Quotazioni moto&scooter

Cerca

Seguici con

ADV
Moto & Scooter

Aprilia Pegaso 650 Strada

il 28/04/2005 in Moto & Scooter

E’ nuova, è facile e si mostra in piena forma sulle curve della Gallura: abbiamo testato la nuova Pegaso 650 Strada, allungando il percorso per capirla a fondo. E sul misto stretto il gioco si è fatto davvero entusiasmante

di Maria Vittoria Bernasconi

Porto Cervo - Novità in casa Aprilia, che presenta sulle tortuose strade sarde la Pegaso 650 Strada. Effettivamente il nome è quello del modello che quindici anni fa ha introdotto la casa di Noale nel segmento delle moto di grande cilindrata e che, in tutti i suoi anni di vita, non ha mai abbandonato uno stile da piccola e paciosa via di mezzo tra enduro e stradale.
Ma ora siamo ad una svolta, perché la Pegaso che abbiamo provato ha davvero poco a che fare con le precedenti versioni: è una moto da strada, che gioca il suo fascino sulla leggerezza ed una manegevolezza estrema. Ma che conosce i compromessi. Infatti, pur presentandosi con un’estetica aggressiva ed un assetto da super motard, riesce ad essere tanto mansueta da adattarsi a chiunque.
Un buon lavoro di Aprilia, che però avrebbe forse dovuto regalare alla nuova nata un nome tutto suo, con cui differenziarla dal passato.

Ben tornata sportività, dunque, nell’accezione più pura, quella che in passato identificava l’enduro veneta e benvenuta la voglia di praticità che la Pegaso ispira appena saliti a bordo. E’ nuova in tutto, quindi sono banditi inutili paragoni con la sorellastra dalle ruote tassellate.
La parola d’ordine per l’effervescente “Strada” è 17 pollici, per via delle due possenti Pirelli Diablo che la allineano alle naked di pari cilindrata. Non è un caso che parte del target della nuova Pegaso Strada sia il popolo metropolitano, sempre in dubbio tra scooteroni e moto facili, ma anche e soprattutto il gentil sesso.
Esce infatti equipaggiata con una sella alta “soli” 780 mm per garantire un appoggio perfetto anche a chi non è altissimo, mentre per i più slanciati la sella rialzata di 50 mm è disponibile come optional.

Il motore è quello che equipaggia la Yamaha XT, forte dei sui 50 CV, e docile con una rapportatura che lo rende molto più fluido che sulla moto giapponese.
Resta dunque solo da scegliere il colore tra i due disponibili e gli eventuali accessori per farsi la nuova Pegaso Strada 650 su misura. Il prezzo d’acquisto, 6.990 euro f.c., è accessibile per entrare in un mondo che inizia ad avere un numero sempre maggiore di estimatori, anche tra i motociclisti di primo pelo.

Si fa prima a dire cosa non è cambiato: il nome. Come dicevamo poc’anzi la Pegaso è una moto tutta nuova. Questo non significa che i 50mila pezzi venduti in passato non contino, ma è anche vero che Pegaso doveva voltare pagina e lo ha fatto nel modo migliore; le novità ci sono, si vedono e si guidano.

Tanto per gradire ci sono 50 cavalli, né pochi né troppi, insomma quel che serve per divertirsi alla grande su strada, mettere a tacere più di qualche sportiva che capita sul vostro percorso preferito, garantire una velocità autostradale a misura di mototurista e il giusto spunto nella vita da semaforo.
Le prestazioni vanno a braccetto con il grosso telaio monotrave in acciaio e le sospensioni possenti: 45 mm il diametro della forcella e 140 la corsa, monoammortizzatore regolabile nel precarico molla e nel ritorno, con tanto di leveraggio progressivo.
C’è da aggiungere che in Aprilia questi dettagli li sanno accordare come un’orchestra sinfonica e anche questa volta la melodia è più che convincente. A passeggio è morbida e filtra ogni ruga dell’asfalto, ma quando si fa sul serio è rigorosa tanto in piega quanto sul dritto al pari delle sorelle hypersportive.

Dalla Tuono (la maxi naked) eredita l’impianto frenante, dimezzato anteriormente ad un singolo disco flottante da 320 mm e dietro il singolo da 240. Due elementi questi che rafforzano le velleità di moto tuttofare.
Siamo però di fronte ad un concetto di supermotardsoft” che esula dalle competizioni, perché rivolto ad un pubblico totale e dedicato anche alla vita di coppia.
Per il passeggero è stato studiato uno spazio di sella ad hoc, due maniglie e pedane a misura di umano e non da fantino in stile supersport. Ci sono anche due vani, uno sottosella e uno nella parte alta del serbatoio dedicati proprio ai piccoli oggetti da avere subito a portata di mano: biglietto dell’autostrada e tuta antipioggia.

Accolti da una sella fin troppo bassa, ci si trova con braccia e gambe ottimamente disposte sulle pedane e sul largo manubrio.
Davanti agli occhi una strumentazione ben leggibile fatta di contagiri analogico, display multifunzione ed una cascata di indicatori luminosi. Il tempo, non brevissimo, di fare il check della strumentazione e una piccola pressione al pulsante rosso dà vita al monocilindrico.
Frizione morbida, innesto preciso della prima e via con un filo di gas. Peccato per le leve al manubrio, tanto il freno anteriore quanto la frizione rimangono sempre troppo lontane e non sono regolabili. A parte questo dopo pochi metri sull’asfalto immaginiamo la linea ideale da seguire e la ruota anteriore è già lì a copiarla.

La Pegaso Strada si guida con il pensiero, l’acceleratore sfiorato con la mano e delicate carezze ai freni; è generosa con i poco esperti e ha le spalle forti con chi vuole far correre tutti i 50 cavalli mettendo a dura prova freni e ciclistica.
Non importa quale sia lo stile di guida perché lei si adatta e… non fa una piega. Anzi, a dire il vero le pieghe sono proprio il suo pane ma emerge quasi subito il limite delle pedane, troppo basse per resistere all’asfalto e alle inclinazioni raggiungibili con le Diablo da 110/70 (l’anteriore) e 160/60 (sulla ruota motrice).
A tutto questo va aggiunto una sella morbida ma che sostiene comodamente chi vuol fare del turismo e una protezione dall’aria discreta almeno fino a velocità codice.
Ricordiamoci però che il denominatore comune del progetto Pegaso ha sempre tenuto bene a mente l’idea di monocilindrica stradale e non di supermotard pronta gara, e così tante soluzioni rimarcano la voglia di divertimento senza eccessi.
Il motore ha buono spunto, soprattutto se aiutato con rapidi cambi di marcia; meglio buttarle in rapida sequenza una dietro l’altra piuttosto che cercare il limitatore oltre i 7.000 giri.
Da poco più di 2.500 giri finiscono le esitazioni tipiche del mono, e quest’ultimo spinge con vigore oltre la soglia dei 6.000. Come ogni monocilindrico che si rispetti è affetto da qualche vibrazione, modesta sul manubrio e infinitesimale sulle pedane.

Motore: monocilindrico 4 tempi. Raffreddamento a liquido, cilindrata 659 cc, alesaggio e corsa 100x84 mm, rapporto di compressione: 10:1, potenza massima: 37 kW a 6.250 giri/min, coppia massima: 62,5 Nm a 5.200 giri/min, iniezione elettronica, avviamento elettrico. Impianto di scarico catalizzato Euro2.

Trasmissione: Catena sigillata con o-ring, Frizione multidisco in bagno d'olio con molle, Funzionamento frizione meccanico a cavo, cambio a cinque rapporti.

Ciclistica: sospensione anteriore forcella con steli da 45 mm, posteriore monoammortizzatore regolabile. Freno anteriore: disco da 320 mm, pinza a quattro pistoncini, freno posteriore: disco da 240 mm, pinza fissa a doppio pistoncino. Ruote in lega di alluminio, cerchi da 17”. Pneumatici: anteriore 110/70, posteriore 160/60.

Dimensioni e peso: interasse 1.479 mm, lunghezza 2.160 mm, larghezza 810 mm, altezza sella 780 mm. Peso in ordine di marcia 170 Kg, capacità serbatoio carburante 16 litri.

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

ADV