chi compra, certo, ma anche di un nuovo impegno di chi costruisce e ha saputo cogliere per tempo l'esigenza di una nuova generazione di 125, moto meno inclini alla prestazione massima, ma più complete e sfruttabili.
Tra le prime a cogliere e a credere nell'inversione di tendenza è stata appunto la Yamaha che proprio un anno fa ha lanciato la sua YZF-R 125, supersportiva per teenager costruita attorno a un moderno monocilindrico quattro tempi che non fa rimpiangere (troppo) le brillanti prestazioni dei piccoli e più pepati due tempi. Proprio sulla stessa unità motrice della R125, realizzata dalla Yamaha Italia assieme alla Minarelli, si basa il nuovo progetto WR125, da oggi sul mercato nelle due declinazioni R, ovvero enduro, ed X, da leggere supermotard.

I vantaggi di una simile motorizzazione sono lampanti: consumi drasticamente ridotti (si superano i 30 km per litro), rispetto delle normativa Euro3, minore manutenzione e maggiore affidabilità, ma soprattutto un motore pensato per erogare al meglio i 15 CV imposti dal codice, senza strozzature e pienamente a norma di legge.
Rispetto alla R125, la meccanica è stata rivista soprattutto nell'aspirazione, nell'alimentazione, nello scarico e nella trasmissione con l'adozione di diversi rapporti finali diversi. Inedito il telaio, in questo caso una semi-doppia culla chiusa in tubi d'acciaio come da tradizione off-road. Se motore, telaio e sovrastrutture sono le stesse, i cambiamenti tra R ed X riguardano le consuete distinzioni ciclistiche che caratterizzano i due generi, ma non costringono a ritoccare il prezzo, fissato per entrambi i modelli in 3.990 euro c.i.m.
Due le colorazioni: nero o blu per la enduro, bianco o blu per la supermotard, che in questo caso monta coreografici cerchi con il canale dorato.
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Che si tratti della R o della X, la sensazione di avere a che fare con una moto di categoria superiore non cambia. Entrambe i modelli sono molto curate dal punto di vista costruttivo con rare e del tutto superficiali concessioni che citiamo subito: il cavo del freno anteriore che passa davanti al cruscottino, le pedane racing che suggerirebbero di portare sempre gli stivali tecnici onde evitare di trovarsi le suole "mangiate", la strumentazione priva non solo di contagiri (e vabbé, siamo "racing") ma anche di una qualsiasi spia di cambiata in grado di aiutare i neofiti e il terminale di scarico tutto in un unico pezzo saldato. A parte queste che sono, evidentemente, delle piccolezze, le WR si inseriscono perfettamente tra la concorrenza come buon compromesso tra le moto specialistiche ma di difficile utilizzo quotidiano – oltre che care - e quelle più economiche e spartane. Nel caso delle WR, benché non ci sia nulla oltre all'essenziale, tutto è ben rifinito e non si nutre il desiderio di avere altro.
Anche dal punto di vista della guida, le due Yamaha si presentano come un buono, anzi ottimo, compromesso, ideale per chi muove i primi passi, ma anche perfetto, specie la R, per chi è magari a digiuno di enduro e vuole ritornare a divertirsi senza eccessive preoccupazioni e senza essere costretto a onerosi esborsi di denaro. Se l'allestimento supermotard, infatti, consente un più piacevole uso stradale, la versione fuoristrada si prende una rivincita mantenendo maggiormente nel tempo la sua utilità e candidandosi come moto vera non solo per i sedicenni, ma anche per i loro genitori. Tra le due è probabilmente proprio la R ad averci convinto di più, anche se le differenze sono davvero minime. La X è più reattiva nei cambi di direzione, ma la forcella sembra lavorare peggio, mentre sulla R l'avantreno appare più disinvolto e naturale. Per entrambe molto buona e per nulla scomoda la posizione di guida, anche se il dimensionamento delle leve a pedale è abbondante per calzature normali e un po' ridotto per gli stivali. Ciò che convince su tutto è però il monocilindrico SOHC che, potenza a parte, ha tutte le caratteristiche di un motore di cilindrata maggiore, con un'erogazione piena ad ogni regime e una buona rapportatura che non lo fa sembrare addormentato.
Agilissime, leggere, scattanti e ben frenate, soprattutto anteriormente, le WR sono due ottimi prodotti offerti a un prezzo competitivo.
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