Novegro 2006: l’edizione di febbraio

Un po' sotto tono la prima dell’anno: scarsa affluenza di pubblico, biglietto d’ingresso aumentato e qualche malumore tra gli espositori. La gallery con gli esemplari più belli

di Emanuele Vertemati


Il fango protagonista a Novegro

Quando Novegro è Novegro (così come si dice per il festival di Sanremo) siamo pronti a celebrarlo. Quando non mancano appassionati, cultori del ferro e curiosi in abbondanza, oltre a una variegata fenomenologia del pezzo d’epoca, però. Magari anche con il bel tempo. Ingrediente essenziale per girare su e giù tra i corridoi all’aperto della Mostra scambio più famosa del settore.

E invece stavolta non è andata così. Anzi, peggio. E’ bastato qualche giorno di pioggia per rovinare la festa di inizio stagione a tutti, espositori compresi. Girare tra gli stand in mezzo al fango non è bello se sei lì per piacere. Possibile, si sono chiesti in tanti, che non si riesca a rimediare se non coprendo il fango con delle passerelle?


Poi ci si è messo anche il blocco del traffico a scoraggiare i più, complice quell’inevitabile passaparola che oggi scorre veloce sui forum della rete per fare stare a casa chi di solito l’appuntamento non lo manca. Aggiungiamo pure, come una ciliegina guasta su una torta venuta male, un leggero aumento del biglietto d’ingresso e l’inaccessibilità del capannone centrale dell’esposizione, danneggiato dopo l’abbondante caduta di neve di fine gennaio, che ha rivoluzionato la disposizione di spazi e stand. C’è chi ha prenotato con anticipo e si è ritrovato a fare anticamera per sistemare la propria merce come chi è arrivato all’ultimo momento. L’organizzazione ha fatto il possibile certamente per rimettere a posto le cose, ma forse non ha avuto il tempo necessario. Diversi espositori solitamente collocati nel padiglione centrale sono stati suddivisi in nuovi spazi all’esterno. E quando, come si suol dire, lo show deve andare avanti lo stesso, il risultato non è dei migliori.


Che manchi il grande pubblico te ne accorgi subito non facendo la coda in macchina e scorgendo spazi vuoti nei parcheggi solitamente affollati. Anche l’appuntamento con la consueta retrospettiva centrale su un tema, un marchio o un vissuto di storia motociclistica è rinviato: c’erano solo due Bmw, una R 90 S del ’73 e una R 100 RS del ’78, a ricordare in splendida solitudine un piccolo spaccato delle moto europee degli anni ’70. Erano attesi altri splendidi esemplari del periodo, tra cui Triumph (T 150 Hurricane e Slippery Sam), Hercules con motore Wankel del 1974 e la mitica Munch, che per motivi organizzativi non sono arrivate.


Per saperne di più si è reso disponibile il libro “Moto europee e americane degli anni ‘70” (240 pag, 900 foto) a cura di un appassionato del settore, Giorgio Sarti, che abbiamo incontrato tra gli stand. “Sono quasi pronte per la pubblicazione – spiega Sarti – le trilogie dedicate agli anni ’50 e ’60, suddivise in produzione italiana, inglese, europea e americana. Lo stesso vale per i volumi dedicati alle moto degli anni ’80, con le italiane, le europee e le giapponesi protagoniste. Pubblicazioni che ho voluto realizzare accostando ai modelli più celebri gli stili di vita e le conquiste di ogni periodo storico: dalla prima televisione alla diffusione della lavatrice, passando per i successi musicali e cinematografici dell’epoca”.
Pubblicazione di settore a parte, quella che si è chiusa domenica è un'edizione da archiviare in fretta, non prima di aver ripensato a una serie di aspetti organizzativi. Per non scontentare l'appassionato pubblico che a Novegro, in particolare nelle edizioni di novembre e febbraio, sa di poter trovare pane per i propri denti