Quando la scorsa estate avemmo a disposizione le prime immagini ufficiali della Versys si crearono immediatamente fazioni opposte: da una parte gli estimatori, convinti che la Kawasaki facesse la mossa giusta introducendo in gamma una crossover dalle linee decise, dall’altra i detrattori, fautori del più puro italian style e pronti a incentrare le proprie critiche sul grosso gruppo ottico anteriore, definendolo sgraziato. Pochi mesi dopo, chi vi scrive ebbe modo di percorrere alcune centinaia di km tra le curve serpeggianti della Costa Azzurra alla presentazione ufficiale di questa moto, constatando come proprio tra i tubi a diamante di questo telaio il bicilindrico della famiglia ER-6 avesse trovato il suo habitat naturale.

Il fatto è che oggi chi cerca una naked o è “supertradizionalista” o è “superutilitarista”. Spieghiamoci meglio: l’utente della nuda di media cilindrata o decide di rivolgersi a un evergreen dalle note caratteristiche di design e ciclistica (leggi Ducati Monster) oppure, più spesso, compra i CV un tanto al kg, portandosi in garage la più potente tra le moto disponibili col suo budget.
Insomma, nella numerosa famiglia delle moto da 7.000 euro la lotta è agguerrita e la Kawasaki ha trovato lo spazio giusto con la ER-6n, allettando il pubblico con un prezzo inferiore alle altre nude 600 e 650.
Prezzo bassissimo che non può essere mantenuto sulla Versys, sulla quale il livello di finiture è più alto, la forcella è a steli rovesciati ed è regolabile sia nel precarico molla sia nell’estensione idraulica, il forcellone è in alluminio, la strumentazione è completamente nuova.

Durante l’inverno abbiamo avuto modo di testare la Versys per un periodo più lungo, confrontandoci anche col freddo e la pioggia, oltre agli immancabili tombini, binari e tratti di pavè che costellano la strade delle nostre città. Questa lunga prova ha fatto emergere soprattutto i pregi della moto, che ha convinto anche i più scettici tester della redazione.



Come testimoniano i nostri rilevamenti strumentali, la Versys sa vestire i panni della fun-bike, con accelerazioni di tutto rispetto e spazi di frenata da riferimento, anche se nell’uso intenso la corsa della leva destra si allunga notevolmente: i maniaci del wheeling chilometrico e dello stoppie selvaggio hanno pane per i propri denti, grazie anche a un motore ricco di coppia (rivisto nell’erogazione sulla Versys, con una mappatura dell’iniezione che enfatizza la prontezza ai regimi medio-bassi). Allo stesso tempo, però, la bicilindrica Kawasaki accompagna negli spostamenti quotidiani senza chiedere in cambio di assumere posizioni sacrificate e assorbendo asperità e avvallamenti cittadini senza fare un plissé.
Le vibrazioni sono contenute (ricordiamo che il bicilindrico è dotato di albero controrotante), facendosi sentire alle pedane e al manubrio solo oltre i 6.000 giri
Anche il passeggero se la passa piuttosto bene, potendo contare su una sella che non è il classico strapuntino d’ordinanza e avendo a disposizione maniglie facili da raggiungere.
Tra l’altro è disponibile un catalogo di accessori piuttosto ricco e pensato per rendere la Versys una turista di lungo raggio: valige rigide, top case, plexiglas più ampio e navigatore.