In dieci anni la casa di San Lazzaro ha venduto oltre 350.000 F12: merito di un prezzo giusto, del favorevole corso delle mode e di un design oggettivamente originale. Il Phantom diventa un piccolo fenomeno di costume, e non è un caso che lo sportivetto bolognese venga addirittura pubblicato come riferimento alla voce trasporti su due ruote nel vocabolario Zanichelli (ed.’95, n.d.r.).
Gli uffici marketing amano inventare categorie di mercato: questa è la volta dei SAS, gli Sport Activity Scooter, “destinati ad un pubblico che cerca anche su due ruote prestazioni, sicurezza, agilità e design” (così recita il comunicato).



In effetti il Phantom Max riprende lo stile della versione 50cc, ma viene completamente rivisto per alloggiare motorizzazioni più importanti e per adattare gli standard di sicurezza alle maggiori prestazioni. Non si tratta, tuttavia, di uno sfizio dedicato esclusivamente ai ragazzini cresciutelli: per non perdere di vista le necessarie comodità, il nuovo F12 è stato progettato con un vano capace di contenere due caschi. Le ruote sono state portate a 13 pollici con gomme di larga sezione, le dimensioni consentono abitabilità per due adulti e lo scudo anteriore offre discreta protezione.

I propulsori da 125 e 200cc, a quattro tempi e già Euro 2, sono delle vecchie conoscenze: l'ottavo di litro è l'arcinoto Yamaha raffreddato a liquido, monoalbero 2 valvole (montato, ad esempio, sul Majesty). Il 200 è invece il monocilindrico Piaggio da 198 cc, con distribuzione monoalbero a camme in testa con 4 valvole, già cuore del Beverly, della Vespa GT, del Runner, e, in casa Malaguti, del Madison S.