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Redneck Black and Skulls

di Daniele Massari, foto Emmedi Com il 22/07/2008 in Moto & Scooter

Un chopper gigantesco con una linea mozzafiato e finiture eccellenti: Redneck non firma solo splendide kit bike ma anche progetti autonomi come questo

Redneck Black and Skulls
Redneck Engineering (www.redneckengineering.com) è un'azienda di Liberty, South Carolina, nota per la costruzione di kit di trasformazione per Harley-Davidson e Buell che vi abbiamo già presentato su queste pagine.
L'azienda, però, è nota anche per la qualità degli accessori artigianali che commercializza e per alcune belle special che realizza ed espone nell'ambito dei principali appuntamenti internazionali cui presenzia.

Questo imponente "Radical" si chiama Black and Skull ed è una realizzazione artigianale di proprietà di Vince Doll, il boss della Redneck: costruita nel 2007 e immatricolata nel 2008, ha un valore stimato in circa 38.000 dollari.
Esteticamente, questa realizzazione si distingue per la linea dorsale molto pronunciata, dovuta alla conformazione del serbatoio artigianale e del trave superiore del telaio, curvo. Ma elementi caratterizzanti sono anche l'alternanza di superfici metalliche che sono state solamente spazzolate (come i travi del telaio, dalla sezione generosa), di elementi satinati e di una livrea che abbina il nero opaco a profonde e accurate aerografie.
Particolarmente riuscita la veste grafica: la verniciatura è stata realizzata da Gary Straight, che ha utilizzato un colore nero opaco abbinato al rosso candy: su questo strato di colore si è adoperato l'airbrush di Charlie Tyree. Interessante la colorazione scelta per il propulsore, dove su cilindri e testate si alternano particolari satinati, cromature ed elementi ricoperti di uno spesso strato di nero opaco.

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Redneck Black and Skulls
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Il propulsore della Black and Skulls è un bicilindrico EVO a V di 45° fornito dalla S&S interamente assemblato: la cilindrata di 96 pollici cubi (circa 1.600 cc) abbinata al filtro dell'aria S&S Super E e all'impianto di scarico artigianale, permette a questo twin di erogare una potenza di ben 95 CV. Merito, certamente, anche del vistoso filtro dell'aria che si estende in senso verticale permettendo al bicilindrico di respirare a dovere.
Il reparto trasmissione è in linea con la radicalità di questa realizzazione: la primaria, scoperta, è stata fornita da BDL e abbinata al cambio Trickshift a sei rapporti (con frizione BDL a comando idraulico) e alla trasmissione finale a catena: questa soluzione si è resa necessaria anche alla luce delle enormi dimensioni del pneumatico posteriore.
Interessante la ciclistica: il telaio è un Redneck Monoshock artigianale, composto da un unico trave superiore, dal profilo fortemente arcuato e rialzato, e da un trave discendente che si sdoppia al di sotto del basamento. Lungo e alto, vanta un'inclinazione del cannotto di sterzo pari a 44°: proprio all'estremità anteriore, ancorata a piastre artigianali, si trova la forcella Springer con steli da 1" di sezione.
Al retrotreno il Redneck Monoshock è caratterizzato dalla presenza di un vistoso monoammortizzatore regolabile nel precarico e fissato subito al di sotto della sella a sbalzo, che è montata su una piastra rigida: a far oscillare l'enorme pneumatico Avon da 300 mm di sezione ci pensa un forcellone composto da due tralicci di grande sezione.
La coppia di cerchi a cinque razze (anodizzati ma con i profili tinti di nero opaco) è stata scelta tra la produzione Weld Relic: la ruota anteriore è da 21" (con canale da 3" e pneumatico da 120) e la posteriore è da 18", con canale da 10,5". A questi cerchi è stato abbinato un impianto frenante Hawg Haulters, con dischi flottanti e pinze ricavate dal pieno.
Guardando l'elenco delle parti speciali usate si apprezza come lo staff Redneck abbia scelto parti aftermarket solo laddove non poteva realizzarle in proprio: artigianali sono, infatti, il manubrio e i riser ribassati, ma anche lo splendido serbatoio o le sovrastrutture in generale.
Il gruppo ottico anteriore, scelto sul catalogo Drag Specialties, è stato installato al di sotto della piastra inferiore della forcella, a sottolineare un profilo particolarmente gibboso per questo mezzo. Il gruppo ottico posteriore, realizzato installando una serie di led luminosi nello spessore del parafango, fascia stretto la superficie del copertone e si trova persino più in alto della sella Outlaw Custom Seats, caratterizzata dalla ridottissima altezza da terra.
Pedane e comandi al manubrio, rigorosamente sottoposti a un trattamento di anodizzazione, sono firmati Performance Machine e abbinati a uno specchio retrovisore, "appeso" alla manopola sinistra, firmato Arlen Ness.

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