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Sulla Honda 250 di Pedrosa

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Dopo l'impressionante RC211V, abbiamo provato la 250 Campione del Mondo in carica. Leggera e piccola come un 125, conquista coi suoi 110 cavalli sfruttabili anche da chi non è un professionista e affascina con l'odore e il suono del due tempi da competiz

di Antonio Vitillo

Rieccomi su una Honda da Gran Premio: stavolta è la RS250RW di Daniel Pedrosa, che succede - nel programma giornaliero stabilito per noi dalla HRC durante i test di Jerez de la Frontera- alla RC211V di Hayden.
La 250 di Tokyo è tornata con Daniel Pedrosa sul gradino più alto del podio, quello del Titolo Mondiale Piloti. Non è la maestosa e tuonante MotoGP: la piccola bicilindrica di 250 ha un canto gagliardo ma molto più acuto. Inconfondibile l’effluvio di olio bruciato, che fluttua dritto dritto ai sensori emozionali dell’olfatto.



Stazza poco la “dueccinquanta”: è piccola come il suo “torero” di Spagna, uno che comunque ha ottenuto la vittoria non facendo leva sulla leggerezza, ma battendosi ogni volta al massimo.
La Honda RS250RW numero 26 pesa poco più di uno scooterino di 50 centimetri cubi: ma sviluppa oltre 110 cavalli! Nonostante ciò, la regina delle quarto di litro vanta un’ erogazione relativamente dolce grazie al pacco lamellare, meccanismo semirigido attraverso cui scorre la mi-scela verso le luci di aspirazione. Il bicilindrico ha configurazione a V, longitudinale anche per ridurre l’ingombro laterale e perforare meglio il vento.



E’ stretta, infatti, tanto da sembrare una 125. Ed è corta, solo 1.350 millimetri d’interasse. Il telaio doppio trave in alluminio scende verso il robusto forcellone, che in quanto a cura costruttiva sembra derivato da una moto di produzione di serie: adotta un’unità Pro Link fulcrata in alto al telaio. Le sospensioni sono Showa, con la forcella a steli rovesciati larghi 43 mm. Alle ruote Marchesini di 17” sono associati freni Brembo, con l’anteriore radiale: i pneumatici slick sono Dunlop.


Come tutte le quarto di litro GP, anche la Honda RS250RW è un animale destinato all’estinzione. Però è una moto evoluta, nel senso che -ad esempio- non c’è più bisogno di farla urlare se si parte dai box, bruciando frizioni. Ai “bassi” la si sposta, la si fa trotterellare, ma è in alto che dà cavalli buoni, naturalmente. Pedrosa ha il fisico da fantino: per questo i manubri sono stretti, angolati. Così le pedane: buone per noi a stirare i legamenti crociati, a stretchare le ginocchia, per lui ad inserirsi nella moto.
La nostra testa è costantemente fuori copertura, soprattutto in curva. In rettilineo, invece, allunghiamo il sedere sul codino e cupolino è trovato!

Ciononostante, la longilinea RS250RW mette a proprio agio. Sarà che scendiamo dalla veemente RC211V, sarà che ha potenza più bassa di tante moto di produzione, forse per la finissima opera di messa a punto, fatto sta che la Gran Premio più prestante del Motomondiale è moto equilibrata e per niente prevaricante. Signori, rimane sempre moto da corsa, non illudiamoci, ma volteggiare leggeri per le vie cordolate di Jerez de la Frontera è genuino piacere, incanto.
La orienti verso il punto di corda e, generosamente, lo sfiora prima di quanto si sia immaginato, così da costringerci a sostenere la linea aprendo subito il gas, per allargare. Tra i 10 e i 14.000 giri tutto è buono per schizzare in avanti.
La RS250RW è una libellula. Leggera, agile, tra le curve è una furia mentre cambia direzione.



Alla percezione di assoluta scioltezza non corrisponde in ugual misura quella relativa alla stabilità. Non che la duemmezzo sia avara di tenuta, ma ci è parsa meno disposta a seguire la linea sul veloce, ribelle come una purosangue.
Grazie al cambio elettronico, non serve tirare la manopola sinistra: si tira giù il piede e la marcia è inserita. Si perdono 2.000 giri, ma la coppia è ripristinata, proiettandoci verso quel cordolo che miriamo all’esterno. E poi via, annusando e ascoltando il due tempi, che come un’onda d’urto spinge forte verso la prossima curva. Si continua. Viva Dio, per adesso ancora col due tempi.
Motore: bicilindrico a V, a due tempi, raffreddamento a liquido, cilindrata 249 cc, alimentazione a valvola lamellare, potenza massima prossima ai 110 CV.

Ciclistica: telaio doppio trave in alluminio, forcella telescopica di 43 mm a ste-li rovesciati Showa, post. pro Link. Ruote: Marchesini, entrambe di 17”. Pneumatici: Dun-lop, ant. 120/70, post. 165/55. Freni: Brembo, ant. doppio disco pinza radiale a 4 pistoni contrapposti, posteriore monodisco monopistone.

Dimensioni: lunghezza: 1.960 mm, larghezza: 655 mm
altezza: 1.090 mm, interasse: 1.350 mm. Distanza minima da terra: 109 mm. Peso mini-mo: 100 kg, Capacità serbatoio: 21 lt.

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