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Aprilia Scarabeo 50 4T

il 03/07/2003 in Moto & Scooter

Il cittadino per eccellenza si rinnova con garbo e si dota di un propulsore pulitissimo e quasi astemio. Agilità da monopattino e stile inimitabile i suoi punti di forza, non male le prestazioni. Peccato ne parlino in pochi



Alla sua nascita, nel 1996, fu guardato con sospetto: alcuni dicevano addirittura che era orribile, altri che era una trovata geniale; ma non fu indifferente a nessuno, e questo carisma ne decretò il successo. È strano: dopo sette anni, il ruote alte più famoso d’Italia è stato visto e rivisto, proposto in tutte le salse, ora ha una gamma ricca e completa, con un’ampia forbice di potenza e di prezzo. Si passa, infatti, dai 3 (del 50) ai quasi 40 cavalli (del 500), dai 1.800 agli oltre 7.000 euro.



Eppure lo Scarabeo non ha ancora stancato, anzi, nelle varie versioni continua ad essere lo scooter Aprilia più apprezzato: dopo aver provato il 100 4T, il 125 e il 200, infine il pachidermico 500, abbiamo pensato fosse opportuno mettersi in sella al capostipite della famiglia, il piccolo 50 cc, finalmente dotato di motore a quattro tempi: 2.050 euro il prezzo, un po’ più alto rispetto alla concorrenza diretta, ma il piccolo Aprilia è, per contenuti tecnici, di gran lunga al vertice della propria categoria.



La curiosità è che di questo piccolo quattro tempi di Noale - nonostante tutte le sue doti - si parla e si è parlato davvero poco. Infatti, presentato ufficialmente al Motor Show, si è fatto largo sul mercato più per le sue doti intrinseche che per l'attenzione che ha suscitato nei media specializzati. Strano, perché il risparmioso "insetto" a due ruote addirittura non riesce a essere prodotto in quantità sufficienti per soddisfare tutte le richieste. Insomma, era una carenza da colmare al più presto e, così,  l’abbiamo provato per voi.



Lo Scarabeo ha ben pochi fronzoli: di serie non ha parabrezza e lo scudo stesso è poco protettivo. Nemmeno le dotazioni sono il suo forte: si salva la strumentazione, completa e ben leggibile, mentre manca il cavalletto laterale (ma con un peso così esiguo in effetti se ne può fare a meno…) e soprattutto è inesistente il vano sottosella. Per riporre i documenti e qualche piccolo oggetto c’è, tuttavia, il cassettino nel retroscudo.



Davvero di buon livello, invece, le finiture: la cura con cui lo Scarabeo è realizzato è nettamente superiore alla media, lo si nota, ad esempio, nella copertura della sella e nelle plastiche, niente affatto trascurate. Il motore di questo Scarabeo 50 è, come detto, un quattro tempi. Si tratta di un propulsore (già omologato Euro 2) disposto orizzontalmente, con distribuzione monoalbero, e che presenta l’efficace soluzione tecnica del raffreddamento dinamico nel carter, allo scopo di ridurre l’usura dei componenti del variatore.



Assolutamente tradizionale la ciclistica: il telaio in tubi d’acciaio è un monotrave sdoppiato, e il reparto sospensioni fa affidamento all’anteriore su una forcella con escursione di 80 mm, esattamente quanto cede il monoammortizzatore posteriore. Soluzione mista per i freni: a disco l’anteriore, a tamburo monocamma il posteriore.

 



Alla prova dei fatti, il piccolo quattro tempi di Noale ci ha pienamente convinti: quanto a scatto, il gap dal fratello a due tempi è inferiore al previsto. Anche a pieno carico, lo Scarabeo parte al semaforo senza esitazioni lasciandosi alle spalle le auto in colonna. Inutile dire che proprio il traffico è il suo terreno di battaglia ideale: snello, agilissimo grazie al raggio di sterzo ridotto e agli pneumatici sottili, lo schizzetto di Noale passa facilmente dove gli altri devono fermarsi per non urtare specchietti o graffiare carrozzerie.

Sorprendenti le doti di allungo del motore, che una volta “spiombato” (ricordiamo che tale pratica è un’infrazione del Codice) è in grado di spingere la lancetta del tachimetro fino a rasentare gli ottanta all’ora: davvero un ottimo risultato per un propulsore di questo tipo. Lo Scarabeo è assolutamente semplice da condurre, da parte di motociclisti di qualsiasi livello: si lascia inclinare con naturalezza, e l’azione morbida dei freni fa sì che anche un neofita, qualora dovesse pinzare l’anteriore di istinto in mezzo alla curva, non si trovi nella condizione di essere disarcionato.

Consigliamo comunque di non farsi prendere troppo la mano, data la facilità con cui, sul viscido, i magri pneumatici dello Scarabeo perdono aderenza. Senza pari i consumi: trenta chilometri con un litro sono una percorrenza possibile anche senza lesinare sulla manopola del gas… ma si può andare molto oltre. Quando ci si ferma per fare il pieno, comunque, il serbatoio da 8 litri permette di rifornirsi anche presso i self-service senza dover buttar via carburante.



Motore: monocilindrico 4 tempi orizzontale, raffreddato ad aria, alesaggio per corsa 41x37,4 mm, cilindrata 49,9 cc, rapporto di compressione 11,5-12:1. Avviamento elettrico e a pedale.

Trasmissione: variatore automatico ventilato, frizione centrifuga, finale a catena.

Ciclistica: telaio monotrave sdoppiato in acciaio, sosp. ant. forcella teleidraulica, post. motore oscillante con monoammortizzatore idraulico. Freni: ant. disco 220 mm, post. a tamburo. Ruote: cerchi da 16”: anteriore 80/80, posteriore 90/80.

Dimensioni: lunghezza 1.905 mm, larghezza 705 mm, interasse 1.250 mm, peso a vuoto 86 kg.

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