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Moto & Scooter
Honda XL700V Transalp
di Daniele Massari
il 26/10/2007 in Moto & Scooter
La tuttoterreno di casa Honda festeggia i vent'anni di presenza in listino con ritocchi importanti. Cresce la cilindrata e cambia radicalmente la linea. Restano intatte versatilità e facilità di utilizzo
Hanno impiegato un bel po' prima di metter mano in modo radicale all'estetica e alla meccanica della Transalp: un modello che, nonostante sia evidentemente più datato delle rivali dirette, continua a vendere, forte di un equilibrio il cui segreto risiede proprio nella maturità.
Ciononostante, a vent'anni esatti dal suo esordio, e a ben otto della sua più recente rivisitazione (quella da 650 cc), la Transalp che arriverà presto nelle concessionarie sarà una radicale evoluzione, pur senza perdere la sua proverbiale versatilità.
Ciononostante, a vent'anni esatti dal suo esordio, e a ben otto della sua più recente rivisitazione (quella da 650 cc), la Transalp che arriverà presto nelle concessionarie sarà una radicale evoluzione, pur senza perdere la sua proverbiale versatilità.
La linea è in parte ispirata alla nuova Hornet, soprattutto per quanto riguarda la coda e il disegno snello della sella. L'ampia carenatura della Transalp richiama la Varadero 1000, eppure la sezione frontale è stata ridotta anche rispetto alla precedente versione: merito del profilo del nuovo gruppo ottico a doppio proiettore verticale.
La posizione di guida è stata reimpostata: sella nuova (più bassa di 2 cm), nuove geometrie e ampi svasi sul serbatoio per accogliere le gambe del pilota. Di contro ha perso 1,5 litri di capacità carburante, ma in Honda assicurano che non è un problema: la riduzione dei consumi ottenuta con le nuove testate a 4 valvole e l'iniezione elettronica compensa pienamente il passaggio dai precedenti 19 litri ai 17,5 di adesso.
La tuttofare nipponica sarà disponibile presso le concessionarie dalla prossima settimana ad un prezzo di 7.500 euro f.c. (circa 7.700 c.i.m.). Non mancherà anche la versione con sistema frenante CBS-ABS (frenata combinata con ABS) a 8.100 euro f.c. (8.300 c.i.m.). Quattro le colorazioni: Barley Yellow Metallic, Carnelian Red Metallic, Anchor Grey Metallic e Moody Blue Metallic.
La XL700V Transalp verrà costruita nelle rinnovate catene di montaggio della Montesa Honda in Spagna: il motore bicilindrico da 680 cc con testate a 4 valvole e trasmissione finale a catena deriva da quello della Deauville 700 e sostituisce il tre valvole da 650 cc della vecchia Transalp. L’aumento di cilindrata, secondo la Casa, dovrebbe assicurare una erogazione più corposa ad ogni regime, mentre l’iniezione elettronica e il catalizzatore (disposto sotto il perno del forcellone per abbassare il baricentro) consentono di rispettare la normativa Euro 3. Lo scarico abbandona lo storico doppio finale affiancato, presente sulla Transalp sin dal 1987, in luogo di un più tradizionale terminale singolo.
il telaio resta del tipo a doppia culla in acciaio con sospensioni di tipo tradizionale; a cambiare è l'interasse che cresce di 10 mm, insieme alle dimensioni della ruota anteriore (da 21" a 19") e alle misure dei pneumatici, più larghi per meglio sposare l'uso su strada.
Vista dal vivo la Transalp è più bella che in foto: oltre che per le quattro riuscite vesti grafiche, piace perché appare ben fatta e con un livello delle finiture medio-alto: il portapacchi sagomato, ad esempio, integra due ampi maniglioni per il passeggero, e può essere accessoriato con una piastra cui fissare il bauletto. A voler essere pignoli, avremmo preferito dei blocchetti elettrici più moderni.
il telaio resta del tipo a doppia culla in acciaio con sospensioni di tipo tradizionale; a cambiare è l'interasse che cresce di 10 mm, insieme alle dimensioni della ruota anteriore (da 21" a 19") e alle misure dei pneumatici, più larghi per meglio sposare l'uso su strada.
Vista dal vivo la Transalp è più bella che in foto: oltre che per le quattro riuscite vesti grafiche, piace perché appare ben fatta e con un livello delle finiture medio-alto: il portapacchi sagomato, ad esempio, integra due ampi maniglioni per il passeggero, e può essere accessoriato con una piastra cui fissare il bauletto. A voler essere pignoli, avremmo preferito dei blocchetti elettrici più moderni.
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Avviato il motore, si nota subito un sound diverso: ai bassi regimi si sente maggiormente il rumore dell’aspirazione, mentre agli alti il propulsore spinge accompagnato da un suono vigoroso ma civile.
L’ampio manubrio conferisce un ottimo feeling: questo, insieme alla posizione di guida incassata e al piano di seduta poco distante da terra, garantiscono un piacevole senso di sicurezza alla guida.
Il nuovo cupolino, progettato in galleria del vento, ha ridotto drasticamente le turbolenze dirette al torace ma non elimina i fruscii intorno al casco; integra una strumentazione moderna nel look e completa, con ampio display LCD e contagiri analogico. Sulle fiancate della carenatura compaiono le coordinate GPS del Col de la Bonette, il passo alpino più alto d’Europa. Ed è proprio tra i tornanti delle alpi francesi che siamo andati a testare le doti dinamiche della nuova Transalp. Abbandonata l'idea di "sporcarsi" sugli sterrati battiti di montagna, l'enduro giapponese ha messo in luce una cresciuta agilità nei tratti guidati. Merito dell'adozine della ruota di minor diametro all'anteriore che in ingresso curva regala un comportamento più rotondo nello scendere in piega e una maggiore precisione nel disegnare le traiettorie. Inoltre, la Transalp offre una maggiore stabilità sul veloce (l'interasse è cresciuto di 10 mm rispetto al modello 2006), l'avantreno si alleggire meno e nei curvoni il feeling è maggiore: ondeggia meno e infonde maggiore sicurezza. A questo poi c'è da aggiungere che la sezione maggiorata dei pneumatici rispetto al modello precedente offre un maggiore appoggio quando si è in piega affiancato dal buon grip offerto dalle coperture Bridgestone di serie. Il motore, poi, si rivela sensibilmente più corposo lungo tutto l’arco di erogazione: riprende con regolarità sin dai 2.000 giri, ma dà il meglio di sé dai 4.000 ai 7.000 giri, allungando poi senza problemi sino oltre la zona rossa, posta a 8.000 giri.
Unica nota stonata è il suo comportamento quando ci si trova di fronte a tornanti angusti: qui la risposta al chiudi-apri del twin è poco morbido e ad ogni pizzicata sul gas a centro curva la risposta secca della moto sporca la traiettoria. Inoltre, il cambio è un po' ruvido e quando il ritmo cresce accusa i continui cambi di rapporto, perdendo fluidità e costringendo ad inserire i rapporti con colpi più decisi. Le vibrazioni avvertibili in fase di rilascio non inficiano un comfort generalmente buono sia per il pilota sia per il passeggero. La frenata è potente e modulabile. Sulla versione da noi provata era presente il sistema di frenata combinata con ABS: su tale impianto l’incidenza del freno posteriore sulle pinze anteriori è sensibile ma regala sicurezza ai meno esperti e nel caso di manovre di emergenza.
L’ampio manubrio conferisce un ottimo feeling: questo, insieme alla posizione di guida incassata e al piano di seduta poco distante da terra, garantiscono un piacevole senso di sicurezza alla guida.
Il nuovo cupolino, progettato in galleria del vento, ha ridotto drasticamente le turbolenze dirette al torace ma non elimina i fruscii intorno al casco; integra una strumentazione moderna nel look e completa, con ampio display LCD e contagiri analogico. Sulle fiancate della carenatura compaiono le coordinate GPS del Col de la Bonette, il passo alpino più alto d’Europa. Ed è proprio tra i tornanti delle alpi francesi che siamo andati a testare le doti dinamiche della nuova Transalp. Abbandonata l'idea di "sporcarsi" sugli sterrati battiti di montagna, l'enduro giapponese ha messo in luce una cresciuta agilità nei tratti guidati. Merito dell'adozine della ruota di minor diametro all'anteriore che in ingresso curva regala un comportamento più rotondo nello scendere in piega e una maggiore precisione nel disegnare le traiettorie. Inoltre, la Transalp offre una maggiore stabilità sul veloce (l'interasse è cresciuto di 10 mm rispetto al modello 2006), l'avantreno si alleggire meno e nei curvoni il feeling è maggiore: ondeggia meno e infonde maggiore sicurezza. A questo poi c'è da aggiungere che la sezione maggiorata dei pneumatici rispetto al modello precedente offre un maggiore appoggio quando si è in piega affiancato dal buon grip offerto dalle coperture Bridgestone di serie. Il motore, poi, si rivela sensibilmente più corposo lungo tutto l’arco di erogazione: riprende con regolarità sin dai 2.000 giri, ma dà il meglio di sé dai 4.000 ai 7.000 giri, allungando poi senza problemi sino oltre la zona rossa, posta a 8.000 giri.
Unica nota stonata è il suo comportamento quando ci si trova di fronte a tornanti angusti: qui la risposta al chiudi-apri del twin è poco morbido e ad ogni pizzicata sul gas a centro curva la risposta secca della moto sporca la traiettoria. Inoltre, il cambio è un po' ruvido e quando il ritmo cresce accusa i continui cambi di rapporto, perdendo fluidità e costringendo ad inserire i rapporti con colpi più decisi. Le vibrazioni avvertibili in fase di rilascio non inficiano un comfort generalmente buono sia per il pilota sia per il passeggero. La frenata è potente e modulabile. Sulla versione da noi provata era presente il sistema di frenata combinata con ABS: su tale impianto l’incidenza del freno posteriore sulle pinze anteriori è sensibile ma regala sicurezza ai meno esperti e nel caso di manovre di emergenza.
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Motore: 2 cilindri a V di 52° a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 81x66 mm; cilindrata 680,2 cc; rapporto di compressione 10:1. Distribuzione monoalbero a camme in testa SOHC a 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica (PGM-FI), diametro corpi farfallati 40 mm. Capacità serbatoio carburante 17,5 litri (di cui 3 di riserva). Lubrificazione a carter umido.
Trasmissione: primaria ad ingranaggi, finale a catena con “O-ring”. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando meccanico. Cambio a cinque marce.
Ciclistica: telaio a semi-doppia culla in acciaio con sezione a scatola; sospensione anteriore, forcella a perno avanzato da 41 mm, escursione ruota 177 mm; sospensione posteriore Pro-Link, forcellone con ammortizzatore regolabile nel precarico, escursione ruota 173 mm. Cerchi in alluminio, a raggi: anteriore 19x2,15, posteriore 17x3,5. Pneumatici: anteriore 100/90-R19, posteriore 130/80-R17. Freni: anteriore a doppio disco in acciaio da 256 mm e pinze a 2 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 240 mm e pinza a singolo pistoncino.
Dimensioni (mm) e peso: lunghezza 2.250, larghezza 905, altezza sella 841, interasse 1.515. Peso in ordine di marcia 214 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza 44,1 kW (59,6 CV) a 7.750 giri, coppia 60 Nm (6,1 kgm) a 5.500 giri.
Trasmissione: primaria ad ingranaggi, finale a catena con “O-ring”. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando meccanico. Cambio a cinque marce.
Ciclistica: telaio a semi-doppia culla in acciaio con sezione a scatola; sospensione anteriore, forcella a perno avanzato da 41 mm, escursione ruota 177 mm; sospensione posteriore Pro-Link, forcellone con ammortizzatore regolabile nel precarico, escursione ruota 173 mm. Cerchi in alluminio, a raggi: anteriore 19x2,15, posteriore 17x3,5. Pneumatici: anteriore 100/90-R19, posteriore 130/80-R17. Freni: anteriore a doppio disco in acciaio da 256 mm e pinze a 2 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 240 mm e pinza a singolo pistoncino.
Dimensioni (mm) e peso: lunghezza 2.250, larghezza 905, altezza sella 841, interasse 1.515. Peso in ordine di marcia 214 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza 44,1 kW (59,6 CV) a 7.750 giri, coppia 60 Nm (6,1 kgm) a 5.500 giri.
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