Moto & Scooter
Barfly II by Bike Hospital
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Una sella che la dice lunga ed una colorazione con gusto d’altri tempi per l’ultimo ibrido in chiave retrò dell’officina emiliana. Che stupisce di nuovo…
di Daniele Massari
Maurizio e Matteo sono due ragazzi semplici semplici, con la barba lunga ed un modo tutto loro di intendere le motociclette.
Per loro, le motociclette devono essere basse e lunghe, e con le ruote strette strette davanti e larghe larghe dietro. Oppure, devono andare forte. In ognuno di questi casi, loro sanno come fare per creare un mezzo ogni volta nuovo e capace di fare breccia nel cuore degli appassionati del custom vero.
Per chi non avesse riconosciuto la mano dei due artisti della periferia di Reggio Emilia, la special che presentiamo in queste pagine è stata realizzata dai due “dottori” del Bike Hospital: i quali, col tocco sapiente delle loro mani esperte hanno messo a punto questo rigido giusto in tempo per andare a ritirare una coppa al Bike Expo Show di Padova, nello scorso mese di gennaio.
La base di partenza, difficile crederlo, è una Dyna FXDWG, meglio nota come “Wide Glide”, datata 1996: almeno, a questo modello appartiene il propulsore, unica cosa riconducibile alla produzione di serie. Per il resto, al Bike Hospital amano fare le cose da sé, inventando soluzioni ardite ed inedite: a parte la sella leopardata ed il fanalino posteriore derivato dal fanale di un maggiolone, un esempio per tutti è dato dal tendicinghia, che non è altro che una rotella da skateboard!
Per loro, le motociclette devono essere basse e lunghe, e con le ruote strette strette davanti e larghe larghe dietro. Oppure, devono andare forte. In ognuno di questi casi, loro sanno come fare per creare un mezzo ogni volta nuovo e capace di fare breccia nel cuore degli appassionati del custom vero.
Per chi non avesse riconosciuto la mano dei due artisti della periferia di Reggio Emilia, la special che presentiamo in queste pagine è stata realizzata dai due “dottori” del Bike Hospital: i quali, col tocco sapiente delle loro mani esperte hanno messo a punto questo rigido giusto in tempo per andare a ritirare una coppa al Bike Expo Show di Padova, nello scorso mese di gennaio.
La base di partenza, difficile crederlo, è una Dyna FXDWG, meglio nota come “Wide Glide”, datata 1996: almeno, a questo modello appartiene il propulsore, unica cosa riconducibile alla produzione di serie. Per il resto, al Bike Hospital amano fare le cose da sé, inventando soluzioni ardite ed inedite: a parte la sella leopardata ed il fanalino posteriore derivato dal fanale di un maggiolone, un esempio per tutti è dato dal tendicinghia, che non è altro che una rotella da skateboard!
Le principali modifiche
Partendo da un telaio Dyna con propulsore Evolution, si è provveduto a “segare via” tutto il superfluo, pur senza rinunciare al montaggio elastico del grosso twin: questo bicilindrico raffreddato ad aria da 1340cc è stato incastonato in una struttura di acciaio realizzata artigianalmente dai ragazzi del Bike Hospital, che hanno impostato da subito le linee guida di un telaio rigido, cui in seguito è stata abbinata la forcella tipo Springer prodotta da W&W.
La scelta di sovrastrutture essenziali sta a testimoniare la volontà di mettere in opera precise scelte progettuali, che puntino verso la semplicità e la tradizione: non sforzatevi di cercare la batteria, ad esempio, perché, come testimonia l’elemento Magneto Morris, l’avviamento è qui affidato al solo, sapiente calcio di Matteo sulla pedivella! Anche grazie a questi compromessi con la tecnologia, la Barfly II può vantare una linea così pulita, un serbatoio stretchato (derivato da quello di uno Sporty) ed un parafango, l’unico, che fascia la gomma posteriore come se fosse un adesivo.
Il propulsore è stato vitaminizzato il giusto, considerando la filosofia del mezzo: è bastata l’adozione di un carburatore Edelbrok da 40mm abbinato al filtro dell’aria Baby Moon ed all’impianto di scarico 2 in 2 Khrome Werks per assicurare la giusta dose di Rock’n’Roll al guidatore della Barfly.
Tornando infine sulla ciclistica, non potendo soffermarci più di tanto sulle sospensioni (springer davanti, niente dietro), citiamo la coppia di cerchi a raggi verniciati di rosso, da 21” all’anteriore e da 16” al retrotreno, abbinati ai dischi freno PFM flottanti, con pinze Brembo a quattro pistoncini per l’anteriore, e pistoncino doppio al retrotreno.
La scelta di sovrastrutture essenziali sta a testimoniare la volontà di mettere in opera precise scelte progettuali, che puntino verso la semplicità e la tradizione: non sforzatevi di cercare la batteria, ad esempio, perché, come testimonia l’elemento Magneto Morris, l’avviamento è qui affidato al solo, sapiente calcio di Matteo sulla pedivella! Anche grazie a questi compromessi con la tecnologia, la Barfly II può vantare una linea così pulita, un serbatoio stretchato (derivato da quello di uno Sporty) ed un parafango, l’unico, che fascia la gomma posteriore come se fosse un adesivo.
Il propulsore è stato vitaminizzato il giusto, considerando la filosofia del mezzo: è bastata l’adozione di un carburatore Edelbrok da 40mm abbinato al filtro dell’aria Baby Moon ed all’impianto di scarico 2 in 2 Khrome Werks per assicurare la giusta dose di Rock’n’Roll al guidatore della Barfly.
Tornando infine sulla ciclistica, non potendo soffermarci più di tanto sulle sospensioni (springer davanti, niente dietro), citiamo la coppia di cerchi a raggi verniciati di rosso, da 21” all’anteriore e da 16” al retrotreno, abbinati ai dischi freno PFM flottanti, con pinze Brembo a quattro pistoncini per l’anteriore, e pistoncino doppio al retrotreno.
La preparazione in sintesi
Motore: bicilindrico Harley Davidson Evolution, a V di 45° raffreddato ad aria, 1340cc; carburatore Edelbrock 40mm, filtro dell’aria Baby Moon, scarico 2 in 2 Khrome Werks. Avviamento a pedale, accensione elettronica. Trasmissione primaria a cinghia, secondaria a cinghia dentata, cambio a cinque rapporti.
Ciclistica: telaio rigido rubbermount Bike Hospital, inclinazione del cannotto 32°. Sospensione anteriore: Sprinter W&W. Freni: pinze grembo su dischi flottanti PFM in ghisa.. Ruota ant.: cerchio da 21” con pneumatico Avon 90/90; ruota post.: cerchio da 16” con pneumatico Avon 130/90.
Accessori: Manubrio e risero Bike Hospital, manopole Magura, faro Bates, fanale post. VW. Parafango posteriore BFK, sella artigianale Bike Hospital; serbatoio dell’olio stock, serbatoio benzina Bike Hospital, comandi al manubrio Grembo, comandi avanzati artigianali.
Finiture: Verniciatura e lucidatura: Bike Hospital. Colore “grigio semilucido”.
Ciclistica: telaio rigido rubbermount Bike Hospital, inclinazione del cannotto 32°. Sospensione anteriore: Sprinter W&W. Freni: pinze grembo su dischi flottanti PFM in ghisa.. Ruota ant.: cerchio da 21” con pneumatico Avon 90/90; ruota post.: cerchio da 16” con pneumatico Avon 130/90.
Accessori: Manubrio e risero Bike Hospital, manopole Magura, faro Bates, fanale post. VW. Parafango posteriore BFK, sella artigianale Bike Hospital; serbatoio dell’olio stock, serbatoio benzina Bike Hospital, comandi al manubrio Grembo, comandi avanzati artigianali.
Finiture: Verniciatura e lucidatura: Bike Hospital. Colore “grigio semilucido”.