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Taiwan: una fiera di moto con molte ambizioni

di Luigi Rivola il 22/08/2007 in Moto & Scooter

Siamo stati a visitare l'Isola che ospita tre fra i maggiori produttori di moto al mondo e una fiera, a Taipei, che punta a diventare un evento di riferimento in Asia

Taiwan: una fiera di moto con molte ambizioni
Panoramica della fiera di Taiwan
Tre fra i maggiori produttori di motocicli e scooter al mondo hanno sede a Taiwan: sono Kymco, Sym e PGO. Sul nostro mercato, dove molto forte è la presenza di prestigiose marche italiane, la Kymco ha raggiunto e mantiene una posizione di preminenza, grazie a un'organizzazione commerciale consolidata negli anni, e la Sym sta crescendo con notevoli ambizioni. La diffusione degli scooter e delle moto taiwanesi però non è ancora così massiccia come nel resto d'Europa e soprattutto in Asia, dove detengono una buona fetta di mercato nonostante che l'arrivo di forti concorrenti dalla Cina Popolare e dalla Corea del sud costituisca già oggi per tutti i prodotti industriali "Made in Taiwan" – e quindi anche per i veicoli motorizzati a due ruote – una seria minaccia.

Sull'Isola, nota anche col nome portoghese di Formosa, il veicolo largamente più diffuso è il ciclomotore, in larghissima maggioranza scooter 50, che viene utilizzato quotidianamente per gli spostamenti di lavoro. Il mercato interno è stato dunque fino a pochi anni fa di importanza fondamentale per la crescita delle industrie motociclistiche locali, che ne hanno seguito le tendenze e le regole, trascurando le esigenze molto differenti del mercato occidentale.
Ora però Taiwan sta guardando con molto interesse oltre i propri confini e si prepara a porre in atto strategie produttive allargate, che prevedono anche un'escalation di cilindrata per allinearsi ai gusti europei. Così ha già fatto la Kymco con gli scooter di alta gamma, così si accinge a fare la SYM, che nel 2006 ha ottenuto uno prestigioso premio: il Taiwan Top 20 Global Brands, essendo rientrata fra le venti aziende nazionali che hanno evidenziato la più forte crescita nell'anno.

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Per meglio diffondere l’immagine di Taiwan e delle sue industrie siamo stati invitati a visitare l’Isola in occasione della fiera “Motorcycle Taiwan 2007”, un’iniziativa giunta alla seconda edizione e sponsorizzata dal Taiwan External Trade Development Council (TAITRA) che nutre l’ambizione di farla diventare il più importante appuntamento fieristico della moto in Asia. Abbiamo accettato l’invito, spinti soprattutto dalla curiosità di conoscere un luogo il cui nome da ormai molti anni è entrato nelle nostre case a corredo di prodotti di ogni tipo, caratterizzati generalmente da una tecnologia molto avanzata in relazione al costo. Un nome sul quale si è discusso a lungo, anche nel nostro settore, anticipando le polemiche odierne scatenate dall’invasione dei prodotti industriali cinesi (Cina Popolare) a bassissimo costo.
Tutti, in Italia, conoscono il “Made in Taiwan”. Quanti però sanno dove e che cosa sia Taiwan? L’isola di Formosa – così i Portoghesi la chiamarono dopo averla scoperta quasi per caso a metà del 1500 – si trova circa 150 km a sud est della costa cinese meridionale, a nord delle Filippine. Inizialmente abitata da aborigeni e utilizzata come base da pirati cinesi e giapponesi, fu occupata dai Portoghesi, dagli Spagnoli, poi divenne scalo commerciale olandese, infine colonia della Cina, che vi mantenne una sovranità per certi periodi solo parziale fino alla conquista giapponese (1895).
Ritornata alla Cina nel 1945 in seguito alla sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale, nel 1949 Taiwan accolse alcuni milioni di rifugiati cinesi fedeli al Kuomintang, ossia al governo nazionalista cinese guidato dal generale Chiang Kai Shek, sconfitto dalle forze del partito comunista cinese capeggiato da Mao Ze Dong.
Oggi Taiwan è una repubblica indipendente (anche se la Repubblica Popolare Cinese continua a considerare il suo governo illegittimo e non nasconde le sue pretese sull’Isola). La superficie è di 35.800 kmq (una volta e mezzo la Sicilia) e la popolazione è di 23 milioni di abitanti.

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La fiera “Motorcycle Taiwan 2007” è una delle iniziative studiate dal TAITRA per promuovere il Made in Taiwan e reggere la crescente concorrenza asiatica. Il livello tecnico e qualitativo della produzione taiwanese è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, tanto da proporsi come un compromesso ideale fra la sofisticazione giapponese e i ridottissimi costi di produzione della Cina Popolare. Indubbiamente una fiera a Taipei, sostenuta da una solida e politicamente ben supportata organizzazione può avere l’ambizione di porsi come punto di riferimento fra gli eventi del genere in Asia, ad esclusione, naturalmente, del Tokyo Motor Show.
La seconda edizione, svoltasi quest’anno, non ha espresso ancora il potenziale di questa iniziativa, soprattutto per la carenza di spazi espositivi – che l’anno prossimo saranno moltiplicati dal trasferimento in un’altra più ampia e più moderna sede – e per l’assenza delle importanti Case produttrici nazionali, che hanno disertato la manifestazione. L’impostazione che è stata data alla fiera è quella del nostro Motor Show di Bologna, ossia un expò-spettacolo rivolto principalmente al pubblico e in particolare ai giovani, che hanno risposto con una massiccia partecipazione, almeno dai 12 anni in su, visto che una regola – certamente di legge – vietava l’ingresso ai minori di 12 anni o con altezza inferiore a 140 cm...
Oltre alla rilevante presenza di costruttori di componentistica elettrica, elettronica e meccanica per moto, la fiera contava sulla spettacolarità delle motociclette giapponesi ed europee di prestigio, come la Bimota, la Benelli e la MV, esposte da dealer asiatici, e sull’esposizione di special realizzate a Taiwan su base giapponese o taiwanese, ma, specie per i tantissimi scooter di piccola cilindrata, con gusto tipicamente locale: veicoli completamente verniciati color oro luminescente, o argento, o rivestiti con led luminosi.
Numerose le belle ragazze, che a Taiwan non fanno difetto, immancabili le miss e i personaggi dello spettacolo, ignoti dalle nostre parti, ma popolarissimi sull’Isola.

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L’organizzazione della “Motorcycle Taiwan 2007” ci ha fatto conoscere, oltre alla fiera, alcuni rivenditori di moto di Taipei, che ci hanno ospitato nei rispettivi negozi, dandoci informazioni sui gusti dei motociclisti locali, sulla loro entità numerica e sulle prospettive di sviluppo del mercato interno. Inutile dire che la situazione di Taiwan non ha nulla a che vedere con la nostra. Sull’Isola circolano – come ci ha informato Walter Yeh, vicepresidente esecutivo del TAITRA – 11 milioni di ciclomotori, quasi tutti scooter, e il mercato dell’accessorio, delle preparazioni e dei gadget è totalmente improntato a soddisfare questa enorme massa di clienti alla guida di questo specifico veicolo. L’orientamento verso cilindrate maggiori è scoraggiato dalla mancanza di strade adatte e da una domanda dettata soprattutto da motivazioni economiche. Non mancano comunque i super appassionati (e ricchi) amanti delle ipersportive e delle maxi di produzione straniera, come ci ha confermato Chi Fu Chen, brillantissimo titolare della concessionaria MV Agusta di Taipei, la ChMoto, che ogni anno vende una settantina di F4 e Brutale nel suo elegante negozio che è un vero e proprio tempio dedicato alla moto italiana.
Le straniere più gettonate sono comunque le custom giapponesi e americane: in occasione dell’inaugurazione della fiera è stato organizzato un raduno e la maggior parte delle moto che hanno sfilato apparteneva infatti a questa categoria.
A Taipei comunque in giro si vedono praticamente solo scooterini di ogni marca. Sono ovunque: parcheggiati a grappoli sotto i loggiati della città, allineati su tre file ad ogni semaforo davanti alle auto, pronti a scattare come se ogni accensione della luce verde fosse il via di un gran premio. L’inquinamento che ne deriva è notevole e ben percepibile. Abbiamo spiegato a uno dei nostri illustri ospiti che uno dei problemi principali che l’industria motociclistica è costretta ad affrontare oggi in Europa è proprio l’inquinamento. Lui ci ha ascoltati con la gentilezza tipica degli Orientali, poi ha risposto: “La nostra industria ha messo a punto tecnologie affidabili e innovative per ridurre al minimo le emissioni nocive. Questo è uno dei punti sui quali contiamo per consolidare la nostra presenza sul mercato occidentale”.

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