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Derbi Terra Adventure e Mulhacén Café 125

di Marco Borzacchiello il 04/06/2008 in Moto & Scooter

Per chi non vuole il solito scooter, la Casa spagnola presenta due divertenti 125 cc, un'enduro e una scrambler spinte dal brioso motore Piaggio bialbero da 15 CV. Arriveranno nelle concessionarie dalla metà di giugno

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Ad una 125, per essere considerata una valida alternativa al pratico scooter automatico, sono richieste almeno due qualità: un design originale e una spiccata versatilità. Per questo le moto con motore a due tempi (che hanno sofferto le limitazioni imposte dal codice), in particolare le sportive, hanno lasciato posto ad una nuova generazione di moto con propulsori 4 tempi, più polivalenti, meno inquinanti e più parche nei consumi.

Tra le Case costruttrici che stanno investendo maggiormente in questa cilindrata c'è la Derbi (da sempre un punto di riferimento nelle piccole cilindrate) che nelle ultime due stagioni ha presentato diverse proposte che si rivolgono non solo ai sedicenni neo patentati, ma anche ai motociclisti più maturi che vogliono un mezzo "tranquillo" per spostarsi in città, senza dover conseguire la patente A.
Oltre al design originale il "segreto" della Terra Adventure e della Mulhacén Café (rispettivamente un'enduro e una scrambler) è il motore 125 cc 4T bialbero, sviluppato e prodotto dalla Piaggio, un progetto pensato per arrivare in futuro anche a 200 cc.
Nella versione attuale il monocilindrico, accreditato di 15 CV, rientra nelle limitazioni imposte dal Codice della Strada e tra i suoi pregi annovera la versatilità di impiego, dal momento che viene montato senza modifiche su moto con destinazioni differenti come la scrambler Mulhacén e l'enduro Terra.
Sulla Mulhacén Café entrambi i cerchi sono in alluminio da 17" (la Mulhacén ne monta uno da 18') e ora calzano pneumatici stradali con profilo più sportivo. Al posto della forcella telescopica tradizionale da 37 mm troviamo un elemento Paioli "upside-down" con steli da 41 mm. L'impianto frenante è stato maggiorato con l'adozione di un disco anteriore da 300 mm, su cui lavora una pinza ad attacco radiale. Il serbatoio è stato ridisegnato ed ora è più capiente e contiene 13 litri. Il telaio è rimasto immutato, ma la bella verniciatura in rosso ora ne esalta l'aspetto e contrasta piacevolmente con il nero lucido del serbatoio e delle fiancatine esprimendo molta aggressività. La Mulhacén Café sarà disponibile nei concessionari dalla metà giugno nella sola colorazione nera al prezzo di 3790 euro c.i.m.
La seconda novità della Derbi è la Terra Adventure che rispetto alla Terra base è un'enduro più specialistica destinata a portare il pilota oltre che per le vie dei centri urbani anche sugli sterrati. La ricetta è semplice: un cerchio anteriore da 21" con gomma leggermente tassellata e forcella maggiorata (steli da 41mm) con 175 mm di escursione sono le modifiche principali. Osservandola poi si nota che il frontale ha guadagnato un cupolino più lungo e ha perso il caratteristico parafango a becco. Il gruppo ottico monta una griglia di protezione, la forcella è dotata di protezioni a soffietto sugli steli e il motore è protetto da un guscio in alluminio, mentre il manubrio presenta una barra di rinforzo e offre due pratici paramani traforati, poco curati però nella realizzazione. Anche l'Adventure sarà disponibile dai concessionari dal mese di giugno in una sola colorazione (bianca) a 4090 euro c.i.m.
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È più naked o è rimasta una scrambler? La risposta non c'è, anzi sta nel mezzo, nel senso che la Café ha mantenuto le buone caratteristiche di guida della Mulhacén 125 (maneggevolezza e intuitività) ma grazie ai cerchi da 17" è diventata ancora più divertente e sicura da guidare su strada. Con le gomme stradali ora si può osare di più nelle pieghe, tanto che i più smaliziati finiranno col limare in "fretta" le pedane, sistemate forse troppo in basso.
La nuova forcella, più sostenuta, ha reso la Mulhacén più stabile e meno sensibile ai trasferimenti di carico nelle frenate mentre si imposta la curva. Il mono è invece più secco nelle risposta quando incontra delle malformazioni dell'asfalto.
Nella prima presa di contatto abbiamo riscontrato che il freno anteriore è fin troppo aggressivo e poco modulabile, mentre il freno posteriore manca di mordente. Il motore - con cambio a sei rapporti ravvicinati, dagli innesti precisi - ha lo stesso tiro della "base" e offre quindi un'erogazione abbastanza lineare fin dai regimi più bassi, per dare il meglio di sé superati i 7000 giri portando la moto senza incertezze alla velocità massima prossima ai 110 km/h indicati.
Un pregio? La grande maneggevolezza che consente alla piccola Derbi di affrontare senza esitazioni il traffico cittadino con il piglio di uno scooter di pari cilindrata. Rispetto al quale ha un forse un solo difetto… non ci sta il casco nel sottosella.
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La nuova Terra Adventure l'abbiamo provata nel Canyon de Catalunia passando dall'asfalto allo sterrato senza la minima difficoltà: insomma, questa Derbi va davvero dappertutto.
A fronte di una seduta alta (861 mm) la posizione in sella è comoda e si adatta bene ai piloti più alti, con un manubrio largo che non affatica le braccia e aiuta ad acquisire subito un buon feeling con la moto anche nelle manovre a basse velocità. Il motore nei tratti più guidati deve essere sempre tenuto alto di giri per dare il meglio di sé, nello specifico in un arco di utilizzo compreso tra i 6.500 fino agli 11.000. Le vibrazioni sia sulle pedane sia sulle manopole ci sono ma non sono così fastidiose, anche a regimi elevati.
Il cambio, sempre a sei rapporti, asseconda bene il carattere del monocilindrico con una spaziatura azzeccata e inesti rapidi e precisi. Le sospensioni filtrano bene le irregolarità anche quelle più marcate e questo si traduce in un buon comfort per il pilota che riesce sempre a gestire la moto in ogni condizione. La frenata è modulabile sia all'anteriore sia al posteriore che dovrebbe avere più mordente per essere efficace.
La sua grande concorrente è per il momento la Honda Varadero 125, dalla quale si distingue per essere più leggere e per la sua maggior vocazione off-road, che le permette di affrontare strade bianche con grande disinvoltura rispetto alla piccola enduro giapponese.
Motore: 1 cilindro verticale a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 58,0x47,0 mm; cilindrata 124,2 cc; rapporto di compressione 12,0:1. Distribuzione bialbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole. Alimentazione a carburatore (30 mm). Capacità serbatoio carburante 13 litri (11 litri). Lubrificazione a carter secco.

Trasmissione: primaria ad ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d'olio, comando meccanico a cavo. Cambio a sei marce.

Ciclistica: telaio a doppio trave in acciaio; sospensione anteriore, forcella rovesciata da 41 mm non regolabile escursione ruota 110 mm (forcella tradizionale da 41 mm non regolabile escursione ruota 175 mm); sospensione posteriore, forcellone con mono ammortizzatore regolabile nel precarico, escursione ruota 130 mm (170 mm). Pneumatici: anteriore 100/80-17 (90/90x21), posteriore 130/70-17 (130 / 80-17). Freni: anteriore a disco flottante in acciaio da 300 mm ( 300 mm) e pinze con attacco radiale, posteriore a disco singolo in acciaio da 220 mm e pinza a singolo pistoncino.

Dimensioni (mm) e peso: lunghezza 2006 (2192), larghezza 810 (815), altezza sella 790 (861), interasse 1355 (1415). Peso a secco 120 kg (121).

Prestazioni dichiarate: potenza 11,0 kW (15 CV) a 9250 giri, coppia nd.
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