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Un libro per ricordare Imerio Testori

il 22/05/2006 in Moto & Scooter

Un libro e un dvd a trent’anni dalla morte: è stato il primo italiano a vincere un Europeo nella regolarità degli anni ‘70

di Emanuele Vertemati

Ha corso dappertutto, ha vinto sulle mulattiere di casa, nei fettucciati all’estero, alla Sei Giorni, e poi nel campionato europeo. Primo tra gli italiani della regolarità, nel 1974 ha vinto nella classe “oltre 350” in sella alla Ktm: allora valeva come un Mondiale, visto che quest’ultimo non esisteva ancora. Una carriera breve, ma intensa, iniziata nel 1971. Poi, per quegli scherzi del destino a cui non ci si può sottrarre, è mancato, vittima di un incidente di allenamento, su una strada bianca a poca distanza da casa. Esattamente 30 anni fa, il 22 maggio 1976. Il Motoclub Brembana, sezione del motoclub Bergamo, ha voluto ricordare Imerio Testori in un libro e in un dvd ricco di immagini di un’epoca in cui il tassello la faceva da padrone, non solo nella Bergamasca, terra di campioni e di spirito di sacrificio in nome della moto. La pubblicazione, curata da Tarcisio Bottani, è stata presentata sabato scorso nel palazzetto dello sport di San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo (editore Corponove, Bergamo, www.corponoveeditrice.it). Erano presenti, tra gli altri, Arnaldo Farioli, storico importatore della Ktm in Italia, e Ivan Saravesi, ex pilota e amico di Imerio.
Ne emerge il tratto rude e irruento di un pilota in grado di entusiasmare pubblico e addetti ai lavori, ma anche l’aspetto umano attraverso le testimonianze, a volte drammatiche, di chi gli era vicino nell’ambiente della regolarità. Il libro è corredato da una serie di immagini impedibili, realizzate da due grandi fotografi dell’epoca, Mario Milanesi e Walter Arosio. “Per noi appassionati di enduro – ha detto il presidente del Mc Brembana, Franco Contenti – la sua vicenda umana vuol essere occasione di stimolo per i giovani che si affacciano per la prima volta al fuoristrada, perché capiscano quanto questo sport, duro e faticoso, sappia “prendere” ma anche “dare”.
Nel 2004 il comune di San Giovanni Bianco ha voluto dedicargli il palazzetto dello sport con una targa “in memoria di un grande campione dello sport, esempio per i nostri giovani”.

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