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In pista con la Bimota DB5

il 24/11/2006 in Moto & Scooter

L’invito a provare la Bimota che corre il campionato delle bicilindriche è arrivato quasi per caso, amichevolmente. E nella stessa occasione abbiamo fatto anche un po’ di giri con la moto del trofeo monomarca 2007

di Riccardo Matesic, foto di Giancluca Malvasi

Per leggere il test completo clicca qui!

L’occasione per sgranchirsi è il “Racing Party”, una manifestazione semi-privata che alcune ditte extrasettore hanno organizzato a Magione per dare la possibilità ai loro clienti-amici di scendere in pista con vere moto da corsa. Uno degli organizzatori infatti è Genesio Bevilacqua, pilota e collezionista di moto da corsa. E poi, vista la presenza del team BRK Promotion, che il prossimo anno farà correre le Bimota DB5 nel Campionato Italiano Supertwins, c’è l’appoggio della casa riminese, presente in forze con molte moto.
“Riccà –mi dice il team manager della BRK, Paolo Marini- se vieni a Magione lunedì, ti facciamo provare la Bimota DB5 che l’anno prossimo correrà nel Supertwins”. E così eccomi all’appuntamento, intutato e pronto, in mezzo a una muta di Superbike, Supertwins, 125 e 250 GP blasonate (in pista c’è anche l’iridato Paolo Pileri).

Il prossimo anno ci sarà un monomarca Bimota, che si correrà con la formula “tutto incluso”. Si pagherà un’iscrizione comprensiva di tutto, anche della moto, che verrà estratta a sorte a ogni gara. E ci sarà l’assistenza meccanica, il muletto, le gomme…
Così a Magione, inaspettatamente, ho trovato una moto allestita nella quasi definitiva configurazione “Trofeo 2007”. Rispetto alla moto stradale ha le sovrastrutture in fibra e lo scarico racing, con collettori più grandi e camera di compensazione più ampia.
Il primo assaggio però l’ho dato a una DB5 in versione rigorosamente stradale. Una moto che aveva 43 Km e ancora la cera addosso. Per dire che si trattava in tutto e per tutto della moto di serie.
Ci poggio il sedere e la scopro minuta. Il motore è il 1000 DS della Ducati, assolutamente di serie e… un po’ legato. Lei, invece, comunica da subito una grande reattività dell’anteriore: basta chiudere o aprire il gas in inserimento di curva, e subito la reazione è repentina. Idem se si pinza un po’. All’inizio dà addirittura fastidio, poi la si capisce, si impara a guidarla e a fidarsi. Lei ripaga, facendosi sentire leggera e scendendo in piega con rapidità. Peccato che il motore non sia un fulmine.

Rientro e salgo sulla versione Trofeo. Appena accesa, il motore suona molto meglio e appare meno pigro. La ciclistica è grosso modo di serie, un po’ meno legnosa nelle sospensioni, ma anche le gomme racing -che sull’altra non c’erano- sicuramente fanno la loro parte.
Ciò che colpisce è il motore. Certo, lo scarico aperto e privo di catalizzatore lo fa respirare meglio, ma è sorprendente come prenda dal basso e salga rapidamente, mantenendo un buon allungo: a occhio un “cacciavite giusto” ha messo le mani su qualche taratura. Se si correrà con questa ci sarà da divertirsi.

La DB5 racing che ho davanti è la stessa che Cristiano Franco ha già usato tre volte nel Supertwins, finendo vicinissimo al podio (4° a Vallelunga). Rispetto alla stradale ha subito molte modifiche. Ci sono i cerchi in magnesio, la forcella Marzocchi e l’ammortizzatore Double System aria/aria. Il motore è un 1078 cc (pistoni da 98 mm Ø), ha le bielle Carrillo, le valvole in titanio, le cammes spinte, lo scarico Galassetti, la frizione antisaltellamento e il cambio SP.
Cristiano dice che il motore dovrà crescere ancora molto e per il prossimo anno sono quasi pronti a scendere in pista con una versione-mostro che stanno ancora testando. E poi la ciclistica, che ha tante regolazioni da risultare difficile da mettere a punto. “Però con un po’ di abilità e molto tempo, ti puoi cucire la moto addosso e darle il carattere che preferisci”.

Sposto in alto l’interruttore vicino al contagiri digitale. Contatto, il quadro si accende. Spingo il bottone rosso sul semimanubrio sinistro e il motore si assesta subito ai 2500 giri, con il fragore tipico degli scarichi da competizione. “C’è ancora il motorino –mi urla Cristiano nel casco-, perché in questa fase di test è comodo. In futuro lo toglieremo per scendere di peso”. Già, oggi questa moto è ancora sui 170 Kg. Ma è un laboratorio.
Scaldo un po’ il motore sul cavalletto, poi un meccanico me lo toglie e mi dà una pacca sulla schiena. Tiro la frizione, alzo il piede e metto la prima. Lo stacco è brusco, bisogna lavorarla con mano sapiente e con il motore sui 3-4000 giri. Vado via in souplesse, con la prima lunga che mi catapulta fuori dai box e mi fa capire subito che qui le cose sono diverse rispetto alle sorelline. Le ruote girano più veloci, il vento è più forte, tutto è diverso. La DB5 si presenta: “buongiorno, sono una moto da corsa. Che ti credevi?”.

Curva facilmente però, senza essere scorbutica come alcune sue cugine racing che vanno bene solo se ci vai forte. E il motore prende bene anche in basso. Un giro per fare un minimo amicizia, poi cominciamo a dare gas almeno in rettilineo. Il contagiri digitale ha una spia azzurra che si accende quando è il momento di cambiare, così non si fa neanche lo sforzo di tenere sotto controllo i cristalli liquidi del contagiri. Le marce vanno via una dopo l’altra, con il rumore forte che morde sin dentro il casco. Non gira altissimo il bicilindrico pompato. Però “fa tanta strada”, come dicono soddisfatti i piloti e i preparatori di queste moto.
A Magione c’è un’unica curva un po’ veloce, ed è la doppia dopo il rettilineo principale. È bella, ci si arriva forte, si levano due marce e dentro con il gas aperto, andandosi ad arrampicare sul cordolo sinistro a metà, per poi puntare nuovamente la corda a destra. È anche piuttosto sconnesso, cosa che impensierisce non poco, ma che permette di capire subito una grande dote della DB5 Supertwins: inghiottisce le asperità senza accorgersene, passando sopra a tutto. Poi vengono le due esse in successione. Una rottura di scatole se la moto è lenta, ma anche qui la bimotina sorprende: nonostante il mio ritmo blando, mi rendo conto di essere veloce nei cambi di direzione. Scende in piega con rapidità, e ritrova l’assetto immediatamente, anche se sposto i miei 100 Kg da una parte all’altra senza fare complimenti.
Sa forte di moto da corsa, anche se è ancora un po’ acerba. Ci piacerebbe provarla all’inizio del prossimo anno, quando sarà pronta per correre il campionato 2007. Chissà, magari vinciamo la lotteria per un nuovo test…

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