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Derbi Mulhacèn: la sfida spagnola

il 08/05/2006 in Moto & Scooter

Componentistica di pregio e peso ridotto ridanno linfa al collaudato monocilindrico Minarelli: accade sulla scrambler spagnola, bella da guidare e da guardare. Arriverà dai concessionari dalla fine di maggio a 7.500 euro

Dalla prima occhiata alla Mulhacèn, si nota la grande cura riposta nei dettagli e nella componentistica: la scrambler spagnola non sembra affatto (del resto non lo è, visti i 7.700 euro c.i.m.) una moto economica, ma quasi una curatissima special.
Innegabile la compattezza del mezzo, che tuttavia non basta a garantire alla moto una particolare agilità tra le auto in colonna, inficiata da un raggio di sterzo troppo ampio.
Tuttavia, il peso ridotto e la posizione particolarmente azzeccata di pedane e manubrio (solo la sella è scarsamente imbottita, per questioni di stile e di contenimento dell’altezza da terra) consentono di godersi alla grande i tornanti.
Il propulsore Minarelli-Yamaha spinge bene da poco oltre i 2.500 giri e dà il meglio di sé tra i 3.500 e i 5.000 giri (ma allunga sino a quota 7.000): un comportamento lineare, accompagnato da vibrazioni non fastidiose su pedane e manubrio ed assecondato da una taratura delle sospensioni che denuncia una vocazione ad “andare a spasso”.



All’occorrenza, comunque, si può intervenire sul mono posteriore (regolabile nel precarico e nell’idraulica in estensione) per migliorarne il carattere, incattivire quell’andatura altrimenti “galleggiante” ed affrontare con piglio deciso anche i più impegnativi percorsi di montagna. La forcella rovesciata Marzocchi da 43 mm, invece, non presenta possibilità di regolazione e per la verità denuncia anche una certa tendenza ad affondare nel primo tratto della corsa, sotto la spinta del poderoso freno Brembo radiale.



Potente e modulabile, appunto, la frenata, che vanta dischi freno wave e impianto Brembo radiale (pinza e pompa, regolabile) per l’anteriore. Certo, indurendo le sospensioni diminuisce un po’ il comfort, ma nonostante la totale assenza di protezione aerodinamica la Mulhacèn non affatica troppo viaggiando ad andature autostradali, che si rivelano ben al di sotto delle punte velocistiche di cui questa scrambler è capace.
Rifinita con grande cura, tanto da rendere giustificato un costo che potrebbe apparire eccessivo, viene venduta con la sella del passeggero inclusa nel prezzo.
1.600 gli esemplari previsti nel primo anno di produzione, cifra che dovrebbe raddoppiare nel 2007.

La Mulhacèn fin dalla sua prima comparsa sulle scene ha suscitato molti consensi tra gli appassionati per via del suo aspetto rétro, che strizza l’occhio alle scrambler in voga negli anni settanta, ma anche perché rientra a pieno titolo tra quelle moto considerate carismatiche.
L’anteriore essenziale è dominato dal piccolo cupolino contenente il fanale con lampada multireflector, oltre ad essere bello il faro è anche funzionale essendo regolabile nell’altezza senza l’utilizzo di attrezzi.
Nella vista laterale non passa inosservato lo scarico cromato di grandi dimensioni, che corre a filo dell’elegante e compatto codino, che comprende il doppio gruppo ottico a led.
Come vuole la tradizione, su questo tipo di moto il manubrio deve essere largo e in questo caso la monocilindrica spagnola ne monta uno pregiato a sezione variabile in ergal anodizzato oro. Dietro il cupolino è sistemata la strumentazione composta di cinque spie luminose e un computer multifunzione, che offre la possibilità di passare da una modalità all’altra tramite il pulsante sul lato sinistro del manubrio.

Il telaio in tubi, prodotto in Italia da Verlicchi, è un monoculla aperta, la forcella è una Marzocchi rovesciata con steli da 43 mm, fissata su piastre in alluminio forgiato.
Al posteriore, il forcellone realizzato in alluminio fuso si avvale di un monoammortizzatore situato sul lato destro della moto e ancorato al telaio tramite un sistema di biellette che ne garantisce la progressività. Questa sistemazione consente di regolare più facilmente il precarico della molla e di posizionare la batteria al centro della moto, centrando le masse.
L’impianto frenante adotta all’anteriore un disco dal profilo a margherita da 320 mm con pinza ad attacco radiale Brembo a quattro pastiglie. Al posteriore il disco, dal medesimo profilo, è da 245 mm.



Il propulsore è il collaudato monocilindrico Minarelli da 659,7 cc, già montato tra l’altro sull’Aprilia Pegaso e sulla Yamaha MT-03, con distribuzione a doppio albero a camme in testa, raffreddamento a liquido e cambio a cinque rapporti. Per adattarlo alla Derbi è stata rivista la mappatura dell’iniezione.
La Mulhacèn Derbi è pronta per arrivare dai concessionari entro la fine del mese di maggio, il prezzo di vendita sarà di 7.500 euro f.c.

Motore: monocilindrico 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 100x84 mm; cilindrata 649,7 cc; rapporto di compressione 10:1. Distribuzione monoalbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica con corpo farafallato da 44 mm. Capacità serbatoio carburante 12 litri (di cui 2,5 di riserva). Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione: primaria ad ingranaggi, finale a catena (15/46). Frizione a dischi multipli in bagno d'olio, cambio a 5 marce, trasmissione a catena.

Ciclistica: telaio a mono culla in acciaio; sospensione anteriore, forcella rovesciata da 43 mm, escursione ruota 120 mm; sospensione posteriore, forcellone con mono ammortizzatore regolabile nel precarico, escursione ruota 120 mm. Pneumatici: anteriore 110/80-ZR18, posteriore 150/70-ZR17. Freni: anteriore a disco flottante in acciaio da 320 mm e pinze con attacco radiale a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 245 mm e pinza a singolo pistoncino.

Dimensioni (mm) e peso: lunghezza 2.085, larghezza 800, altezza sella 830, interasse 1.386. Peso a secco 162 kg.

Prestazioni dichiarate: potenza 34,6 kW (47 CV) a 6.250 giri, coppia 55 Nm (5,6 kgm) a 5.500 giri.

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  • rocki'54
    Sfida Spagnola? - Vorrei capire come una moto con motore italiano, freni italiani, telaio italiano, forcella italiana, si definisca "Sfida spagnola". Mah!

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