Moto & Scooter
La KTM prova la trazione integrale
Alcuni prototipi a due ruote motrici, realizzati in tempi brevissimi dalla Casa austriaca, sono attualmente in fase di prova. Oltre alle corse, si pensa a una possibile produzione in piccola serie. Ce ne parla il progettista, Wolfgang Felber, e il campion
di Luigi Rivola
La KTM a trazione integrale meccanico-idraulica durante un collaudo in pista
La KTM sta provando intensamente una moto da fuoristrada a due ruote motrici. Il progetto della dinamicissima Casa austriaca, che ha già superato egregiamente la fase di studio e di simulazione al computer, ha portato alla realizzazione di un prototipo che, nelle mani dei test-rider sta affrontando i primi collaudi si diversi tipi di terreno in vista di una partecipazione ufficiale della moto a trazione integrale alle corse del 2005 ed eventualmente di una produzione in piccola serie per i piloti privati e per i suoi clienti che amano il fuoristrada impegnativo.
Nessun dettaglio tecnico è trapelato da fonti ufficiali, che però hanno diffuso due foto della moto in azione e un’intervista al pilota Kurt Nicoll, che descrive in modo particolareggiato le caratteristiche di guida della trazione integrale e il comportamento della moto nelle situazioni testate.
Il responsabile del progetto, Wolfgang Felber, non si sbilancia: “Attualmente stiamo provando un sistema misto, meccanico-idraulico, che consente la distribuzione della coppia motrice su entrambe le ruote in base a parametri prefissati e gestiti via software. Lo sviluppo del sistema è già molto avanzato, ma il margine di progresso è ancora elevato. In questa fase, la KTM vuole soprattutto essere nel novero delle Case che stanno lavorando in questa direzione ed accumulare, provando alcuni prototipi, un buon bagaglio di esperienze preventive, in seguito alle quali si potrà decidere se entrare in produzione con una piccola serie. Al momento i vantaggi e gli svantaggi di una moto a trazione integrale, paragonata ad una convenzionale da fuoristrada, più o meno si equivalgono, e un aspetto positivo è che il pilota si adatta facilmente ad entrambe le soluzioni”.
È chiaro che la KTM ha valutato con la massima attenzione l’inatteso successo della Yamaha/Ohlins di Fretigne nella Dakar 2004, prima trazione integrale ad aver colto significative affermazioni nella durissima corsa africana, ed è altrettanto evidente che la sua previsione è che questa soluzione tecnica possa avere un futuro anche produttivo.
Kurt Nicoll, non dimenticato protagonista della scena mondiale del motocross per tanti anni, è attualmente direttore sportivo del Team KTM. Alla sua esperienza e alla sua sensibilità è affidato anche lo sviluppo pratico del prototipo a trazione integrale in collaborazione col capo progetto Wolfgang Felber. La KTM ha diffuso questa intervista a Nicoll, che riportiamo.
- Che esperienza hai avuto della trazione integrale, e quali differenze hai riscontrato?
“Guidando una moto a due ruote motrici ti accorgi subito che accelera meglio e in modo più consistente in uscita di curva; contemporaneamente noti una tendenza a contrastare l’inserimento in piega e ad allargare la traiettoria. Avverti anche maggiori sollecitazioni nella parte alta del corpo, sulle braccia e sulle ginocchia e ti accorgi che il manubrio acquista come una vita propria. In certe situazioni, su tracciati molto lenti, mossi e difficili, una moto normale perde motricità e la ruota posteriore saltella e slitta; con la trazione integrale questo non avviene, e ti puoi permetere di accelerare là dove le altre moto non possono farlo”.
- Pensi che questo sistema possa esprimere i suoi vantaggi solo nelle competizioni, o anche nell’uso amatoriale in fuoristrada?
“La mia opinione è che i vantaggi possano essere apprezzati soprattutto da chi pratica fuoristrada per hobby; i piloti professionisti in realtà hanno maturato una tale sensibilità alla trazione, abituati come sono a gestirla a fondo in ogni condizione, che per loro la trazione integrale sarà solo una prerogativa in più da sfruttare”.
La KTM a trazione integrale in prova su fondi sassosi
- I vantaggi sono avvertibili solo nel fuoristrada, o anche in situazioni particolari, come sul bagnato?
“Certamente le due ruote motrici danno una grossa mano soprattutto sulle superfici bagnate. Sul bagnato con la trazione integrale basta accelerare e la trazione viene distribuita su entrambe le ruote in modo calibrato, così si evita lo slittamento. Anche sull’asciutto comunque, sia in fuoristrada, sia sull’asfalto, la guida con la doppia trazione è più facile”.
- Si può fare un parallelo fra la trazione integrale motociclistica allo stadio attuale e ciò che era in campo automobilistico vent’anni fa?
“Certo, le due situazioni sono molto simili. In effetti noi al momento siamo solo all’inizio dello sviluppo e il problema più grosso che dobbiamo affrontare è lo stesso che affliggeva le prime auto 4x4 vent’anni fa: il peso eccessivo del sistema. Attualmente la trazione integrale comporta un aumento di peso di circa 6 kg sulla nostra moto; quando saremo scesi a non oltre un paio di chili, potremo pensare di attuare la stessa rivoluzione che già abbiamo visto sull’automobile”.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.