Moto & Scooter
L'ANCMA e le norme antinquinamento
I divieti di circolazione sono illegittimi se indirizzati genericamente alle moto e ai ciclomotori non catalizzati, oppure solo ai 2 tempi in quanto tali. Una precisazione e una richiesta per risolvere il problema
di Luigi Rivola
La lotta all'inquinamento è sacrosanta, anzi doverosa, ma va condotta imponendo il rispetto delle regole, non inventandole a danno di alcune categorie di utenti della strada, come troppo spesso succede a causa di una cattiva o approssimativa informazione.
Questo in sostanza è quanto espresso da un comunicato diramato dall'ANCMA, l'associazione dei costruttori italiani di moto e accessori per moto, che, facendo chiarezza sulle norme esistenti, vuole giustamente opporsi ai divieti di circolazione generalizzati, ingiustificati e ingiusti che sono stati adottati o sono in corso di adozione in tante città italiane.
"Contrariamente a quanto avvenuto per le auto - spiega il comunicato dell'ANCMA - la conformità ai limiti per le emissioni, previsti nella direttiva 97/24/CE, non comporta necessariamente l'applicazione di un catalizzatore.
Quindi agisce scorrettamente chi impone divieti ai ciclomotori e motoveicoli in quanto non catalizzati, mentre ha tutte le ragioni di farlo per i veicoli non conformi alla direttiva 97/24/CE. La distinzione oltretutto è semplice, in quanto i motorini di nuova generazione (Euro 1 ed Euro 2) riportano sempre sul libretto la dicitura di rispondenza ai limiti della direttiva.
Un'altra interpretazione della legge, assolutamente non sostenibile e quindi scorretta, porta all'imposizione di divieti di circolazione ai ciclomotori con motore a 2 tempi. Questi infatti, se prodotti con nuove tecnologie che garantiscono risultati in termini di emissioni paragonabili ai 4 tempi, ottengono regolare omologazione secondo i limiti Euro 1 ed Euro 2.
Il comunicato dell'ANCMA fa anche il punto sul parco circolante:
"I veicoli con omologazione Euro 1 sono stati venduti come nuovi modelli a partire dalla seconda metà del 1999. Secondo quanto previsto dalla direttiva europea, le omologazioni precedenti hanno continuato ad essere in commercio fino alla primavera di quest'anno; inoltre a partire dal giugno 2002 sono stati presentati (e incentivati dal Ministero dell'Ambiente) i modelli Euro 2; questo significa che attualmente il parco circolante è fatto ancora per almeno il 75% da veicoli Euro 0, poi abbiamo un 20% di Euro 1 e solo un 5% di Euro 2; a differenza delle auto non catalizzate che risalgono a più di 11 anni fa, i veicoli a 2 ruote che si escludono dalla circolazione sono molto più recenti e, in termini relativi, più numerosi; viene penalizzata una larga parte degli utenti che molto probabilmente torneranno ad usare l'auto, provocando non pochi problemi di congestione del traffico".
"Per questi motivi andrebbe riconsiderata l'opportunità di consentire la circolazione alle 2 ruote a motore. Il contributo marginale alle emissioni di particolato (PM10) non giustifica i gravi disagi imposti agli utenti e sottrae una risorsa determinante per la mobilità urbana. In particolare le 2 ruote targate non rappresentano un problema in termini di inquinamento da HC e dovrebbero poter circolare in quanto immediatamente riconoscibili rispetto ai ciclomotori".
"Riteniamo - conclude l'ANCMA - che contemporaneamente alle misure di restrizione al traffico si potrebbero studiare proposte di incentivazione per accelerare il ricambio del parco circolante dei ciclomotori, che presenta i maggiori problemi di inquinamento".
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