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Una Tuono alla corte di Spagna

il 23/01/2003 in Moto & Scooter

Ai test privati dell'Aprilia a Jerez c'era un'intrusa: la Tuono Fighter, portata in Andalusia per un test estemporaneo e per 'allenare' i piloti della MotoGP...

Una Tuono alla corte di Spagna
Haga in derapata controllata

di Luigi Rivola, foto Stefano Taglioni



Con "meno quattro" di temperatura e la neve per terra che non si scioglie perché è troppo freddo, è difficile pensare di mettersi a girare in moto. Sì, lo so, c'è chi lo fa, e anch'io ero della partita, ma adesso accuso gli acciacchi dell'età, la decadenza del viver comodo e fatico a lanciarmi.
L'occasione è arrivata.

A Jerez de la Frontera sono in programma i test privati dell'Aprilia e della Gilera/Derbi: sarà in pista la MotoGP con Edwards e Haga, e sul retro del box troverò una fiammante Aprilia Tuono Fighter 1000 a mia disposizione per un test estemporaneo in prima invernale, ma nell'accogliente clima del profondo Sud Europa.
Immagino che se l'avessero proposto a voi, non avreste esitato un attimo. Pensate dunque che abbia esitato io?

Ricordo che quando ero stato internato nel collegio San Luigi di Bologna, il rettore dei padri Barnabiti, appassionato di astronomia, faceva lunghi viaggi in giro per il mondo, poi, appena tornato, ci convocava tutti e ci costringeva a sorbirci delle lunghe lezioni di astronomia, dicendo che questi viaggi erano un sacrificio al quale si sottoponeva volentieri per poter accrescere la nostra cultura. Bene, io non l'ho fatto certamente per voi: non ho difficoltà ad ammettere che scappar via dalla nebbia e dal freddo della Val Padana, per scaldarmi un po' in sella ad una Tuono in quel di Jerez, in compagnia di Edwards, Haga, Poggiali, Cecchinello e gli uomini di Sacchi, è stato un godimento intimo: non avessi avuto una riunione a Milano il lunedì mattina, avrei mollato l'aereo e sarei tornato in moto. O forse, vista la vicinanza delle colonne d'Ercole, mi sarei lanciato verso l'Africa e mi avrebbero rintracciato chissà quando sulla spiaggia di Dakar. Una Tuono che freme sotto, il posto giusto e la fantasia corre a più non posso. L'articolo? Devo proprio farlo io?

Vai alla prova della Tuono Fighter

Sono a Jerez. Il clima è variabile; ieri sera c'erano 15° ed era molto nuvoloso, oggi c'è un sole che spacca le pietre, ma per terra è bagnato e sporco a causa della pioggia caduta durante la notte.
La Tuono non è completamente a mia disposizione perché dei pretendenti eccellenti si sono fatti avanti per goderne le grazie: Colin Edwards e Noriyuki Haga, i due piloti ufficiali della MotoGP, che evidentemente non si accontentano delle sensazioni che distribuisce loro a piene mani la tre cilindri 990 da oltre 200 CV.
Così mi trovo due compagni di lusso in sella alla Tuono, ma essendo sfacciato e privo di rispetto, non ho remore a filar via sulla Tuono non appena i due miti sono richiamati dal dovere alla guida della MotoGP (che si sono ben guardati dall'offrirmi per un giretto...).


È buffa e certamente intrigante questa situazione: metti in moto la bicilindrica di serie, che romba cattiva col suo suono un po' zoppo ma carico di personalità ai bassi regimi, percepisci la potenza a tua disposizione, inserisci la prima e ti accorgi della frenesia che ha questo cavallo d'acciaio di scattare in avanti, e proprio in quel momento va in moto, a pochi metri di distanza, la tre cilindri 990, il cui urlo - vanamente silenziato - copre ogni altro rumore, con l'evidente scopo di rendersi protagonista assoluta del panorama di Jerez.

Sembra una rivalità percepibile, invece è una collaborazione: da una parte un laboratorio di tecnologia sofisticatissima, dall'altra la traduzione su scala industriale di ciò che tanta tecnologia è in grado di esprimere su un prodotto di serie.
Sia ben chiaro: questo non è un testo pubblicitario tendente ad esaltare l'Aprilia, ma solo il frutto di riflessioni generate da questa esperienza diversa, della prova di una moto di serie condotta a stretto contatto col reparto corse in piena attività, anziché sulla Costiera Amalfitana, o in Costa Azzurra, coccolati dagli uomini dell'Ufficio Stampa, come accade normalmente.

È chiaro che la Tuono soffre la presenza della MotoGP: se ne sta quieta accanto alla porta posteriore del box, mentre tutti, dentro, lavorano sulla tre cilindri e non la perdono d'occhio un attimo. Ma ha un vantaggio: si può guidare in qualsiasi momento e su qualsiasi strada. Così, stanco delle ripetute soste al box, che rendono abbastanza noiosa la sessione di prove, inserisco la chiave nel cruscotto della Tuono e spingo il magico bottone: la moto si risveglia dal torpore, capisce le mie intenzioni, si entusiasma e me lo comunica già nei primi metri di strada, verso l'uscita dell'autodromo.



Dalla pista si arriva in un baleno al centro di Jerez percorrendo un lungo rettilineo inframmezzato da continue rotonde. La strada è sporca, molto scivolosa, ancora bagnata, ma la Tuono ha un motore che, nonostante i 126 CV dichiarati, si adatta a tutte le situazioni: sta a te dosare la potenza a disposizione, che è tanta e sempre pronta, e in tutto l'arco di erogazione non ci sono mai vuoti, o bruschi incrementi, capaci di mettere in crisi la trasmissione e l'equilibrio in situazioni di aderenza precaria.
Mentre in uscita di curva la grande coppia a disposizione anche ai bassi regimi consiglia di "stare in orecchio" per evitare la derapata del posteriore a moto inclinata, sempre in agguato (anche sull'asciutto), in rettilineo ci si può permettere di spalancare con decisione la manetta e di godersi l'entusiasmante progressione del motore, che nelle tre marce basse tira fortissimo senza essere violento nella prima parte dell'accelerazione, salvo poi, insistendo a tenere aperto, proiettare la ruota anteriore in aria, ma anche in questo caso con inaspettata delicatezza, ossia sollevandola di potenza e non di cattiveria, come accade su altre moto più sgarbate.



I freni, potentissimi, si lasciano dosare a piacere, ma sul bagnato, e col clima freddo, è meglio tenere ogni tanto le pastiglie in appoggio sul disco per evitare brutte reazioni, a freni freddi, ad una troppo brusca variazione di temperatura del materiale d'attrito in seguito ad una frenata.
In città la Tuono si guida come una bicicletta ed è protagonista ovunque, perché la sua linea originale, lo sfoggio tecnico e il rombo del motore non passano mai inosservati. Qualche difficoltà nasce a volte dall'angolo di sterzata poco pronunciato e soprattutto - ma è un problema mio personale - dall'eccessiva altezza da terra della sella, accentuata dalla larghezza della stessa.

Ritorno verso la pista e faccio un affondo velocistico su un rettilineo deserto: giusto il tempo di rendermi conto che la Tuono non è solo un veicolo da bar o una inutile streetfighter. Il cupolino infatti, nonostante le ridotte dimensioni, governa sapientemente il flusso d'aria diretto contro il pilota, alleggerendone la portata e consentendo una guida sufficientemente rilassata almeno fino a 150 km/h, il che significa la possibilità di usare la Tuono anche su autostrada con apprezzabilissime velocità di crociera, cosa piuttosto rara per una naked.


Arrivato nel paddock trovo la concorrenza in attesa: le prove sono terminate e la coppia Edwards/Haga ha intenzione di sfogare la tensione facendo un po' di numeri con la Tuono Fighter.
Haga è uno di poche parole: salta in sella e comincia subito ad impennare, mentre Edwards si dedica ai burnout per gusto suo e magari un po' meno della trasmissione della moto, che però accetta di buon grado la tortura.

Si diverte, l'americano dell'Aprilia, che conosce già bene questa moto: "Ne ho avuto a disposizione una per qualche settimana in America e me la sono goduta un sacco - dice ridendo - È una moto che mi piace molto perché è sportiva come una replica, ma la puoi guidare come vuoi: se ti va di tirare, puoi farlo, altrimenti si adatta al tuo umore del momento, in più ha una posizione di guida che è un compromesso ideale fra la sportiva e la moto da usare sempre senza distruggere i polsi".
Quanto al Samurai, lasciamolo sfogare: anche lui burn-out, impennate chilometriche e frenate con la moto in scivolata controllata, oppure con la ruota posteriore al cielo. Alla fine scende, non commenta, ma il sorriso dice tutto. Sta a vedere che quando torna sulla tre cilindri lima mezzo secondo perché la Tuono gli ha risollevato il morale...

Una Tuono alla corte di Spagna
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