Moto & Scooter
HD Sportster Special ‘Eternity’
Dal profondo sud una special che non sfigurerebbe in un bike show americano. Cura per i dettagli, tanto amore e mesi di lavoro artigianale, per un risultato di qualità sorprendente
di Daniele Massari
Lontano dalle mode, dove le riviste americane bisogna comprarle alla stazione, dove i nomi dei customizer di grido vengono distorti da labbra poco aduse alla lingua inglese. E’ lì che resiste il Kustom, quello vero, quello con la “K”.
Così, scopri che in un paese del nord barese si può scovare, praticamente per caso, una special che varrebbe la copertina della migliore rivista d’oltreoceano, e che gira inosservata, se si tralascia l’attenzione rivoltale da una stretta cerchia di intenditori. Mimmo Caprioli, nativo di Bisceglie e felice proprietario della Eternity, ha impiegato quasi sei mesi di lavoro ininterrotto per condurre a termine l’ardito progetto di costruirsi una Show Bike partendo praticamente da zero.
Eternity, il frutto delle sue fatiche, è caratterizzata da una linea fluida e sospinta in avanti, ed impreziosita da dettagli prelevati dai migliori cataloghi di aftermarket e da una verniciatura metallizzata di grande qualità.
Partendo semplicemente da un bicilindrico prelevato da uno Sportster 1200, che è stato incastonato in un telaio SCS Drag Style, e prelevando il resto della ciclistica dalle più agguerrite sportive da pista, Mimmo ha dato sfogo ai suoi sogni più nascosti, portando a termine quello che è il sogno di qualsiasi appassionato del genere custom.
Il propulsore XLH da 1203cc, prelevato da uno Sportster, è stato potenziato mediante l’introduzione di un albero motore STD ed un modulo di accensione Crane HI-4.
Le testate sono state lavorate artigianalmente ed i condotti sono stati lucidati, in modo da consentire un funzionamento ottimale per le nuove valvole Manley, guidate da un albero a camme Andrews N8. Il tutto è stato abbinato ad un impianto di alimentazione/scarico che prevede la presenza di un carburatore CV con kit Dynojet, e di un impianto di scarico 2 in 2 totalmente libero.
Per scaricare al suolo in modo ottimale la coppia esuberante del bicilindrico ad aste e bilancieri, è stato scelto un cambio Andrews a cinque rapporti, coadiuvato dalla frizione Barnett: è da qui che passa la cavalleria che verrà trasmessa alla ruota posteriore, le cui ciclopiche dimensioni hanno richiesto un kit di disassamento della trasmissione finale con tanto di doppio cuscinetto, finalizzato a non far uscire di sede la cinghia dentata.
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Vero e proprio lavoro di alto artigianato, il telaio SCS Drag Style, con inclinazione del cannotto di sterzo di ben 36°, è stato modificato artigianalmente in modo da integrare il fender posteriore e (mediante saldature a TIG) il puntale, entro cui è ricavato il nuovo vano batteria.
La forcella (con steli da 45mm), prelevata da una Honda CBR 900 è stata rivestita con foderi artigianali ed è ancorata a piastre anch’esse artigianali.
I cerchi sono di provenienza nord europea: si tratta di due unità da 18” prodotte dalla Speed Point, un’azienda specializzata in elementi in grado di ospitare copertoni di grande sezione, come il Metzeler 250 posteriore.
L’impianto frenante si avvale di un doppio disco anteriore OMP su cui agiscono le pinze a quattro pistoncini della CBR 900, mentre al retrotreno troviamo un caratteristico disco Braking Wave dal caratteristico profilo frastagliato, con pinza a quattro pistoni.
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Numerosi gli accessori che arricchiscono questa special: a partire dalle manopole Ness, su cui svetta il profilo aguzzo degli specchi retrovisori Rebuffini cromati, per proseguire con la gran messe di parti speciali modificate artigianalmente.
Il manubrio, derivato da un già prezioso elemento Rebuffini privo di risers, è stato ulteriormente modificato e verniciato in tinta con la moto, così come pure il serbatoio STD da 3,1 galloni è stato riprofilato ed adattato alle misure del telaio ed alla strumentazione Dakota Digital. Il fanale anteriore Hella trova posto nella piastre artigianali, mentre al retrotreno troviamo un profilato fanale a led, montato sulla riuscitissima struttura portatarga, fissata lateralmente sul forcellone e sagomata con grande cura e totalmente a mano.
La verniciatura è stata eseguita dallo stesso Mimmo Caprioli, così come le numerose saldature per rendere in un unico pezzo puntale, fender posteriore (su cui troviamo una sella artigianale) e telaio. “Questa è stata la mia prima realizzazione” annuncia il giovane barese, “ma non sarà l’ultima.”
E i “mostri sacri” del Custom italiano sono avvisati…
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