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La Desmosedici RR scalda il motore

il 03/11/2004 in Moto & Scooter

Procede, nel rispetto delle tappe previste, la messa a punto della versione stradale della Desmosedici MotoGP. Il 4 cilindri è già al banco e al prossimo Salone di Milano vedremo la moto in configurazione definitiva

di Luigi Rivola


Gianluigi Mengoli (a sinistra), direttore del reparto esperienze e l'ing. Claudio Domenicali, presidente di Ducati Corse, in posa col motore della Desmosedici RR fissato al banco prova

La Ducati sta mantenendo la promessa: la Desmosedici RR, modello di massimo prestigio tecnico e sportivo della sua storia industriale, sta rispettando la tabella di marcia annunciata al WDW 2004 dal suo Presidente, Federico Minoli; attualmente il motore “replica” della Desmosedici MotoGP è al banco per tutta una serie di test e parallelamente si lavora sulla ciclistica e sul disegno della moto, che vedrà la luce in tempo per il prossimo Salone di Milano a fine 2005.
Il quattro cilindri a “doppia L” con distribuzione desmodromica a 16 valvole comandata da ingranaggi in cascata, che eroga in versione corsa oltre 230 CV e ha superato la velocità massima di 340 km/h, è quindi già configurato in versione stradale, ed è inutile dire che, se la D16 MotoGP è la moto più veloce della sua categoria, la D16 RR ha molte probabilità di diventare, alla nascita, il punto di riferimento della categoria in fatto di prestazioni.

Tutto questo ha già un prezzo: 50.000 Euro circa, in linea con una costruzione che non risparmia nulla in fatto di materiali, di soluzioni tecniche e di rifiniture. Molte Case nella storia del motociclismo hanno proposto al pubblico, con targa e fanale, la replica delle loro ammiraglie da corsa, ma in molti casi si ne è uscito un modello con concreti riferimenti, ma con un’anima molto diversa; la Ducati promette di replicare non solo il corpo della sua Desmosedici MotoGP, ma anche l’anima. Attendiamo con trepidazione.
L’iniziativa della Ducati presenta molte analogie con quella della Honda, che mise in vendita un numero limitato di esemplari della sua più sofisticata moto da corsa: la NR con pistoni ovali, due bielle per pistone e 8 valvole per cilindro, a un costo prossimo ai 100 milioni di lire dell’epoca. Si discosta però per le prospettive: se la NR era improponibile in versione di serie per l’eccessivo costo industriale e per probabili carenze di affidabilità rispetto ai più evoluti plurifrazionati “cilindrici”, la Desmosedici RR non ha niente che le vieti di diventare, previo opportuno ridimensionamento del progetto, una quattro cilindri in grado di concorrere sul mercato internazionale delle ipersportive pseudo-normali.
Ed è questo il grande punto interrogativo. Per ora la Ducati nega con fermezza questa ipotesi, col malcelato terrore che una simile prospettiva, se fatta balenare al pubblico dei ducatisti, possa ridurre drastricamente le preferenze accordate alle bicilindriche che costituiscono tuttora l’ossatura commerciale e di immagine dell’azienda di Borgo Panigale. Ma il proverbio dice: “Mai dire mai”; conoscendo la mentalità delle industrie, la prima cosa che succederà quando la prima Desmosedici RR da 50.000 Euro sarà stata consegnata al WDW 2006 – come da programma – qualcuno a Bologna comincerà a dire: “Perché non ne facciamo anche una versione da 20.000 Euro?”. Scommettiamo?

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