Moto & Scooter
Laverda 1000 3 cilindri 'Sette'
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Dall’officina di Sette e Stile Italiano una special da pista che ha attirato l’attenzione dei nostalgici e catalizzato l’interesse di chi ha nel cuore il tre in linea italiano
L’aspetto è forse poco curato: spartano, come si conviene a certi prodotti nati per essere usati solo tra i cordoli. La storia, quella è un’altra cosa: e risale a tanti anni fa, a quando la Laverda non era ancora entrata nel turbine di difficoltà finanziarie e passaggi di mano, ma era ancora un marchio in grado di confrontarsi a testa alta con strutture industriali di grande statura.
Così, capita che mentre le sorti attuali dell’Azienda catalizzano soprattutto l’attenzione di quella fascia di appassionati che potrebbero permettersi una moto da diverse decine di migliaia di Euro, un’altra frangia di affezionati si dedichi a coltivare la gloria del proprio mito in pista, nel corso di una serie di manifestazioni “minori” e con mezzi che ad un occhio distratto potrebbero sembrare approssimativi, ma che trasudano passione e fascino da ogni poro.
Questa 1000 tre cilindri, da noi scovata nel corso della passata edizione della Ducati Speed Week di Zeltweg, venne acquistata durante la stessa manifestazione, ma nel 1997, in condizioni pietose. E’ da allora che ad essa si dedicano incessantemente Enrico Sette della “Sette e Stile Italiano” e Giuseppe Andrighetto (mentre l’addetto pista è Renzo Mocellin), che dal 1999 la portano in pista, nel corso di varie manifestazioni nel corso dell’anno, guidata dal pilota Francesco Greppio.
L’evocativo arancio Laverda che ne copre le sovrastrutture (col cupolino derivato da quello di una Honda VTR ed il codino artigianale), insieme con dettagli curati come la strumentazione Veglia o il manubrio artigianale, fanno si che questa tre cilindri passi difficilmente inosservata, ammesso che si riesca a non accorgersi di quel suo affascinante, inconfondibile rombo…
Così, capita che mentre le sorti attuali dell’Azienda catalizzano soprattutto l’attenzione di quella fascia di appassionati che potrebbero permettersi una moto da diverse decine di migliaia di Euro, un’altra frangia di affezionati si dedichi a coltivare la gloria del proprio mito in pista, nel corso di una serie di manifestazioni “minori” e con mezzi che ad un occhio distratto potrebbero sembrare approssimativi, ma che trasudano passione e fascino da ogni poro.
Questa 1000 tre cilindri, da noi scovata nel corso della passata edizione della Ducati Speed Week di Zeltweg, venne acquistata durante la stessa manifestazione, ma nel 1997, in condizioni pietose. E’ da allora che ad essa si dedicano incessantemente Enrico Sette della “Sette e Stile Italiano” e Giuseppe Andrighetto (mentre l’addetto pista è Renzo Mocellin), che dal 1999 la portano in pista, nel corso di varie manifestazioni nel corso dell’anno, guidata dal pilota Francesco Greppio.
L’evocativo arancio Laverda che ne copre le sovrastrutture (col cupolino derivato da quello di una Honda VTR ed il codino artigianale), insieme con dettagli curati come la strumentazione Veglia o il manubrio artigianale, fanno si che questa tre cilindri passi difficilmente inosservata, ammesso che si riesca a non accorgersi di quel suo affascinante, inconfondibile rombo…
Le principali modifiche
Il propulsore è il classico tre cilindri in linea da 980,76cc raffreddato ad aria, potenziato mediante l’introduzione di pistoni Asso, che pure sono guidati da un albero motore stock che lavora entro un blocco motore anch’esso di serie. Il manovellismo è, come da tradizione, caratterizzato da uno schema a 180° (di qui il nome di “Laverda 1000 180°”), il che significa che i due pistoni “esterni” si trovano al PMS contemporaneamente, nell’istante in cui quello centrale è al PMI: tale soluzione venne abbandonata nei modelli successivi al 1982, quando il tre cilindri italiano venne “ingentilito” con un manovellismo a 120°.
Gli elementi che hanno, invece, subito un tuning corsaiolo sono stati gli alberi a camme, sostituiti da unità Laverda Corsa, e l’impianto di alimentazione che vanta un kit di carburatori Dell’Orto da 36mm. I condotti delle testate sono stati lucidati da Giuseppe Andrighetto, coautore del progetto insieme ad Enrico Sette. L’impianto di scarico, del tipo tre in uno con terminale a trombetta sul lato sinistro, è stato realizzato dalla “Sette e Stile Italiano”, ed ottimizzato per il raggiungimento di prestazioni ottimali per l’uso in pista: è anche grazie a questo pezzo davvero ben realizzato che la special in questione eroga una potenza di ben 85 cv!
Il telaio, realizzato artigianalmente e prodotto in soli quattro esemplari, risale al 1992, e ad esso è stata abbinata una forcella Marzocchi con steli tradizionali da 41,8mm di diametro e 120mm di escursione, ancorata a piastre di sterzo derivate da una Bimota. Il retrotreno oscilla mediante una coppia di ammortizzatori Koni regolabili. I cerchi prescelti sono due Marvic a cinque razze da 17”, gommati rispettivamente da un pneumatico 120/70 17 all’anteriore e da un 165/60 17” al posteriore, ed abbinati ad un impianto frenante Brembo che sfrutta un doppio disco flottante all’anteriore, con pinze a quattro pistoncini, ed un elemento fisso sulla ruota motrice.
Il telaio, realizzato artigianalmente e prodotto in soli quattro esemplari, risale al 1992, e ad esso è stata abbinata una forcella Marzocchi con steli tradizionali da 41,8mm di diametro e 120mm di escursione, ancorata a piastre di sterzo derivate da una Bimota. Il retrotreno oscilla mediante una coppia di ammortizzatori Koni regolabili. I cerchi prescelti sono due Marvic a cinque razze da 17”, gommati rispettivamente da un pneumatico 120/70 17 all’anteriore e da un 165/60 17” al posteriore, ed abbinati ad un impianto frenante Brembo che sfrutta un doppio disco flottante all’anteriore, con pinze a quattro pistoncini, ed un elemento fisso sulla ruota motrice.
La preparazione in sintesi
Motore: tricilindrico in linea raffreddato ad aria, 1000cc. Pistoni Asso, accensione Bosch, testata lucidata, albero a Camme Laverda Corsa. Alimentaz. Carburatori Dell’Orto da 36. Scarico 3 in 1 artigianale. Potenza max 85 CV circa. Distribuzione a catena, trasmissione primaria e secondaria a catena, cambio a 5 rapporti.
Ciclistica: telaio realizzato nel 1992, piastre di sterzo Bimota. Sospensione anteriore: forcella Marzocchi teleidraulica con steli da 41,8 mm, ammortizzatori posteriori Koni. Cerchi ant. e post. Marvic pentarazze. Freni: anteriore a doppio disco flottante Brembo con pinze a quattro pistoncini, posteriore a disco Brembo. Pneumatico anteriore 120/70 17”, post. 165/60 17”.
Accessori: Cupolino ricavato da una Honda VTR, codino artigianale, strumentazione Veglia, manubrio artigianale, verniciatura Arancio Laverda.