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Patente europea: una rivoluzione?

il 25/11/2003 in Moto & Scooter

Innalzamento dei limiti d’età e modifica delle categorie 125 A1 e A2 - quella delle moto a potenza limitata per neopatentati - con esami pratici per il passaggio da una all’altra. Sono queste alcune delle novità contenute in una proposta di direttiva dell

di Riccardo Matesic


Se verranno applicate le nuove direttive europee come descritte nel nostro servizio, per le due ruote sarà un vero disastro. E' urgente un intervento delle nostre associazioni di categoria

I principi ispiratori di questa megadirettiva sono molteplici: si va dall’obiettivo di armonizzare le patenti nazionali, agevolando la libera circolazione dei cittadini comunitari nei paesi europei, a quello di incrementare la sicurezza stradale. Il tutto, dopo l’11 settembre, con la consapevolezza di dover rendere sempre più difficile la falsificazione del permesso di guida, che spesso svolge anche la funzione di documento per il riconoscimento.

Quello della sicurezza è uno degli aspetti predominanti della nascente direttiva comunitaria. Non a caso gli adolescenti in motorino vengono indicati fra i più soggetti ai gravi incidenti stradali, insieme ai 20-21 enni alla guida delle moto più veloci.

Ecco dunque la proposta di elevare a 16 anni l’età minima per la guida dei ciclomotori, introducendo una patente che comprenda almeno un esame di teoria (i singoli stati avrebbero poi l’opportunità di aggiungere anche un esame pratico e una visita medica) e lasciando la possibilità a ogni paese di abbassare l’età d’ingresso fino a 14 anni sul proprio territorio nazionale, con un mutuo riconoscimento delle patenti rilasciate dagli altri stati. L’età per l’accesso diretto, quella minima per prendere subito la patente per le maximoto, sarebbe alzata da 21 a 24 anni, ma novità ci sarebbero anche per le categorie di mezzo. Tanto per cominciare il periodo durante il quale si è considerati neopatentati salirebbe da 2 a 3 anni.

E poi ci sarebbe un esame pratico per il passaggio dalla patente A2 (quella limitata a 35 KW) alla A (quella senza limiti), esame che non verterebbe sulla tecnica di guida né sugli esercizi da fare su percorso attrezzato, bensì sulla capacità di muoversi con sicurezza nel traffico e in autostrada. Ancora novità nella definizione delle classi. La 125, guidabile con la patente A1, vedrebbe l’aggiunta di un rapporto peso/potenza pari a 0,1 KW/Kg, oltre al limite attuale degli 11 KW di potenza massima; mentre le moto della classe A2 sarebbero assoggettate a un rapporto peso/potenza di 0,2 KW/Kg e non potrebbero essere derivate da moto di potenza più che doppia.

A margine del capitolo sicurezza, aggiungiamo che sarà espressamente vietato ai singoli stati rilasciare una patente a un cittadino che avrà perduto il proprio permesso di guida in un altro paese. Questo perché oggi è relativamente frequente il caso di guidatori che, perduta la patente in uno stato, decidano di andare a prenderla in un altro per continuare a guidare.

A fianco di questo generale inasprimento dei controlli, notiamo che l’età per il conseguimento della patente B viene facoltativamente abbassata a 17 anni per gli stati membri, ma solo per il territorio nazionale del paese che dovesse sfruttare questa opzione. Resta invece sulla carta la patente B1, quella per i tricicli e i quadricicli, della quale si riparlerà cinque anni dopo l’entrata in vigore della direttiva in tutti gli stati membri, quando si farà il punto sull’applicazione e sul funzionamento delle nuove norme.

Attenzione sarà dedicata anche agli esaminatori, che dovranno superare un corso molto approfondito e potranno iniziare la carriera lavorativa facendo esami solo per categorie di patente che loro posseggono già da un determinato numero di anni. L’accesso agli esami per le patenti di tipologia superiore dovrà inoltre essere graduale, con un lungo apprendistato come esaminatori per patenti B, il 90% del totale degli esami nell’UE. Durante la loro carriera lavorativa gli esaminatori dovranno inoltre frequentare e superare dei periodici corsi di aggiornamento.

E cambieranno anche gli esami, sia quelli teorici, che prevederanno prove di conoscenza del veicolo e delle sue specificità ancora più approfondite di quelle odierne, sia, soprattutto, quelli pratici, con prove di guida e di uso delle attrezzature specifiche (casco, tuta, guanti…) particolarmente severe, per accertarsi che l’aspirante patentato conosca realmente il mezzo che vuole guidare e comprenda tutte le potenziali situazioni di pericolo e i comportamenti più adeguati da tenere.

A fianco di questo inseverimento delle norme, la direttiva in discussione cerca di agevolare molto la vita dei cittadini comunitari, con un’armonizzazione dei termini di validità e delle visite mediche. Fra i vari paesi comunitari ci sono infatti profonde differenze, che danno luogo a 80 diversi modelli di patente e che creano problemi ai tanti cittadini patentati (il 60% della popolazione) che dovessero stabilirsi per lavoro all’estero, trovandosi a dover rinnovare la patente con termini e modalità a loro sconosciute. Qualche esempio potrà essere utile per capire.

In Germania la patente, come in altri tre stati europei, la si prende una volta nella vita e poi non si rinnova più: un tedesco che dovesse stabilirsi in Olanda sarebbe costretto a rinnovare la patente e a superare delle visite mediche con intervalli a lui sconosciuti. Situazione analoga per un pensionato svedese che andasse a vivere in Spagna: in Svezia la patente è soggetta solo a un rinnovo amministrativo mentre in Spagna sono previste delle visite mediche periodiche oltre una certa età. La direttiva impone allora dei rinnovi obbligatori con una cadenza massima fissa di dieci anni, e delle visite mediche che, ove previste, dovranno coincidere con tale scadenza.

Armonizzazione è prevista anche per i tipi di patente, come abbiamo illustrato nel capitolo precedente, ma a riguardo ci sembra un controsenso che si possa lasciare ai singoli stati la possibilità di abbassare l’età di accesso alla patente per i ciclomotori (da 16 a 14 anni) e a quella per le auto (da 18 a 17 anni).

Molta attenzione dopo l’11 settembre è dedicata anche alla messa a punto di meccanismi antifalsificazione della patente, perché, sebbene non sia considerata un documento d’identità valido, il permesso di guida in molti paesi è sufficiente per aprire un conto in banca o per prendere un aereo.

Il primo provvedimento preso è allora la progressiva sparizione delle patenti cartacee, considerate facilmente alterabili e riproducibili. Saranno sostituite dalle patenti in plastica, che probabilmente avranno anche un microchip, proprio per renderne più difficile la falsificazione. E poi ci saranno dei rinnovi amministrativi obbligatori, probabilmente con cadenza decennale, rinnovi durante i quali si sostituirà la fotografia e il microchip sarà aggiornato con le più moderne tecnologie di antifalsificazione.

Da notare che la durata della patente sarà stabilita dai paesi d’origine dei cittadini comunitari, ma al rinnovo chi si sarà trasferito all’estero potrà provvedere direttamente nel paese di residenza.

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