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Malaguti Password 250

il 06/12/2005 in Moto & Scooter

Un ruote alte per muoversi nel traffico cittadino con consumi contenuti e prestazioni brillanti. Interessante il prezzo 3.890 euro f.c. comprensivo di garanzia ACI Global per un anno

Malaguti Password 250

di Stefano Borzacchiello, foto di Max Pandullo



Nella storia della Malaguti lo scooter a ruote alte ha sempre avuto il suo spazio, negli anni novanta durante il boom dei cinquantini fece il suo debutto il Centro, poi arrivò la famiglia dei Ciak proposti nelle cilindrate da 50 a 150 cc. Nella primavera di quest’anno è stato presentato il primo maxi a ruote alte, il Password 250, che grazie a soluzioni stilistiche ricercate ha saputo ben coniugare il design con la praticità di utilizzo, dote essenziale in mezzi destinati a un utilizzo prevalentemente urbano.





I suoi punti di forza si sono rivelati il motore Yamaha 250, i consumi contenuti, le dimensioni compatte e una taratura delle sospensioni abbastanza soffice che garantisce un buon comfort su ogni fondo.
Infine il prezzo di vendita è molto interessante, anche perché comprende un anno di garanzia con ACI Global, ovvero il diritto al soccorso stradale in qualsiasi punto d'Italia.

Il Password adotta soluzioni ciclistiche tradizionali. Il telaio è in tubi d’acciaio ad alta rsistenza, all’anteriore il ruote alte bolognese monta una forcella con steli da 35 mm dalla taratura morbida; al posteriore vi sono una coppia di ammortizzatori regolabili facilmente nel precarico su diverse posizioni.
L’impianto frenante si compone di due freni a disco, uno all’anteriore con pinza a due pistoncini e uno al posteriore con pinza a singolo pistoncino. L’azione dei dischi non è però combinata.
Il cuore del Malaguti è un propulsore Yamaha 250 cc capace di 20.8 CV a 7.500 giri alimentato a carburatore: le sue prestazioni sono brillanti e i consumi contenuti.
I comandi non sono il massimo in quanto a design, ma pratici da utilizzare; peccato per l’assenza del pulsante che attiva le quattro frecce e per la mancanza del cicalino quando si inseriscono gli indicatori di direzione.



La strumentazione mista analogico-digitale è di tipo automobilistico nel vero senso della parola, infatti il tachimetro a lancetta ricorda quello montato sulle macchine negli anni ’70. Le informazioni contenute nel display vanno dal livello del carburante alla temperatura del liquido refrigerante, alla tensione della batteria, alla temperatura esterna oltre che al classico orologio e il contachilometri parziale e totale; per passare da una funzione all’altra si utilizza il pulsante ''mode'' sul manubrio.
Per le soste il Password monta di serie sia il cavalletto centrale sia quello laterale azionabile, molto facilmente stando in sella, e che una volta steso spegne automaticamente il motore.



La linea è caratterizzata dal frontale con i due grossi fanali con parabole interne dalle superfici cromate, in mezzo ai quali si trova la presa d'aria del radiatore anch’essa cromata.
Il cupolino monta di serie un piccolo parabrezza fumé, ma tra gli optional è previsto quello più alto.
I cerchi sono da 16 pollici e montano pneumatici Pirelli Gts dalle dimensioni adeguate in particolare il posteriore ha un battistrada da 140 mm.

Il primo impatto saliti in sella è positivo, si ha tutto sotto controllo; inoltre l’altezza ridotta da terra consente a tutti i piloti di appoggiare saldamente i piedi. Il manubrio è messo un po’ più in alto rispetto agli altri scooter a ruote alte e questo implica una diversa angolazione delle braccia. I piedi trovano posto sulla pedana larga e piatta, dove è possibile sistemare una borsa o una confezione da sei bottiglie d’acqua. Nel retroscudo c’è anche un gancio portaborse sistemato sotto il cassettino; non è, però molto pratico, poiché è sistemato troppo in basso.

La capacità di carico, per essere un ruote alte, è discreta: si può contare sul vano sottosella (accessibile girando la chiave di contatto in senso antiorario) dove trova posto un casco jet, e sul cassetto nel retroscudo nel quale è posizionata anche una presa da 220V. E' previsto tra gli accessori anche il bauletto, che si può montare sul portapacchi di serie.
Muovendosi nel traffico il Password si è rivelato scattante merito del propulsore e della trasmissione a punto, che non strappa. Lo scooter di San Lazzaro è però meno maneggevole di quanto le sue dimensioni e la sua compattezza possano far immaginare.
I consumi si sono rivelati contenuti e si percorrono in media circa 23 chilometri con un litro, per un’autonomia complessiva di oltre 250 km.
Gli spazi di frenata sono ridotti e, anche se l’impianto non prevede l’azione combinata dei due dischi, non c’è mai il rischio di bloccare le ruote.
Il comfort su strada è buono per via delle sospensioni dalla taratura morbida, che copiano bene le asperità dell’asfalto; inoltre la coppia di ammortizzatori posteriori prevede la regolazione del precarico su scatti predefiniti.
La posizione di guida rimane invece condizionata dalla conformazione della sella che tende a far scivolare il pilota in avanti proprio sulla parte dove l’imbottitura è più dura, limitando pertanto la comodità nei lunghi trasferimenti.



La strumentazione è molto ricca, e presenta le informazioni, tra cui anche la temperatura esterna e la possibilità di fondo stradale ghiacciato, sul compatto display. Da sottolineare che le condizioni della luce influiscono sulla leggibilità, che si riduce in particolare nelle ore serali.
Gli specchi offrono una buona visuale e non risentono delle vibrazioni. La potenza dei fanali è molto buona e permette di essere ben visibili anche di sera.
Negli spostamenti in coppia il passeggero è ben accolto, e dispone di una porzione di sella molto ampia e di due maniglie a cui aggrapparsi: le pedane estraibili invece non sono molto comode per via della particolare conformazione che fa battere la caviglia contro lo spigolo dello scooter.
Nei percorsi extra urbani il Password è stabile e anche divertente grazie al motore brioso capace di spingerlo oltre i 130 km/h. Sui lunghi rettilinei delle tangenziali si apprezza anche il buon riparo aerodinamico, merito dello scudo largo e del cupolino.

Motore: a 4 tempi, monocilindrico raffreddato a liquido, alesaggio e corsa 69 x 66,8 mm, cilindrata 250 cc; rapporto di compressione 10:1, distribuzione monoalbero a camme in testa con due valvole per cilindro; alimentazione a carburatore da 30mm; capacità serbatoio carburante 10 litri. Accensione elettronica digitale. Impianto di scarico catalizzato.

Trasmissione: primaria a variatore automatico con cinghia trapezoidale, finale ad ingranaggi. Frizione centrifuga ad innesto automatico.

Ciclistica: telaio in tubi d’acciaio ad alta resistenza. Sospensione anteriore teleidraulica con steli da 35mm; escursione 110 mm; sospensione posteriore con motore oscillante con doppio ammortizzatore idraulico bicamere regolabile nel precarico; escursione 110 mm. Ruote: cerchi da 16”, con pneumatici 110/70-16” l’anteriore e 140/70-17" il posteriore. Freni: anteriore a disco in acciaio di Ø 270 mm con pinza a due pistoncini; posteriore a disco in acciaio di Ø 240 mm.

Dimensioni (in mm) e peso: interasse 1484 mm; lunghezza 2170; altezza sella 778 mm, larghezza max (esclusi specchi) 760mm, altezza max 1310mm. Peso a secco kg 156.

Prestazioni dichiarate: potenza 20,8CV (15,8kW) a 7500 giri. Coppia 21 Nm) a 6500 giri.

Omologazione Euro-2: si.

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