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NCR Ducati 996 Nuda

il 07/02/2003 in Moto & Scooter

Arriva direttamente dal campionato SBK, alleggerita della carena e adattata alla strada da uno dei più esperti preparatori italiani. Cathcart l’ ha provata per noi, e sono state scintille…



Non è da tutti portarsi in box una moto che ha partecipato al campionato Superbike, soprattutto se si tratta di una competitiva, come quella che ha permesso al suo pilota, Gregorio Lavilla, di conquistare il dodicesimo posto finale e alcuni interessanti piazzamenti nel mondiale ’98. Ora che la moda delle naked imperversa, l’idea di adattare all’uso stradale un bolide da corsa per farne una café racer esclusiva è tutt’altro che balzana. Giorgio Nepoti e Rino Caracchi (NCR, il nome della ditta con sede a Bologna di cui sono titolari, è acronimo proprio di Nepoti Caracchi Racing), due ducatisti storici, di quelli che hanno anche le valvole cardiache a comando desmodromico, hanno colto la palla al balzo e hanno trasformato una superbike in una streetfighter, regalandole la possibilità di circolare ovunque.



Non si tratta, naturalmente, di una pia opera di restauro in favore della ex-996 del pilota spagnolo, bensì di una sorta di dimostrazione di quello che NCR può creare con l’apposito kit firmato Poggipolini avendo come base di partenza una Ducati della gloriosa serie 916-996-998. Il numero che contraddistingue la creatura di Nepoti e Caracchi è comunque il tanto anelato 1, che indica ovviamente il rapporto tra peso (in kg) e potenza (in CV): se si considera che divisore e dividendo sono entrambi pari a 160, si capisce c’è materiale per farsi venire i brividi

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È vero che di solito non proviamo mezzi consueti, e comunque mai carenti in fatto di prestazioni, ma c’è da dire che questa versione “spogliata” della 996 mette una soggezione particolare.
La moto deriva chiaramente dalla mitica 916, non si discute: lo rivelano subito i tubi del telaio, gli scarichi sotto il codino, l’inimitabile forma del serbatoio. Però molto è cambiato: naturalmente l’assenza della carena porta uno squilibrio stilistico, in parole povere degli spazi da colmare, anche se la naked è la moto minimalista per definizione.



Ecco allora il cupolino coi due piccoli fari (è la moda del momento), ma si può optare anche per il faro tondo con cupolino ad unghia, come sulla Monster S4. Il colore non può che essere un “grezzo” grigio titanio (identica la verniciatura del telaio) e non manca nessuno degli ingredienti tipici per una streetfighter che si rispetti, a partire dall’ultra-aggressiva doppia presa d’aria in carbonio per l’airbox, che fa pandan con i fianchetti sotto il serbatoio. Come ogni Café Racer che si rispetti, anche la NCR 996 ha il suo bel manubrio alto: per trovarlo non si è dovuta fare molta strada, visto che si tratta di quello standard di una Monster 900.



Particolare anche il disegno dei cerchi, che sono neri a cinque razze. Il vantaggio nell’optare per una “special” firmata NCR consiste nella possibilità di adattare la moto a seconda delle proprie esigenze e del proprio budget. In queste pagine vi mostriamo, infatti, anche una 996 (di proprietà di un ingegnere in forza alla Ferrari) leggermente meno performante di quella di Lavilla, tuttavia 15 chili più leggera della 996 di serie e molto incattivita nell’aspetto.

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Per chi sia interessato a trasformare la propria supersportiva della serie 916 in una bruciasemafori simile a quella provata da Alan Cathcart, pubblichiamo i prezzi dei kit NCR.

Kit anteriore:
manubrio, forcella e piastre, cavo del gas, faro e relativo supporto, cavi elettrici, cupolino, tubi dei freni, tubo della frizione.
Euro 810

Kit racing body:
fianchetti, cover, supporto regolabile, cavi elettrici.
Euro 600

Kit codone:
cavi elettrici, batteria e relativo supporto, tubi freno posteriore, telaio posteriore.
Euro 1.878




Kit di completamento:
serbatoio in carbonio: Euro 1.068,64
tappo in carbonio: Euro 204,29
piastra portanumero: Euro 119,34
air box: Euro 436
parafango anteriore: Euro 137,93
parafango posteriore: Euro 180,42
sella: Euro 162,18
codino: Euro 401,60
viteria in ergal: Euro 50

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La 916 (con le sue evoluzioni 996 e 998) è stata, a detta di molti, la miglior moto da strada dell’ultima decade. Difficile, quindi, migliorarne le prestazioni e il comportamento dinamico, soprattutto togliendole la carena e, con essa, gran parte del coefficiente di penetrazione aerodinamica. Per questo, oltre che sull’estetica e sui vari alleggerimenti apportati con l’utilizzo diffuso di carbonio, magnesio (per il forcellone), ergal, etc., si è lavorato soprattutto su alcuni particolari.



L’impianto frenante è la punta di diamante della trasformazione, e rappresenta lo stato dell’arte quanto a potenza e tecnologia: l’anteriore vanta due dischi “margherita” Braking da 320 mm, fermati da una coppia di pinze radiali, le top di gamma della Brembo. La particolare sagoma dei dischi consente una discreta diminuzione delle masse non sospese e soprattutto una riduzione dell’effetto giroscopico: in parole povere, come ho potuto constatare di persona, lo sterzo in fase di manovra si fa più leggero, velocizzando così i cambi di direzione. Bisogna stare però attenti a dosare la forza su leva e pedale destro, soprattutto sullo sconnesso: i freni sono potentissimi e il bloccaggio delle ruote è questione di un attimo.

Il manubrio alto, aumentando decisamente la maneggevolezza e le potenzialità di divertimento della 996, la rende anche un pelo più selvatica nel comportamento: la NCR Nuda tende infatti al sovrasterzo. La sensazione, tuttavia, è quella, inimitabile, di guidare una Superbike vecchio stile (un po’ come la Kawasaki di Eddie Lawson) e non una moto da GP mascherata da derivata di serie.

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