Quotazioni moto&scooter

Cerca

Seguici con

Moto & Scooter

2000 km con la Vespa Granturismo

il 26/05/2003 in Moto & Scooter

Per le tremende strade di Roma, poi 270 km di autostrada a tutto gas, quindi a 1000 metri sull'Appennino, infine in gita sull'Adriatico. Una prova dura che ha promosso la nuova Vespa 200 a pieni voti

2000 km con la Vespa Granturismo
Il sottosella della nuova Vespa GT. In evidenza l'impermeabile, parzialmente estratto, per ricoprire la sella in caso di sosta sotto la pioggia. e' di serie.

di Luigi Rivola



Tra un comodo McDonnell Douglas MD80 da 900 km/h e una Vespa da 120 km/h, per un viaggetto di 400 km, che cosa scegliereste? Non so voi, ma io ho scelto la Vespa.
Avevo in tasca il biglietto offerto dalla Piaggio per il volo Roma-Bologna di rientro dalla prova della nuova Vespa Granturismo, svoltasi appunto nella Capitale, ma dopo aver guidato l'ultima esponente della grande dinastia per un pomeriggio nel traffico dell'Urbe, non ho resistito alla tentazione di vedere come se la sarebbe cavata mettendola alla frusta su strade aperte, in autostrada e su un passo appenninico.





Naturalmente fra la 125 e la 200, proprio per questioni autostradali, ho scelto la più grossa, che oltretutto prometteva una velocità massima di 119 km/h, poco, pochissimo più della 125, ma quando il levriero non è disponibile, si gode anche della tartaruga al posto della lumaca...
La cosa buffa è che questa decisione è stata presa quasi con incredulità dagli uomini della Piaggio, dimentichi che negli Anni '50 migliaia di vespisti, soci del Vespa Club Europa, si ritrovavano a Parigi, o a Bruxelles, partendo da tutti i Paesi del Continente, guidando Vespe che al massimo consentivano una velocità di crociera di 70 km/h.



"Ce la farà la Vespa Granturismo a macinare 400 km a tutto gas?" Ho chiesto all'ingegner Lucio Masut, Direttore Tecnico della Piaggio prima di orientare la prua dello scooter verso il lontano Nord. "Certamente!" Mi ha risposto. E la sua sicurezza era la stessa con cui nel 1909 Alessandro Anzani, rivolgendosi a Luis Bleriot che stava decollando da Calais per attraversare la Manica col suo monoplano, gli disse: "Andate! Io sono ben certo che il mio motore non vi tradirà".

Carichiamo il trolly sul portapacchi, e sopra al trolly la ventiquattrore, il tutto legato con cinghie elastiche: l'aspetto del veicolo è molto zingaresco, ma dimostra che in questo viaggio tutto è improvvisato, e quindi in grado di fornire un risultato più veritiero.
Da via Veneto all'imbocco dell'autostrada c'è tutta una varietà di strade che vale una prova nella prova: pavé, buche a iosa, viali veloci in cui ogni macchina che ti precede si sente in dovere di mettere alla prova d'emergenza i tuoi freni (e qui già la Granturismo mostra il gran progresso rispetto alla vecchia Vespa), infine il raccordo anulare, in cui la 200 si lancia a briglia sciolta incurante del traffico caotico che sembra non riguardarla per nulla.



Poi i grandi spazi della A1, l'Autostrada del Sole, dove inizia la sfida fra la resistenza del Piaggio 200 4 tempi e un pilota che non ha nessun rispetto per la sua piccola cilindrata e per un veicolo che non è certamente nato per stabilire record autostradali.
La manopola del gas, appena la sbarra del casello si alza, si porta alla sua massima rotazione e così si fissa. I primi trenta chilometri da Roma sono in salita, ma il tachimetro della Vespa passa comunque i 100 km/h indicati anche dove la pendenza è maggiore, poi, quando l'asfalto diventa pianeggiante, la lancetta va oltre e oscilla stabilmente fra 115 e 120 km/h, con qualche puntata a 130 km/h quando riesci a "beccare" il furgone giusto a farti da apripista.
Così per 270 km filati (compresi i 20 km dal raccordo anulare al casello di Roma Nord), con una rapida sosta per il rifornimento. La Vespa non ha mai protestato, il suo motore è andato al massimo costantemente funzionando come un orologio; io pensavo: "Adesso si schianta, e ne avrebbe tutti i motivi", invece lui continuava a ronzare imperterrito, come se fosse stato progettato per andare solo a tutta manetta.



E devo dire che nemmeno io mi sono schiantato, nonostante le previsioni di chi aveva assistito ridendo alla mia partenza. La Vespa Granturismo è comoda, offre una posizione di guida assai bene impostata, sulla sella c'è spazio a volontà per cambiare di poco posizione ogni tanto, e i limiti della ciclistica - ma soprattutto della sospensione anteriore che è ancora quella a leve oscillanti, tipica di ogni Vespa - emergono solo nelle strade veramente mal ridotte.

I sorpassi. Non ci crederete, ma mi è capitato spesso di dover sorpassare altri veicoli in autostrada, veicoli che procedevano a una velocità molto prossima alla nostra. E anche qui sono emerse le virtù della Vespa Granturismo. Innanzitutto il motore ha un'erogazione fluida lungo l'intero arco di utilizzo, il che significa che dopo aver risposto brillantemente all'accelerata non si pianta attorno agli 80 all'ora, come capita a tanti altri scooter di pari cilindrata, allungando enormemente e pericolosamente gli spazi del sorpasso, ma procede spedito fino alla velocità massima che il vento e l'inclinazione della strada gli consentono in quel momento. Al rientro dal sorpasso, la Vespa non accusa il solito colpo di vento che tutti i Vespisti di vecchia data conoscono e temono. E anche questo è un progresso.


Veder filare questa sagoma tanto nota, in un ambiente che oggi è ormai riservato alle auto, ai camion e alle moto di grossa cilindrata, destava curiosità in tutti quelli che ti sorpassavano e che sorpassavi. A un certo punto, presso Arezzo, abbiamo (la Vespa ed io) superato una pattuglia della Polstrada ferma nella corsia di emergenza. Dopo un po' di strada ce la siamo vista affiancata - sempre sulla corsia di emergenza, che ci scrutava con attenzione. Ci è stata a fianco per almeno un chilometro, poi ha rallentato ed è sparita alla vista. Eravamo marziani?

I chilometri volano anche a 115 km/h. Dopo due ore e sedici minuti dall'ingresso in A1 a Roma-Nord, compresa una sosta per il rifornimento (a tutto gas abbiamo rilevato un consumo prossimo ai 23 km/litro) il casello di Firenze-Sud ha posto fine all'impresa autostradale.
Appena uscito, nuovo rifornimento al più vicino distributore. Lì la Vespa Granturismo desta altra curiosità, altri consensi. Un inglese si avvicina, la guarda da ogni lato, chiede informazioni e, dichiarandosi entusiasta possessore di Vespa da molti anni, promette che l'acquisterà al più presto. Lo informo che non percepisco percentuali sulle vendite...

Fare qualche foto alla Vespa su un Lungarno affollato, come sempre, di turisti, non è stata impresa facile, visto che la Granturismo, appena mi allontanavo di qualche passo per effettuare l'inquadratura, veniva circondata da gente curiosa di ogni età.
Da Firenze a Brisighella, la cittadina medievale in cui risiedo, posta a circa 10 km da Faenza, si percorre l'antica via consolare (vi transitò Annibale con l'esercito e gli elefanti, diretto a Roma) "Faentina": 90 km esatti con un passo di 600 metri di quota, poco oltre Fiesole, ed uno di 1000 metri in vetta all'Appennino, il ben noto (ai motociclisti smanettoni) Passo della Colla di Casaglia, parallelo all'ancor più celebre "Muraglione".



Forte di una bella coppia costantemente disponibile, di una maneggevolezza proverbiale e di una stabilità che alle versioni precedenti era sconosciuta, la Vespa Granturismo si è lasciata menar per tornanti, curvette, curve e curvoni in salita e in discesa divertendosi lei e facendomi divertire. Il suo motore così fluido, per quanto poco potente, ti permette di pennellare le traiettorie che è un piacere, e la velocità media rimane elevata anche senza prodursi in numeri acrobatici. La Vespa in salita, e soprattutto in discesa, va guidata in maniera rotonda, chiudendo il gas magari un po' in anticipo rispetto a ciò che sarebbe possibile, ma percorrendo rapidamente la traiettoria e aprendo il gas in bella progressione durante la sua esecuzione. Bisogna quindi guidare di fino, scoprendo e mettendo a frutto tutte le prerogative del veicolo, come si faceva nei tempi quasi dimenticati quando i cavalli erano pochi, pochissimi, e la voglia di correre comunque tanta.
La guida "sporca", con un veicolo di queste caratteristiche, si paga con una stabilità più precaria, con un peggioramento di efficienza della frenata e con medie complessive più basse.


La Vespa Granturismo dell'impresa Roma-Firenze-Brisighella segnava 2000 km al momento della restituzione alla Casa: 1600 fatti dal sottoscritto, 400 da altri. Guasti? Nessuno. Noie di qualsiasi genere? Nessuna. E io ben so come li ho fatti quei 1600 km...
Difetti? Bisognava fare uno sforzino per portare la capacità del vano sottosella almeno al volume di un casco integrale. Oggi che siamo stati viziati con questi comodissimi bauli integrati, rinunciare è diventato difficile. Il fanale va bene in città, molto meno bene quando si valica un passo di notte ad andatura allegra. Infine le pedane del passeggero: sono un bel pezzo di design, aerodinamiche quando se ne stanno ripiegate nel loro alloggiamento, ma quando vengono estratte sono esattamente sul percorso delle gambe del pilota quando deve appoggiare i piedi a terra e creano grosse difficoltà a chi non ha statura da pivot.

2000 km con la Vespa Granturismo
Chiudi

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

ADV