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Aprilia Leonardo 300

il 13/04/2004 in Moto & Scooter

La virtù sta nel mezzo: proverbio veritiero, e il rinnovato midi di Noale lo conferma in pieno. Prezzo, prestazioni, ingombri: il compromesso è quello giusto

Alessandro D’Aiuto, foto Massimo/Ag. Treeffe



La nuova versione del Leonardo si pone di fatto al centro dell' ampio panorama scooteristico odierno. Con la sua cubatura, né troppo grande né troppo piccola, il motore Yamaha da 264 cc permette al "midi" veneto di muoversi con disinvoltura nell'ambito urbano e suggerisce anche qualche tranquilla gita fuori porta senza per questo essere un mezzo troppo impegnativo per cilindrata, prezzo o dimensioni.
A Noale sono dunque riusciti nell'intento di far fare un salto di categoria al loro scooter, ed hanno raggiunto tale obiettivo con il minimo sforzo, visto che pochi cc in più riescono ad incrementare la nota polivalenza del Leonardo senza tuttavia stravolgerne il progetto iniziale, né accrescerne i costi di gestione.



Assieme ad un propulsore dalle prestazioni globalmente superiori, rimane invariata la facilità di approccio e la piacevolezza di guida di questo piccolo ed agile sport-tourer. Il portafogli ringrazia, visto che, a fronte di una spesa di 3.930 euro, si potrà disporre di un eccellente "passe-partout" metropolitano.
Tutto rose e fiori? ovviamente no, ma vi anticipiamo subito che il giudizio globale è ampiamente positivo.

Da un punto di vista estetico, il Leonardo 300 si presenta invariato rispetto alla versione che va a sostituire: il design resta cioè caratterizzato dalle note linee tese ma raccordate tra loro in maniera morbida.
E' infatti ad un'utenza piuttosto matura che si rivolge questo scooter: al bando colori sgargianti e soluzioni appariscenti in favore di un’evidente sobrietà di fondo che però rischia di risultare perfino un po’ “fredda”.
La plancia si presenta abbastanza completa: tachimetro, contachilometri, indicatore livello benzina, indicatore della temperatura del liquido di raffreddamento (che peraltro sul nostro esemplare non ha mai voluto sapere di funzionare…), l'orologio e varie spie di servizio sono il corredo un po' basilare ma completo per un mezzo di questa categoria. Un contachilometri parziale sarebbe gradito su un mezzo pensato per fare anche qualche bella gita, mentre i pulsanti dell'orologio, che si devono pigiare con l'aiuto di una penna o di una chiave, non danno l'impressione di poter durare a lungo nel tempo.
Gli specchietti, sul nostro esemplare hanno manifestato l'antipatica tendenza a perdere facilmente la posizione a causa di vibrazioni e scuotimenti che inevitabilmente a si manifestano nella marcia in città.

Per contro, quando stanno fermi, offrono una corretta visione di quanto accade alle nostre spalle.
L'accoppiamento delle plastiche e le finiture in genere sono in linea con gli standard della casa di Noale e si pongono di fatto su ottimi livelli: solo il tappetino in gomma sulla pedana presta il fianco qualche critica, sembrando più "appoggiato" alla stessa che fissato e solidale al resto dello scooter. Inoltre a forza di salire e scendere, è facile lasciare delle rigacce con le suole delle scarpe sopra lo sportellino che nasconde il tappo del carburante.
La disponibilità di vani e spazi di servizio è buona: lo scudo anteriore offre solamente un piccolo gancio a cui fissare una borsa, mentre il vano sottosella è veramente ampio: ospita comodamente due caschi jet ( si riesce a far entrare un po’ a forza un integrale nella parte posteriore del vano), ed è comunque in grado di stipare una discreta quantità di oggetti grazie anche alla forma tutto sommato regolare.

La sella, ampia e comoda, consente una posizione corretta e poco affaticante; al comfort di marcia contribuisce anche l’imbottitura morbida ma non cedevole, mentre l’alto scalino tra guidatore e passeggero che funge da vero e proprio poggiaschiena.
Lo spazio a disposizione delle gambe permette anche a chi supera il metro e ottanta di star correttamente seduto senza doversi appollaiare e le braccia si distendono con naturalezza sulle manopole e sulle leve ben posizionate.
Lo scudo, che giocoforza non è molto ampio su uno scooter di indole sportiva, comunque è sufficientemente protettivo ed accoppiato al parabrezza si rivela un riparo abbastanza adeguato per affrontare strade e tangenziali in ogni condizione di tempo.
Forse solo il parabrezza è un po’ troppo basso ed in marcia non ripara completamente la testa del pilota dall’esposizione all’aria o alla pioggia.Il passeggero, infine, gode di una seduta comoda ed ampia, solo le maniglie integrate nel portapacchi possono risultare poco immediate da raggiungere, mentre le pedaline ripiegabili offrono un giusto sostegno ai piedi senza infastidire il guidatore.
Pollice verso, invece, per quanto riguarda l’accessibilità meccanica: per un’operazione tutto sommato di routine come regolare il minimo bisogna smontare mezzo vano bagagli spostando anche la batteria dal suo alloggiamento, ed infine cercare a tentoni la rotellina del registro che risulta un po’ nascosta tra la plastica del vano e il carburatore.
Tralascio le contorsioni da fare per raggiungere la candela: se non disponete di un banco elevatore lasciate fare al vostro meccanico.

Una volta acceso, si notano le vibrazioni che al minimo vengono generosamente elargite dal nuovo motore. Fermi al semaforo, coi freni tirati, è avvertibile ogni singolo scoppio del piccolo mono, ma una volta in movimento ci si dimentica subito di questo fastidio grazie alla rotondità di marcia ed alle doti dinamiche.
Il propulsore, lo stesso che equipaggia lo Yamaha Versity, è adeguatamente potente, ed i 20,6 cavalli promessi dall'Aprilia sembrerebbero esserci proprio tutti.
Più che sulla velocità massima, che comunque si attesta sui 135 km/h circa, quello che impressiona piacevolmente è il tandem motore-trasmissione: l'uno, come detto, non è avaro né in spunto né in erogazione; l'altra è dolce, progressiva e perfettamente in linea con le necessità tipiche della categoria e peculiari del mezzo in questione.



Se infatti a uno scooter in genere si chiede facilità di guida ed una certa comodità di base, il Leonardo 300 rilancia aggiungendo anche divertimento una certa dose di divertimento. Alle andature cittadine la parte ciclistica si rivela come il vero asso nella manica: in una parola è perfetta.
Agile e guizzante, il commuter di Noale è letteralmente inarrestabile: piacevole sul dritto e sicuro in curva, in mezzo al traffico permette di zig-zagare (bambini, non fatelo a casa…) come se si trattasse di un “cinquantino” infilandosi veramente dappertutto, ma non appena si libera la strada basta ruotare la manetta per allungare il passo in maniera progressiva ma assolutamente decisa, lasciandosi alle spalle (nel contesto cittadino dello “stop and go”) praticamente ogni veicolo che si incontra.



Per contro, tale “agilità” si paga sui tratti più veloci: andando di buon passo l’interasse corto e le ruote piccole manifestano qualche limite di stabilità e si avverte un certo “effetto vela” dovuto probabilmente all’ampia superficie dell’insieme scudo-parabrezza. Tutto ciò, senza creare eccessive apprensioni, rende meno spensierata la marcia innescando qualche ondeggiamento di troppo, specialmente all’anteriore.
La forcella, pur essendo confortevolmente morbida, non dà segni di cedevolezza nemmeno nelle frenate più “impiccate”, mentre per quanto riguarda i due ammortizzatori posteriori l’unico appunto che si possa muovere loro è una certa secchezza nel reagire ai colpi più repentini (difetto peraltro tipico dei maxi-scooter); in tutte le altre occasioni sono sempre molto confortevoli ed all’altezza dell’impegno richiesto, mentre solo in prossimità della velocità massima danno l’impressione di essere un filo “sfrenati”.
Con un passeggero a bordo lo scooter rimane rigoroso, e solo il posteriore pare soffrire un po’ per il carico extra, regalando sonore grattate di cavalletto nelle curve a sinistra.



L’impianto frenante si allinea a questo quadro positivo: l’unità anteriore è potente e molto modulabile ed è praticamente impossibile da portare al bloccaggio; stesse prestazioni per il disco posteriore.
L’azione coordinata dei due dischi permette di frenare il mezzo in poco spazio ed in tutta sicurezza e le prestazioni dell’impianto si mantengono costanti anche dopo un intenso utilizzo.

Motore: monocilindrico orizzontale, 4 tempi, raffreddato a liquido con circolazione forzata tramite pompa centrifuga. Distribuzione: 2 valvole, albero a camme in testa, alesaggio e corsa: 71 x 66,8mm. Rapp.di compressione: 10:1, cilindrata: 264,5 cc, carburatore: Tei Kei 4UC, accensione elettronica, avviamento elettrico, azionato da batteria 12V-12AH. Lubrificazione: a carter umido, circolazione forzata con pompa meccanica a lobi.

Trasmissione: cambio: convertitore automatico, primaria a cinghia trapezoidale, secondaria: riduttore ad ingranaggi, frizione automatica centrifuga a secco

Scarico: catalitico con aria secondaria per rispetto delle normative Euro 2

Ciclistica: telaio monotrave anteriore con doppia culla posteriore sovrapposta, in tubi di acciaio, sospensione anteriore: forcella teleidraulica con perno ruota avanzato, steli Ø 35 mm, escursione ruota 90 mm. Sospensione posteriore: motore con funzione di forcellone oscillante, vincolato al telaio da doppio biellismo montato su silent-block; escursione ruota 104 mm, con regolazione precarico su 5 posizioni (300). Freno anteriore: a disco in acciaio inox alleggerito Ø 220 mm con pinza a due pistoncini contrapposti Ø 32 mm. Freno posteriore: a disco in acciaio inox Ø 190 mm (125), Ø 220 mm (300) con pinza a due pistoncini contrapposti Ø 30 mm. Cerchi: in lega leggera a 5 razze tangenziali; ant. 3.00 x 12"; post. 3.50 x 12". Pneumatici: ant. e post. 130/70 x 12".

Dimensioni e pesi: lunghezza 1865 mm larghezza 770 mm altezza 1410 mm interasse 1340 mm
Capacità serbatoio: 9,6 litri (riserva 1,5 litri)
Accessori: parabrezza grande completo, bauletto New Concept, cavo corazzato Body Guard, telo copri-gambe.

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