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Fat Track 900 by Tottimotori

di Daniele Massari, foto Stefano Casati il 17/10/2007 in Moto & Scooter

Una Tracker che sfrutta un propulsore Honda 900 degli anni Ottanta: un'idea inedita, nata da uno specialista e dalla fantasia di un collezionista creativo e colto

Fat Track 900 by Tottimotori
Con quell'abito teso ed essenziale da Pin-up e uno scarico bianco e immacolato, da prima comunione: così piaceva al suo proprietario e progettista, che ha guidato con dovizia e attenzione le mani dello specialista Roberto Totti mentre operava sulla sua Honda CB 900 Bol d'Or del 1983.
Progettata interamente dal collezionista Stefano Possati, questa special ha richiesto ben sei mesi di lavoro da parte dell'officina di Totti (www.
tottimotori.com) nella campagna emiliana.
Il bello della Fat Track (questo il nome della grossa tracker che vi mostriamo in anteprima) risiede proprio nell'idea che a nessuno è mai venuto in mente di fare una Flat Track con un motorone così grosso e pesante, dal momento che per questa disciplina si utilizzano al massimo dei bicilindrici…
Del resto, Possati aveva già fatto parlare di se in quanto committente (e fortunato proprietario) della ciclopica Pregnant Duck, una meravigliosa special con motore Honda 6 cilindri.
Anche tutta la componentistica installata sulla Fat Track è stata selezionata personalmente da Possati, che ha scelto un manubrio largo in alluminio montato su riser artigianali, un fanale anteriore della inglese Lucas e strumentazione con contagiri elettronico Autometer integrata nel serbatoio. Quest'ultimo è stato realizzato anch'esso a mano e in alluminio da Totti, che si è anche occupato delle modifiche necessarie a installare su questa ciclistica il codino da flat track in fibra di vetro (con gruppo ottico integrato a Led luminosi) e di adattare il fender anteriore in carbonio di una Harley V-Rod.
La sella monoposto, applicata sul codino subito al di sopra delle tabelle portanumero, è stata realizzata a mano dalla Selleria Ferraresi.
Il propulsore, quattro cilindri in linea raffreddato ad aria e alimentato a carburatori, è rimasto pressoché di serie... almeno stando a quanto racconta Totti. Guardando però in dettaglio la scheda tecnica, si scopre che non tutto è stato lasciato così com’era. Fanno infatti eccezione le testate, i cui condotti sono stati lucidati, e le valvole che sono state sostituite con altre dal diametro maggiorato. Anche il profilo dell’albero a camme è diverso da quello standard, e lo scarico è stato evidentemente sostituito da un performante Kerker 4 in 1 modificato.
Se pistoni e cilindri sono rimasti davvero gli stessi di prima, le bielle in acciaio sono state alleggerite e i carburatori rimpiazzati da una batteria di Dell’Orto speciali di produzione americana.
Il risultato di questo make-up è una potenza dichiarata di ben 98 CV, che vengono scaricati al suolo attraverso una catena DID 530.
Dal punto di vista ciclistico si segnala il telaio, costruito interamente a mano in tubi Reynolds da 27 mm di diametro, e abbinato al forcellone, anch’esso artigianale, realizzato in alluminio 470 e abbinato alla coppia di ammortizzatori Kayaba.
“Se almeno avessimo conservato il telaio – ha commentato Totti illustrandoci le caratteristiche della sua nuova creatura – il lavoro sarebbe stato più semplice. Ma Mr. Possati ama le sfide difficili, e quando si porta avanti un lavoro per lui tutto ciò che è di facile realizzazione viene automaticamente bandito!”
La forcella Showa, invece, deriva da una CBR 900 RR ed è una teleidraulica con steli da 45 mm, sorretta da piastre artigianali Tottimotori.
I due cerchi da 19” sono abbinati ai dischi freno di derivazione Harley-Davidson, due all’avantreno e uno sulla ruota motrice, tutti da 11”.
Fat Track 900 by Tottimotori
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